Banner_Il Sabato del Timone_14 dic 24_1920x280

12.12.2024

/
Un “gemellaggio” della fede
31 Gennaio 2014

Un “gemellaggio” della fede

Una iniziativa de Il Timone

 


Adottare un monastero, regalando un abbonamento: una proposta che il Timone ha lanciato anni fa ai suoi lettori. Hanno risposto in centinaia. Assicurandosi il tesoro di una preghiera quotidiana di tanti religiosi e monache

Adottare un monastero. Adottare, ovvero scegliere per sé, e per i propri cari, un coro di preghiere incessanti, un cuore pulsante di voci oranti che quotidianamente affidino le nostre vite al Signore e a Lui chiedano le grazie che ci stanno più a cuore.
L’iniziativa de Il Timone è partita quasi in sordina nel marzo di quattro anni fa, paradossalmente di fronte a quello che sembrava un problema: tra il 2005 e il 2008 cominciavano ad arrivare lettere da diversi monasteri che comunicavano di non essere più in grado di rinnovare l’abbonamento. Nella maggior dei casi l’ostacolo principale era la necessità di far fronte ad un numero sempre crescente di spese, in altri, il costo dell’abbonamento che, anche se in assoluto non era ritenuto eccessivo, non risultava pienamente conforme alla sobrietà richiesta dalla vita monastica. Per un certo periodo di tempo è stato Il Timone stesso a regalare l’abbonamento ai conventi che ne facevano richiesta, ma il costante aumento del numero di comunità religiose che desideravano ricevere la rivista ha reso impossibile proseguire su questa strada. Parallelamente in redazione arrivavano lettere e email di lettori che, mentre ringraziavano per i contenuti del periodico, chiedevano sostegno e accompagnamento nella preghiera per situazioni difficili che si trovavano a vivere in ambito familiare, lavorativo, relazionale o di salute. Ecco che allora si è pensato di far incontrare due “esigenze” apparentemente lontane. Come? Proponendo ai lettori de Il Timone di “adottare” un monastero pagando l’abbonamento per le comunità che ne facevano richiesta e chiedendo in cambio ai religiosi o alle religiose preghiere secondo le intenzioni del “donatore”.
L’idea è stata proposta nella primavera del 2008 attraverso una lettera, inviata a circa 300 comunità monastiche, nella quale il direttore Gianpaolo Barra illustrava il cuore di quello che può essere definito un “gemellaggio” della fede: ovvero offrire la possibilità a chi vive in un monastero di leggere Il Timone, far conoscere la spiritualità della comunità monastica ai lettori del mensile, porre le basi per un rapporto di reciproco sostegno spirituale in cui la grazia delle preghiere viene donata in risposta alla proposta di riflessione apologetica della rivista.
Ideatrice e coordinatrice dell’iniziativa è Karin Gasert, che con un lavoro paziente, capillare e personalizzato ha contattato telefonicamente i monasteri, raccolto le disponibilità dei donatori e stilato i gemellaggi: «Avevo intuito che la molla che avrebbe fatto scattare la solidarietà era la preghiera, pensando che molti nostri lettori sarebbero stati immensamente grati di sapere che qualcuno pregava per loro, e poteva supplire a quell’incostanza nell’orazione tipica di chi vive “nel mondo”. Eppure, non potevo immaginare quanto entusiasta sarebbe stata la risposta dei lettori, che immediatamente hanno accolto numerosi la proposta di adottare una comunità alla quale affidare le proprie preoccupazioni e le inquietudini quotidiane».
La passione per l’iniziativa non solo non è calata nel corso degli anni, ma continua ad alimentarsi come traspare anche dalle numerose mail che continuano ad arrivare e dal fatto che diversi donatori adottano più di un monastero. Scriveva E.P., la scorsa estate: «Sono una mamma di cinque figli dai 15 ai 35 anni, desidero iscrivermi all’adozione di un monastero per ringraziare il Signore per tutto e affidargli la mia famiglia. Ho un figlio in seminario e fra due anni sarà sacerdote, mentre il secondogenito si sposa la settimana prossima, non abbiamo potuto organizzare grandi feste, o aiutarlo economicamente, ma desidero affidare lui e la sua fidanzata alle preghiere perché formino una famiglia santa. Dopo le nozze partiranno per il Brasile, dove vivranno, prego affinché anche per loro ci sia un incontro che entri nel cuore e cambi la vita. Abbraccio con affetto e gratitudine tutti voi che rendete possibile tutto questo». Parole che fanno eco a quelle di C.V., che insieme al marito, scrive: «Siamo una giovane famiglia abbonata con 4 figli; ci piacerebbe tanto adottare un monastero al quale affidare le preghiere per noi».
Ad oggi sono stati adottati 525 monasteri di ordini diversi: benedettini, carmelitani, francescani e altri 678 sono disponibili a farsi adottare. I donatori spesso chiedono che venga indicata in maniera specifica l’intenzione di preghiera, oppure che venga specificato il loro nome, o quello dei propri cari.
L’iniziativa è andata ben oltre la generosità economica, in quanto ha costruito una vera rete di “supporto spirituale”, dalla quale negli anni sono nati dei rapporti di fraterna amicizia e gruppi di preghiera. Scriveva M.G., un anno fa: «Chiedo di essere prontamente informato per il rinnovo dell’abbonamento regalo alle Monache Carmelitane Scalze con cui ho instaurato, grazie alla vostra magnifica proposta, un bellissimo rapporto di amicizia ed uno stretto legame di reciproche preghiere ». Parole che ricalcano quelle di A.F.: «Ho provveduto qualche giorno fa a “rinnovare” l’adozione del monastero delle Suore Benedettine di Carità di via Torre Argentina di Roma. Sono certo che anche grazie alla loro preghiera (si tratta infatti a mio avviso di una adozione reciproca, dacché loro ci mettono sotto il parafulmine di una preghiera incessante e oblativa), siano piovute sulla vita mia e della mia famiglia tante grazie: tre mesi fa, dopo appena un anno di matrimonio Dio ci ha benedetti con un figlio meraviglioso, Michele, a fine mese ci saranno le convocazioni del provveditorato, decisive per me, che sono un insegnante precario, e già da ora chiedo al cielo di non far mancare a me e a mia moglie il necessario per sostenere la nostra “neonata” famiglia».
In quattro anni di scambi e adozioni, di rapporti epistolari e preghiere reciproche sono giunte anche numerose testimonianze dai monasteri. Tra di queste quella di Padre Angelo: «In verità, l’unico motivo per cui non ho rinnovato l’abbonamento a Il Timone è la spesa, che qui in convento non sarebbe conforme alla povertà della vita religiosa. Davvero ci tengo, poiché vi stimo e ho bisogno della formazione che mi è data dalla vostra rivista. Volentieri donerei inoltre la rivista ad uno dei nostri monasteri. In comunione di affetti e preghiera, vi ringrazio», o anche quella ricevuta dalle monache benedettine del Santissimo Sacramento di Ghiffa che scrivono: «Vorremmo aderire all’iniziativa. Siamo una comunità di monache dell’adorazione perpetua del Santissimo Sacramento, nel nostro monastero giorno e notte davanti a Gesù Eucarestia portiamo l’umanità intera affinché il Signore riversi su tutti la Sua misericordia, il suo amore infinito. Ma la nostra adorazione è anche offerta in spirito di riparazione: per i molti sacrilegi che ancora si commettono contro l’Eucarestia e, più in generale, per tutto il male del mondo. Solo in Cristo ci è donata la salvezza. Saremmo liete di ricevere il mensile, ma indipendentemente da questo assicuriamo il nostro ricordo orante per tutti».
L’iniziativa ha attraversato i confini italiani ed è arrivata in Asia, dove è stato adottato il seminario Redemptoris Mater a Kaohsiung, in Taiwan, aperto nel 1992 con il proposito di dare vita ad una comunità per l’evangelizzazione del popolo cinese. In un clima così complesso e ostile, lavorare per le vocazioni diventa difficile e proprio per questo è ancora più prezioso e significativo il gemellaggio. Scrive il rettore, padre Eugenio Gonzalez Navarrete: «Veramente il Signore porta avanti questa missione perché nonostante la precarietà, questi giovani hanno lasciato tutto per offrirsi al Signore, nonostante la difficoltà dell’evangelizzazione, la precarietà della situazione economica e tante altre cose, vediamo grandi frutti che il Signore suscita in mezzo a noi. Per tutto questo, come diciamo sempre ai nostri benefattori, benvenuti sulla barca della missione che il Signore ci ha affidato».

 

Che cosa fare per "adottare un Monastero"

 

Procedere al versamento tramite c.c.p. o bonifico bancario della somma di € 40, specificando nella causale: “adotta un monastero”. Sarà compito del Timone selezionarlo e comunicare i dati del monastero al donatore.

Se il donatore desidera adottare un monastero da lui conosciuto, è opportuno prima accertarsi che non sia stato già adottato, poi procedere al versamento tramite c.c.p. o bonifico bancario della somma di € 40, comunicando l’indirizzo del monastero scelto alla redazione del Timone tramite telefono, fax o e-mail.

Attenzione: in caso di bonifico bancario, bisogna comunicare i propri dati (ed eventualmente quelli del monastero scelto) alla redazione del Timone tramite telefono, fax o e-mail.

È possibile adottare un monastero anche visitando il sito www.iltimone.org e cliccando al link “Il Timone in monastero”, seguendo le istruzioni. Per qualsiasi chiarimento: chiamare il numero 02.6682.5206 o scrivere all’indirizzo mail: karin@iltimone.org.

 

IL TIMONE n. 110 – Anno XIV – Febbraio 2012 – pag. 12 – 13
I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Per leggere l’articolo integrale, acquista il Timone

Acquista una copia de il Timone in formato cartaceo.
Acquista una copia de il Timone in formato digitale.

Acquista il Timone

Acquista la versione cartacea

Riceverai direttamente a casa tua il Timone

I COPERTINA_dicembre2024(845X1150)

Acquista la versione digitale

Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone

Resta sempre aggiornato, scarica la nostra App:

Abbonati alla rivista