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12.12.2024

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Storia e carisma
31 Gennaio 2014

Storia e carisma




Le principali tappe dello sviluppo di una “radio di conversione”, come viene definita. Origini, difficoltà, divisioni e il palinsesto originale di uno strumento penetrato in modo capillare nel territorio italiano


Circa 2 milioni di italiani all’ascolto ogni giorno, trasmissioni irradiate da 57 Paesi distribuiti sui cinque continenti, oltre 850 ripetitori sparsi su tutto il territorio nazionale. I numeri oggi la mettono a confronto con i grandi network nazionali, eppure l’avventura di Radio Maria è partita dal piccolo, da una sfida che molti definivano troppo ambiziosa.

Le origini parrocchiali
I microfoni si accendono nel 1982 ad Arcellasco, frazione di Erba, in provincia di Como, sull’onda dell’entusiasmo di una missione popolare guidata dai Padri Passionisti che, per dare la possibilità anche agli ammalati che non potevano recarsi a Messa di partecipare all’Eucarestia, usavano una radio mobile istallata su un’automobile. Con una felice intuizione l’allora parroco del paese, don Mario Galbiati, pensa di allestire un’emittente stabile, per consentire non solo agli allettati ma anche agli anziani con problemi di deambulazione di partecipare al Rosario e ai momenti di preghiera rendendoli in questo modo parte della comunità attraverso la preghiera.
Con un solo ripetitore istallato sul campanile, che copriva con le sue frequenze l’Alta Brianza e il Lecchese, Radio Maria, così l’aveva chiamata don Galbiati in segno di devozione alla Madonna, inizialmente si presentava come una delle tante emittenti comunitarie sorte a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, a seguito della storica sentenza della Corte Costituzionale del 1976 che autorizzava le trasmissioni via etere di portata non eccedente l’ambito locale e che, di fatto, aveva dato il via libera alla fioritura della radiofonia privata in Italia, che vedeva molti parroci e religiosi giocare un ruolo chiave nella creazione delle prime, piccole radio comunitarie. Con un palinsesto da subito costruito attorno alla preghiera, l’emittente di Arcellasco si distingueva per una programmazione fortemente confessionale e per la trasmissione dei messaggi della Madonna ai veggenti di Medjugorie, realtà che il fondatore aveva conosciuto durante uno dei pellegrinaggi nella città dell’ex Jugoslavia.

Nasce l’Associazione Radio Maria
Non potendo più seguire a tempo pieno la radio per motivi di salute, nel 1987 don Galbiati affida la gestione dell’emittente a un gruppo di persone, laici e consacrati, che si riuniscono e fondano l’Associazione Radio Maria, presieduta da Emanuele Ferrario, industriale varesino del settore alimentare che subito intuì lo straordinario potenziale del mezzo proponendo una gestione imprenditoriale della radio con l’obiettivo di renderla nazionale. In quel periodo inizia il distacco di don Galbiati. Sacerdote diocesano e soprattutto parroco, don Mario concepiva la radio come un perno attorno al quale riunire la comunità, pensava a Radio Maria come a una sorta di “parrocchia dell’etere”, ovvero come un centro di accoglienza, un santuario dove i fedeli potevano recarsi per pregare, confessarsi, stare insieme, e in effetti all’epoca l’iniziativa aveva attirato nella piccola frazione del comasco folle di venti, trentamila persone.
Di tutt’altra visione era invece Ferrario, alla guida dell’Associazione, secondo il quale l’operazione da fare era esattamente l’opposto: non far venire la gente alla radio, bensì portare la radio alla gente, puntando a una rete che coprisse tutto il territorio nazionale. La frattura avviene nel 1991, quando don Galbiati si stacca completamente da Radio Maria e l’Associazione assume il controllo dell’emittente affidando la programmazione a un sacerdote che già da qualche anno collaborava con Radio Maria e che ne diventerà la voce simbolo, padre Livio Fanzaga.
Nato nel bergamasco da una famiglia operaia, Fanzaga si consacra nel 1966 nell’ordine dei Padri Scolopi, per conto dei quali gestiva la parrocchia milanese intitolata al fondatore, san Giuseppe Calasanzio, occupandosi principalmente della catechesi giovanile. L’avventura Radio Maria inizia a seguito di quello che Padre Livio chiama lo “spartiacque della mia vita”, ovvero l’incontro con la realtà Medjugorie. Incuriosito dal fenomeno delle apparizioni in corso nel paesino croato dal 1981, Padre Livio vi si reca in pellegrinaggio e immediatamente rimane colpito dai veggenti, ai quali crede, tanto da far diventare quest’esperienza una colonna portante del suo apostolato. Comincia così una stagione in cui il sacerdote studia il croato ed entra in stretto rapporto con i veggenti. Proprio grazie a questa rete di relazioni, avrà occasione di incontrare don Galbiati, che inizialmente gli propone di fare qualche servizio per la radio e poi gli chiederà di collaborare più assiduamente con l’emittente.
Quando avviene la frattura tra il fondatore e l’emittente, padre Livio è già pienamente inserito nello staff di Radio Maria e ha maturato un rapporto di amicizia e reciproca stima con Ferrario, con il quale condivide la visione rispetto all’opera di evangelizzazione attraverso la radio. Così, all’inizio degli anni Novanta, Radio Maria si comporta in maniera strategicamente opposta rispetto alle altre emittenti comunitarie, compiendo due scelte che si riveleranno decisive per il progetto. A seguito dell’introduzione della legge Mammì, nel 1990, gran parte delle emittenti cattoliche punteranno a consorziarsi in una syndacation, ovvero in un sistema senza antenne o frequenze proprie, ma basato sui ripetitori delle radio affiliate per la trasmissione di una programmazione in gran parte comune. Ferrario invece sceglierà di puntare a occupare le frequenze e, nonostante gli ingenti costi, lavorerà per acquistare ripetitori. Un’altra decisione che si rivelerà determinante, sebbene già all’epoca suonasse come fuori dal tempo, riguardava la programmazione. Mentre la gran parte delle emittenti di ispirazione cristiana proponeva un palinsesto generali sta nella convinzione di abbracciare una fetta di pubblico più ampio, Radio Maria deciderà di confermare e stabilizzare il perno della propria offerta: la preghiera, potenziandolo affiancandogli programmi di taglio più culturale e formativo.

Il palinsesto
Con un permesso speciale ottenuto dal superiore degli Scolopi, Padre Livio Fanzaga assume la direzione dell’emittente sviluppando un palinsesto organico nel quale i diversi filoni fossero ben distribuiti nel corso delle 24 ore di programmazione. Racconta Padre Livio nel libro intervista con Angelo Montonati: «Da dove vengo? Dove vado? Perché il dolore, perché il male, perché la morte, cos’è il bene o il male? Sono le domande che tutti, dall’intellettuale al più umile degli individui, giovani e anziani, portano dentro di sé. Così ho organizzato una radio che avesse al centro tali interrogativi e cercasse di dare risposte alla luce della fede, nella certezza che soltanto la Parola di Dio possiede le risposte. Ecco cosa intendo quando parlo di radio religiosa. E questo non è devozionismo. Se ogni uomo è in attesa di Dio e cerca di dare un senso alla propria vita, occorre ripartire da Dio. E allora abbiamo impostato la radio sulla preghiera intesa non come culto, come devozione, ma come comunicazione con Dio». Una scelta che si rivelerà decisamente azzeccata, poiché costituirà la base dello sviluppo dell’emittente al di fuori dei confini regionali, posizionando l’emittente tra le radio private italiane più ascoltate in assoluto e costituirà la base del suo successo all’estero.
Gli anni Novanta vedono la Chiesa italiana particolarmente impegnata sul fronte culturale e della comunicazione e la Conferenza Episcopale investe fondi ed energie per una presenza più incisiva sul fronte mediatico. Un’operazione senz’altro apprezzabile che tuttavia, sul fronte radiofonico, non riuscirà a eguagliare la penetrazione capillare di Radio Maria nel territorio. In questi anni si sviluppa intanto la sinergia con Radio Vaticana, da cui Radio Maria comincerà ad attingere per integrare la programmazione autoprodotta e arricchire la programmazione in totale continuità con la linea: la fedeltà al Papa e al Magistero. Nel corso degli anni si diffondono su tutto il territorio nazionale gli studi mobili per i collegamenti, oggi circa 70, che ogni giorno avvengono da località diverse: monasteri, parrocchie e comunità religiose, diventano cellule preziosissime per l’emittente.
Ma la voce di Radio Maria attraversa i confini italiani per irradiarsi in ben 57 Paesi nel mondo, 61 se si contano le minoranze linguistiche. Non è tutto: vinta la sfida dello spazio reale, Radio Maria non si è tirata indietro di fronte a quello virtuale sviluppando un sito che cataloga e offre l’ascolto dei podcast delle trasmissioni e contemporaneamente lo streaming del flusso, mezzi che si affiancano alla presenza sui social network e alla realizzazione di un’apposita applicazione, come se la rete fosse il naturale proseguimento dell’etere, una sorta di megafono del microfono perché la nuova evangelizzazione sia sempre al passo con tempi e strumenti, pur restando fedelmente ancorati al messaggio.

Una sorta di miracolo
Si tratta di un vero e proprio miracolo avvenuto attraverso l’etere, soprattutto se si considera che Radio Maria, altro particolare che la rende una straordinaria eccezione nel panorama radiofonico italiano, vive interamente grazie alle offerte di chi ascolta e grazie alla riduzione dei costi di gestione attraverso una grande opera di volontariato da parte di conduttori e tecnici. Un fatto prodigioso, se si considerano gli ingenti costi di gestione e mantenimento della struttura, dei pur pochi dipendenti e dei ripetitori e il fatto, oggi rarissimo, che l’azienda non ha un bilancio in passivo. Rimarca padre Livio nell’intervista con Montonati: «Noi crediamo che questa radio sia opera di Dio. Senza fare del soprannaturalismo a buon mercato, riteniamo che essa sia uscita dal cuore della Regina della Pace. A suo tempo accennai in privato a un messaggio dato dalla Madonna a Medjugorie nel gennaio 1986 […]. I programmi di Radio Maria li ho costruiti su quella espressione: “Siate annunciatori di conversione”. Ed è questo un altro dei motivi per cui la nostra radio è soltanto religiosa».

DA NON PERDERE

Padre Livio Fanzaga, Radio Maria. Un miracolo di volontariato. Intervista di Angelo Montonati, Sugarco, 2012.

Partendo dalla sua storia personale, Padre Livio Fanzaga presenta la storia di uno dei più grandi fenomeni di volontariato esploso in Italia negli ultimi decenni, quello di Radio Maria, emittente radiofonica le cui dimensioni ormai hanno superato i confini del nostro Paese. L’autore racconta il suo incontro con il fondatore di Radio Maria, don Mario Galbiati, e le origini di questa emittente cattolica, ne spiega l’evoluzione e il successo, ribatte alle critiche e illustra i traguardi raggiunti recentemente con le varie Radio Maria diffuse in tutti i continenti. Il volume è una nuova edizione arricchita dell’intervista con Angelo Montonati, utile per capire che cosa è Radio Maria ma anche per conoscere da dove arriva il religioso scolopio che la dirige.



Dossier: RADIO MARIA UNA VOCE CRISTIANA NELLA TUA CASA

IL TIMONE N. 113 – ANNO XIV – Maggio 2012 – pag. 36 – 38

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