LA VERITA’ NON CI SPAVENTA
È proprio vero: noi cattolici siamo tipi strani. I “diversi”, in questo mondo, non sono i gay, siamo noi. Qualcuno insinua, talvolta con pennellate di disprezzo o di compatimento, che siamo gente “fuori dal mondo”. Se ci pensiamo bene, come dargli torto? D’altro canto, è proprio ciò che Gesù aveva preannunciato duemila anni fa, invitandoci a vivere in questo mondo senza tuttavia appartenervi. Pellegrini in una terra che non è nostra, viandanti incamminati verso una patria che non ha i suoi con?ni in questo orbe terracqueo.
Ma come? Nel tempo della dittatura del relativismo, del trionfo del pensiero debole, della equiparazione di ogni idea, della tolleranza per tutti e per tutto, il nostro Papa promulga un Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica con il quale avanza la pretesa di offrire a tutti gli uomini, credenti e non credenti, semplicemente ed esclusivamente la verità. «Esso contiene – dice Benedetto XVI – tutti gli elementi essenziali e fondamentali della fede della Chiesa».
Già si sente qualche voce elevarsi dal coro dei critici: s’è vista mai, di questi tempi, una pretesa più impopolare di questa? Come sopportare questa vena di superbia, autoritarismo e fanatismo?
E noi, popolo di gente strana e “fuori dal mondo”, lungi dall’insorgere rispedendolo al mittente e rivendicando la nostra autonomia di pensiero e di azione, gioiamo, ringraziamo e incassiamo il manualetto, lieti di trovarvi una guida sicura e facile da consultare per conoscere con certezza quelle verità da credere per andarcene in Paradiso.
Sì, amici miei, la Chiesa avanza questa pretesa. Lo fa con umiltà, certo, pronta ad ascoltare chiunque desideri con essa interloquire. La pretesa di avere ricevuto dal suo Fondatore il “regolamento” da seguire per renderci graditi agli occhi del Creatore, di essere in possesso – perché le sono state donate – di quelle verità su Dio e sull’uomo che dobbiamo conoscere, credere e divulgare se non vogliamo buttar via la nostra vita, specie quella eterna. La pretesa di esserne la custode autentica, la sola autorizzata. Alla quale si aggiunge la convinzione di doverle proporre a chiunque dia segno di un qualche pur minimo interesse. Diversamente, essa non avrebbe ragione di esistere.
Siamo strani, noi cattolici, perché questa pretesa di verità non ci spaventa, ma ci tranquillizza. Strani, perché tra i pochi superstiti convinti che ogni uomo, se ben si dispone, quella verità può far sua, conoscere, apprezzare, seguire.
Una diversità, la nostra, che agli occhi del mondo può apparire incomprensibile, ma che sopportiamo tutto sommato senza troppi patimenti. Nulla può essere equiparato alla meta verso la quale stiamo dirigendo i nostri passi. Nel Compendio è disegnata ancora una volta la strada per raggiungerla.
Adesso usiamolo, questo Compendio che riprende in forma dialogica, breve e semplice il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992. Quest’ultimo fu criticato da molti cattolici perché “dif?cile”, “complesso”, poco “pastorale”. Adesso non hanno più scuse. Che la catechesi, soprattutto quella fra gli adulti, possa ?nalmente formare cattolici capaci di trasmettere la Fede, anche grazie a questo strumento.
TIMONE – N. 45 – ANNO VII – Luglio-Agosto 2005 – pag. 3