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14.12.2024

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Staminali: mito o risorsa?
31 Gennaio 2014

Staminali: mito o risorsa?

 

 

 

Le cellule staminali embrionali, al contrario di quelle adulte, non hanno fornito risultati terapeutici e possono essere tumorali. Eppure ci ostina a voler usare l’embrione come carne da macello. Le ambigue risoluzioni del Senato italiano e del Parlamento Europeo.

 

Nei mesi scorsi abbiamo assistito a un nuovo dibattito sull’essere umano di età embrionale e in particolare sulle cellule staminali che possono essere estratte da esso. Tutto si è scatenato il 30 maggio scorso, quando il ministro per la ricerca Fabio Mussi, di sua iniziativa, ha improvvisamente ritirato l’adesione dell’Italia alla «dichiarazione etica», sostenuta da Germania, Polonia, Austria, Slovacchia e Malta, Paesi che formavano una «minoranza di blocco» contro il finanziamento di ricerche che comportassero la distruzione di embrioni umani. Poi il 19 luglio il nostro Senato per un solo voto ha approvato una risoluzione che impegna il governo italiano «a sostenere in sede di Unione Europea ricerche che non implichino la distruzione di embrioni» e che consente la sperimentazione sugli embrioni congelati «non più impiantabili». Infine, il 24 luglio il Consiglio di competitività dell’Unione Europea ha approvato il settimo Programma quadro della ricerca, il quale nel suo primo paragrafo esclude dai finanziamenti quelle ricerche che prevedano la distruzione di embrioni umani e a partire dal terzo paragrafo ammette però il finanziamento di quelle ricerche che fanno uso di staminali derivate dalla distruzione di embrioni umani.

Che cosa sono le cellule staminali
Queste decisioni politiche ambigue e incoerenti hanno innescato una vivace polemica e, come spesso accade, i grandi mezzi di comunicazione più che informare hanno fatto una campagna di disinformazione. Perciò vediamo innanzitutto che cosa sono le cellule staminali. Esse sono cellule capostipiti o primitive, in quanto sono all’origine delle cellule differenziate e specializzate che compongono il nostro organismo, come quelle ematiche, epatiche, nervose, muscolari, ecc. Le staminali hanno una preziosa proprietà: possono differenziarsi dando vita anche a cellule diverse da quelle del tessuto nel quale si trovano e dal quale sono prelevate. Ad esempio, cellule staminali presenti nel sangue sono state prelevate, moltiplicate e trasferite in altre zone del corpo, come il fegato, l’intestino e la cute e hanno riparato questi tessuti. Perciò le cellule staminali sono di capitale importanza per la medicina rigenerativa, in quanto possono ricostruire tessuti danneggiati da traumi o malattie.
Le cellule staminali si distinguono in due grandi categorie a seconda della fonte da cui sono prelevate: «adulte» sono quelle presenti in un organismo dalla sua età fetale fino alla morte; «embrionali» sono quelle che formano la massa interna di un organismo di età embrionale.

Le staminali adulte
Le staminali adulte sono dette anche staminali da tessuto specifiche, proprio perché sono presenti in tessuti che già hanno compiuto il processo di specializzazione. Allo stadio attuale delle ricerche sembra che si trovino in quasi tutti i tipi di tessuti, in percentuali sensibilmente diverse. Sono estratte dal midollo osseo rosso, da tessuti del sistema nervoso centrale, dal fegato, dal tessuto adiposo, dalla cornea, nel cordone ombelicale. In genere non sono totipotenti, ma multipotenti, cioè non possono dare vita a tutti i tipi di cellule, ma sono già indirizzate verso la formazione di un tessuto specifico e se opportunamente coltivate possono originare un tessuto di tipo diverso da quello da cui sono state prelevate: ad esempio staminali nervose sono state trasformate in cellule del sangue, staminali del midollo deputato alla produzione del sangue in cellule epatiche. La ricerca sulle staminali adulte sta compiendo notevoli progressi soprattutto in Italia, che è considerata a livello internazionale un paese leader. Allo stato attuale le staminali adulte possono curare circa 65 gravi malattie, tra cui alcune forme di anemia, di artrite, di tumori, di leucemie, di linfomi.

Le staminali embrionali
Le staminali embrionali sono prelevate dall’organismo allo stadio embrionale. E se si tratta di staminali embrionali umane vuol dire che sono state ricavate da un essere umano di età embrionale tra il 5° e il 14° giorno dalla sua fecondazione. Ora, il prelevare da un embrione le sue cellule staminali comporta certamente la morte dell’embrione stesso. Le staminali embrionali sono totipotenti, cioè sono all’origine di tutte le linee cellulari che costituiranno l’organismo adulto. L’uso delle staminali embrionali ha un alto rischio: essendo totipotenti possono moltiplicarsi in modo incontrollato generando anche cellule maligne, cioè tumorali (in Nature Medicine, aprile 2005). Di fatti, tutti gli studi pubblicati relativi a esperimenti con staminali embrionali registrano forme di tumore nei soggetti (roditori e scimmie) nei quali sono state trasferite staminali prelevate da embrioni della loro stessa specie. E questo è noto fin dal 2000 (G. Vogel, in Science 2000 (287), pp. 1418-1419). Quindi, è scientificamente falso che le staminali embrionali curino malattie come l’Alzheimer, il Parkinson, il diabete, le cardiopatie, i tumori. Anzi è vero il contrario. Inoltre, se si vuole fare ricerca su staminali embrionali, non è necessario ricorrere agli embrioni abbandonati nel corso delle tecniche di fecondazione artificiale e quindi alla loro distruzione, perché esistono le linee secondarie di cellule staminali derivate da embrioni o feti abortiti spontaneamente. Queste linee secondarie di staminali embrionali non comportano la distruzione di embrioni, possono essere moltiplicate e coltivate in vitro per un numero teoricamente illimitato di cicli e hanno le stesse caratteristiche delle altre staminali embrionali.

Le frontiere della ricerca
Questi dati di fatto hanno indotto i grandi centri di ricerca statunitensi e italiani a orientare le proprie indagini sulle cellule staminali presenti nel corpo adulto. Particolarmente promettenti sono le ricerche che usano le staminali mesenchimali, cioè quelle presenti nel midollo osseo rosso, nella polpa dentaria, sia perché sono totipotenti, si differenziano cioè in tutti i tipi di cellule dell’organismo, sia perché, se sono trasferite in un soggetto diverso da quello da cui sono state prelevate, non danno luogo a fenomeni di rigetto. Il prelievo e l’uso di queste cellule staminali adulte non comportano particolari difficoltà etiche in quanto si configurano come un caso di espianto-trapianto di cellule o tessuti. Questa pista non ricorre alla facile, ma deludente scappatoia delle staminali embrionali, ma apre la strada a un progresso autentico e integrale della scienza e dell’arte mediche.

Una domanda
Ma allora concludo con una domanda: perché alcuni continuano a dire in modo martellante che è necessario usare le staminali prelevate dagli embrioni? È solo ignoranza? Oppure c’è molta malafede per interessi economici (vendita dei brevetti per la proliferazione delle staminali embrionali) e politici (far risorgere alcuni gruppi politici)? Oppure per mettere liberamente le mani sull’uomo che vive allo stadio embrionale?

RICORDA
«Anche prendendo a prestito un’ottica puramente utilitaristica, risulta difficile comprendere non già l’interesse, ma l’accanimento sul tema delle embrionali. Difficile comprendere quale sia l’efficacia strategica di ridurre i finanziamenti ad un settore, quello delle staminali adulte, che è l’unico ad alimentare concretamente la speranza di prossime cure, anche rivoluzionarie».
(Andrea Galli, Adulte-embrionali: 65 a zero. Perché insistere? in Avvenire, 15.06.2006, inserto è vita, p. 3).
BIBLIOGRAFIA
Giorgio Maria Carbone, Le cellule staminali. Cosa sono? A cosa servono? È lecito usarle?, seconda edizione aggiornata, ESD 2005.
Jacques Suaudeau, Le cellule staminali: dall’applicazione clinica al parere etico, in Pontificio Consiglio per la Famiglia, Famiglia e questioni etiche, EDB, 2006 pp. 309-418.

 

 

 

IL TIMONE – N. 57 – ANNO VIII – Novembre 2006 – pag. 16 – 17

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