Banner_Il Sabato del Timone_14 dic 24_1920x280

11.12.2024

/
Teologia della storia: il padrone del mondo
1 Febbraio 2014

Teologia della storia: il padrone del mondo



Papa Francesco certifica l’attualità di Benson e del suo romanzo. Al centro di tutto, la figura dell’Anticristo, che affascina anche un grande figlio della Russia come Solov’ëv. Due voci profetiche, nemiche di quella religione umanitaria che vuole divinizzare l’uomo e che realizza proprio la società anticristica in cui stiamo vivendo


Lo scrittore inglese Robert Hugh Benson (1871- 1914) e il filosofo russo Vladimir Sergeevič Solov’ëv (1853-1900) hanno scritto i loro due capolavori sull’Anticristo all’inizio del secolo ventesimo, lanciando alla cristianità un messaggio pressoché identico, pur non conoscendosi affatto. Colpisce come i due polmoni del cristianesimo, quello occidentale e quello orientale, respirassero insieme, pervenendo alle medesime intuizioni profetiche. I loro presentimenti sull’attacco alla fede cristiana da parte delle forze coalizzate del male ci lasciano stupiti. È trascorso ormai un secolo, ma le loro raffigurazioni del combattimento escatologico in atto si dispiegano giorno dopo giorno davanti ai nostri occhi. Essi, a tutti gli effetti, sono nostri contemporanei. Il fatto che Papa Francesco abbia fra le sue letture preferite il romanzo di Benson e lo abbia citato nella sua predicazione nella cappella di Santa Marta può essere ritenuto un segno del tempo in cui viviamo.

Il processo al cristianesimo
I due autori hanno sensibilità ed esperienze diverse, tuttavia concordano nell’essenziale. Il loro merito indiscutibile è quello di aver suonato l’allarme e di aver scosso la Chiesa alla vigilia del più devastante attacco che le “porte dell’inferno” abbiano mai scatenato. Il messaggio apocalittico, che è fondamentale negli insegnamenti di Gesù Cristo e degli apostoli, è stato portato all’attenzione dell’intera cristianità. Le loro narrazioni insegnano al cristiano comune a leggere la storia nella luce della fede. Grazie al loro genio, il romanzo e il racconto sono divenuti strumento di profezia che illumina la navigazione della Chiesa nell’oceano agitato della storia.
Solov’ëv è un cristiano orientale che si avvicinò moltissimo al cattolicesimo senza per altro mai aderirvi formalmente, tanto che prima di morire ricevette i sacramenti da un prete ortodosso. Benson è un anglicano che, dopo aver abbracciato il cattolicesimo, è divenuto sacerdote. La pur diversa tensione verso la Chiesa cattolica di queste due anime sembra quasi un sigillo che il Cielo ha voluto apporre a garanzia delle loro illuminazioni profetiche. Robert Hugh Benson è nato nel 1871 in Inghilterra a Wellington College, ed è morto a Salford nel 1914. Era figlio di un vescovo anglicano, l’arcivescovo di Canterbury. Dopo un’intensa esperienza intellettuale, nel corso della quale ebbe un’importanza decisiva la lettura delle opere del grande John Henry Newman, abbracciò il cattolicesimo e divenne sacerdote. Trascorse il periodo del suo sacerdozio, che coincide con la maturità della sua non lunga vita, dedicandosi alla predicazione e allo scrivere. Fra i temi più importanti della sua predicazione vi è quello dell’intima amicizia con il Signore, frutto di un suo personale cammino interiore. Il personaggio chiave nella lotta contro l’Anticristo, Padre Percy Franklin, divenuto poi l’ultimo papa, esprime la profonda esperienza mistica a cui Benson era pervenuto.


Il volto suadente dell’Anticristo
Anche Benson, come Solov’ëv, presenta l’Anticristo come un uomo straordinario per qualità e capacità, un astro luminoso capace di incantare il mondo. Proprio perché riesce a soddisfare le aspettative dell’umanità, ottiene un consenso universale. Egli è un messia terreno che ha successo laddove quello celeste avrebbe fallito. Ambedue gli autori si distaccano dalla tradizione che descrive l’Anticristo a tinte fosche. Se nel suo intimo è “l’uomo iniquo”, “il figlio della perdizione”, come lo bolla l’apostolo Paolo, all’esterno egli appare come la più alta incarnazione dello spirito del mondo e, in ultima istanza, la più perfetta immagine del falsario infernale. Tuttavia, mentre l’Anticristo di Solov’ëv si oppone esplicitamente a Gesù Cristo, negandone la resurrezione e, quindi, la divinità, quello di Benson punta a distruggere la Chiesa, al fine di cancellare il cristianesimo dalla faccia della terra e realizzare così la nuova religione dell’umanità.
L’affermazione di un nuovo anticristianesimo, che vuole processare la fede cristiana, gettare fango su Gesù Cristo e demonizzare la Chiesa, dimostra la validità e la convergenza delle intuizioni profetiche dei due autori. Tuttavia Benson ha il merito di aver analizzato con straordinaria lucidità l’evoluzione del mondo moderno verso una religione umanitaria, volta a celebrare la divinità dell’uomo e la sua possibilità di procurarsi la salvezza e la felicità. Egli è riuscito a cogliere con grande anticipo l’evoluzione della società che è sotto i nostri occhi e che vuole edificare se stessa rinnegando le fondamenta morali e spirituali sulla quali le generazioni passate l’avevano costruita. Nel medesimo tempo egli coglie le ragioni profonde della crisi della Chiesa, che vede perdere una parte consistente dei suoi fedeli, sedotti dalle lusinghe del nuovo messianismo. L’impostura religiosa irretisce non solo i fedeli, ma anche i sacerdoti e riduce la Chiesa a un piccolo gregge, raccolto intorno alla figura del Papa. Si tratta della crisi della fede, preannunciata da Gesù stesso con le parole che il grande pontefice Paolo VI si ripeteva: «Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,8).
Tuttavia vi è un filone del pensiero di Benson, stranamente ignorato dai vari commentatori, che merita oggi la più attenta considerazione. Si tratta della risposta della Chiesa all’attacco dell’impero delle tenebre. Qui l’autore diviene un maestro eccezionale nell’insegnare l’arte del combattimento spirituale. Infatti, per quanto gli eserciti del male siano potenti, non potranno mai riportare vittoria sulla Chiesa fondata sulla roccia di Pietro. Al “pusillus grex”, al gregge smarrito dei cristiani rimasti fedeli, Benson non solo vuole infondere il coraggio della testimonianza ma anche indicare le armi con le quali Dio concederà loro la vittoria. È qui che il suo messaggio è particolarmente attuale e riguarda non solo la Chiesa intera ma anche ognuno personalmente.

Il mondo nuovo senza Dio
L’intuizione più geniale di Benson è senza dubbio quella di aver visto con molto anticipo l’affermarsi in Occidente di un nuovo paganesimo, il cui “credo” fondamentale è la proclamazione della divinità dell’uomo. Tutto ciò che gli uomini hanno attribuito a Dio e che la Chiesa ha attribuito a Gesù Cristo in realtà va attribuito all’umanità in quanto tale. Non è Dio che ha creato l’uomo, ma è l’uomo che ha creato Dio, pensando che fosse qualcuno superiore a lui e al di sopra di lui. Ora è giunto il tempo in cui gli uomini scoprano che non c’è nulla e nessuno dal quale essi dipendono. Essi sono i padroni del mondo e il loro destino sta completamente nelle loro mani.
Va notato che la religione umanitaria, formulata dal pensiero europeo nel diciannovesimo secolo e divenuta religione di massa nel secolo ventesimo, è la più perfetta e coerente incarnazione dello spirito anticristico, in quanto l’uomo «si contrappone e s’innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio» (2 Ts 2,4). Dietro questa follia non è difficile scorgere il sibilo dell’antico serpente che illuse i progenitori di diventare «come Dio» (Gn 3,6). L’essenza dell’impostura anticristica, come osserva il Catechismo della Chiesa Cattolica, è «uno pseudo-messianismo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne» (675).
Benson scrive pagine memorabili sulla società anticristica, dove, grazie agli straordinari progressi della scienza e della tecnica, l’uomo si illude di costruire il paradiso su questa terra. Nel fondo del cuore tuttavia cova il male, pronto a esplodere da un momento all’altro, mentre l’ultimo nemico, la morte, è ben lungi dall’essere sconfitto, nonostante il “sacramento dell’eutanasia”. Benson è particolarmente acuto quando osserva che nella società anticristica non viene abolita la religione. Al contrario, l’umanitarismo diviene una religione vera e propria con riti e forme di culto raffinate. Molti sacerdoti, che hanno tradito la fede cattolica, entreranno a fare da supporto alla nuova religione dell’umanità. In essa finiscono per confluire tutte le altre religioni, compreso l’Islam. Solo il cattolicesimo, sia pure ridotto a un pugno di seguaci, resisterà saldo nel suo riferimento alla trascendenza.
Se pensiamo che “Il Padrone del mondo” è un’opera scritta circa un secolo fa, non possiamo che ammirare il genio precorritore dell’autore. Noi, infatti, viviamo in un clima culturale dove domina lo spirito del mondo, cioè una visione della vita dove è esclusa radicalmente la dimensione soprannaturale, mentre il cristianesimo, ritenuta una religione barbara e sciocca, è fatto apertamente oggetto di derisione e di persecuzione. È in questo contesto che si colloca la persona stessa dell’Anticristo, l’uomo eccezionale che realizzerà ciò che Cristo non è riuscito a dare all’umanità: la pace, la giustizia e il progresso universali. Giuliano Felsemburg – ambiguo e sulfureo protagonista del romanzo – non esita ad affermare che se Cristo ha detto di portare la spada e non la pace, egli, al contrario, porterà la pace e non la spada. Non solo, ma se Cristo ha detto che avremmo avuto i poveri sempre con noi, egli, l’Anticristo, con la legge sui poveri, grazie alla grande alleanza fra massoneria e comunisti, riuscirà a eliminare la povertà dalla faccia della terra.
Il proclama è degno di una campagna elettorale moderna e non è escluso che qualcosa di simile lo abbiamo ascoltato anche ai giorni nostri: «Cristo disse: “Non la pace, ma la spada”! E le sue parole furono terribilmente vere! “Non la spada, ma la pace!” possono finalmente rispondere tutti coloro che hanno rinunziato alle pretese di Cristo e non le hanno mai volute accettare. I principi dell’amore e della solidarietà, timidamente preannunziati nell’ultimo secolo in Occidente, sono stati raccolti dall’Oriente. Non si farà più appello alle armi, ma alla giustizia. Non dovremo più rivolgerci a un Dio che resta nascosto, ma all’uomo, perché egli ha appreso la propria divinità. È morto, in parole brevi, il soprannaturale, o, meglio, noi sappiamo che esso non è mai esistito. E ora dobbiamo solo mettere in pratica la buona lezione e lasciar perdere ogni tergiversazione, affidando ogni pensiero, ogni parola e ogni opera al tribunale dell’amore e della giustizia» (Robert H. Benson, Il Padrone del mondo, Jaca Book 1989, pag. 109).
Il successo è assicurato. Il fascino che emana dalla persona dell’Anticristo è irresistibile. L’intelligenza, l’eloquenza, la cultura e tutta la gamma della qualità umane lo impongono all’ammirazione universale, tanto più che nessuno poteva accusarlo di «stampa falsa, di corruzione, di intrighi politici o economici, che hanno macchiato la vita di tutti gli altri statisti di altri tempi». Quando, nel tempio di S. Paolo a Londra, il trentatreenne Giuliano Felsemburg è incoronato “salvatore del mondo”, «molti in silenzio piangevano; altri muovevano le labbra, ma non ne usciva parola alcuna. Tutti i volti erano fissi a quella semplice figura, come se in lui fosse riposta la speranza di ogni cuore». I mass media presenti non hanno dubbi: «Pensiamo che, allo stesso modo, venti secoli or sono, gli occhi di tanti si volsero su quell’uomo rimasto famoso nella storia col nome di Gesù di Nazareth» (Il Padrone del mondo, pag. 108).

Una profezia che si sta realizzando
Quando Benson all’inizio del secolo scrisse il suo romanzo non si erano ancora manifestati i messianismi terreni, quali furono il comunismo e il nazismo, con moltitudini di battezzati, apostati dalla fede, che inneggiavano ai salvatori terreni. Tuttavia il “nuovo totalitarismo” contemporaneo, che si è affermato dopo la caduta di quelle ideologie del male, realizza in un modo ancora più radicale la società anticristica. L’eliminazione di ogni dimensione soprannaturale, l’attacco non solo alla Chiesa, ma al cristianesimo in quanto tale, non risparmiando la stessa Persona di Gesù Cristo, sono tratti emergenti delle società occidentali. Ciò che Benson ha ben visto è il fatto che l’Anticristo pacifista, cultore della giustizia e dell’amore universale, non esiterà a mettere in atto un progetto di sterminio dei cristiani, arrivando fino a distruggere Roma. Sarà nel momento in cui gli aerei dell’Anticristo cercheranno di lanciare le loro bombe contro il gruppetto superstite dei cristiani, raccolti sulle colline di Nazareth intorno all’ultimo Papa, che si manifesterà sulle nubi del cielo il vero “Padrone del mondo”.  

 

 

IL TIMONE  N. 130 – ANNO XVI – Febbraio 2014 – pag. 22 – 24

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Per leggere l’articolo integrale, acquista il Timone

Acquista una copia de il Timone in formato cartaceo.
Acquista una copia de il Timone in formato digitale.

Acquista il Timone

Acquista la versione cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Acquista la versione digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Resta sempre aggiornato, scarica la nostra App:

Abbonati alla rivista