Regia di Vittorio De Sica.
con Vittorio De Sica, Adriana Benetti, Anna Magnani, Giuditta Rissone.
1941 – 87 minuti – bianco/nero
Una sorpresa per molti
Se da un punto di vista puramente tecnico, è innegabile, oltre che visibile, che negli anni ci sia stata un’evoluzione del “prodotto” cinematografico, non si può affermare con altrettanta certezza che il medesimo sviluppo sia avvenuto per ciò che riguarda la sceneggiatura. Se infatti si può dire che tutte le apparecchiature che servono a confezionare un film migliorano e si perfezionano in base alle nuove e sempre più potenti applicazioni elettroniche, per ciò che invece concerne la scrittura, i cambiamenti più eclatanti sono quelli che vengono a crearsi seguendo quella che viene comunemente definita “l’evoluzione dei costumi”. Ad un certo punto, si è deciso che nelle pellicole si poteva mostrare e dire quello che si voleva. (e qui ci sarebbe da discutere molto sull’opportunità di chiamarla evoluzione!). Questa considerazione può essere ben compresa con un film la cui trama è, per situazione e svolgimento, lontanissima da noi ma che per “costruzione” narrativa rimane di assoluto piacere nonostante si tratti di una pellicola di settant’anni fa.
Teresa Venerdì è una giovane ragazza che vive in orfanotrofio. L’arrivo del nuovo, giovane medico nell’istituto porta scompiglio e non solo, visto che l’uomo è un impenitente donnaiolo. Nonostante qualche malinteso, tutto si risolverà per il meglio.
Il film diretto da Vittorio De Sica, che non ha ancora intrapreso il filone del neorealismo, ma se ne intravedono già i prodromi, si pone ai margini di quella cinematografia che veniva chiamata “dei telefoni bianchi”. Molte sono le cose che fanno sorridere pensando alla lontananza del tempo (guardate il numero di targa delle automobili). Ma il montaggio serrato, il brio dei dialoghi e la freschezza dei personaggi conducono ad una riflessione sul cinema contemporaneo: si dice che la crisi è data dalla mancanza di idee, ma non sarà che vengano invece proposte idee sbagliate? Un film da vedere perché sarà sicuramente una sorpresa per molti.
IL TIMONE N. 102 – ANNO XIII – Aprile 2011 – pag. 63