Regia: Franco Zeffirelli
Con Maggie Smith, Judi Dench, Cher, Joan Plowright, Massimo Ghini.
1999 – colore – 117’
È interessante vedere quanto la promozione o il titolo di un film possano incidere sul successo o meno dello stesso (ovviamente indipendentemente dal valore della pellicola). Ho sempre pensato che il titolo,"Un tè con Mussolini" abbia ingiustamente penalizzato un film che meritava un successo decisamente maggiore. La storia è quella di un ragazzino, figlio illegittimo, che viene adottato da un gruppo di signore inglesi, che lo aiuteranno a crescere e a formarsi in anni particolarmente delicati (la figura di Mussolini è "pesante" come periodo storico, ma abbastanza marginale nel contesto del racconto). È la biografia dello stesso Zeffirelli che ha voluto, attraverso
gli occhi del ragazzo, mostrare un'educazione al bello. Così l'arte e l'architettura diventano protagoniste assolute del film ma ancor di più della vita. È infatti assolutamente percepibile, in molti dei film di Zeffirelli, la cura, quasi da pittore, con cui il regista costruisce le scene dei suoi film portando lo spettatore ad avere proprio una sensazione di "impasto visivo" (il termine richiama volutamente la pittura). E non è affatto un caso, infatti, che alcuni allestimenti d'opere liriche curati da Zeffirelli rimangano ancora oggi inarrivabili da un punto di vista scenografico.
Tornando al film, davvero non si possono non citare le formidabili attrici che in modo splendido tratteggiano caratteri e comportamenti apparentemente così diversi, capaci però di trovare l'armonia quando bisogna pensare ad un bene comune. Da guardare con un occhio artistico.
IL TIMONE – N. 52 – ANNO VIII – Aprile 2006 – pag. 63