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14.12.2024

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Una rinnovata pentecoste

Una rinnovata pentecoste

 

 

All’inizio era guardata con sospetto. Ma l’esperienza del Rinnovamento nello Spirito oggi è pienamente riconosciuta dalla Chiesa. È una via che aiuta a vivere la fede richiamandosi a quella effusione dello Spirito che la Chiesa ha conosciuto fin dall’origine della sua storia. 

 

 

 

 

E' in corso ormai da alcuni decenni – dal 1967 negli Stati Uniti, dal 1971 in Italia e poi via via nel mondo intero, fino a raggiungere ottantadue milioni di fedeli cattolici – un’esperienza singolare e importante. Si tratta di quella che è possibile fare all’interno del movimento che in Italia viene chiamato il “Rinnovamento nello Spirito”. In realtà, sia la definizione di “movimento” sia quella di “spiritualità” che ne deriva – intendendo con questa parola l’accentuazione con cui viene vissuta la fede cristiana da un gruppo di credenti – in questo caso sono impropri, perché scopo del Rinnovamento è semplicemente far rivivere con più coscienza e vigore quella che è stata l’esperienza forte di tutta la Chiesa primitiva. A cominciare proprio dagli eventi di Pentecoste, nei quali si realizzò la promessa fatta da Gesù agli apostoli.
Leggendo gli Atti, infatti, possiamo non soltanto assistere alla grande effusione dello Spirito Santo, manifestatosi sotto forma di lingue di fuoco sul capo di ognuno dei presenti, ma anche ai doni che subito si resero visibili in coloro che lo avevano ricevuto.
Il primo dono fu che «cominciarono a parlare in lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi» (At 2,4), stupendo tutti i presenti che, pur provenienti da Paesi diversi, intendevano quanto gli apostoli andavano dicendo perché li udivano parlare ognuno con la propria lingua. E poiché ciò rischiava di essere male interpretato – sono ubriachi, si mormorava – Pietro si dava da fare, cercando di spiegare che non di questo si trattava ma del realizzarsi della profezia di Gioele: «Negli ultimi giorni, dice il Signore, io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno dei sogni. E anche sui miei servi e sulle mie serve in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi profeteranno. Farò prodigi in alto nel cielo e segni in basso sulla terra, sangue, fuoco e nuvole di fumo…» (At 2,17-19).
Ma questi eventi straordinari non si fermeranno in quel giorno di Pentecoste, come una manifestazione unica, fuori dall’ordinario. Se fu diversa nei dettagli, tuttavia gli Atti ci mostrano che di essa si ripeté spesso il nucleo centrale, cioè una presenza manifesta dello Spirito che assisteva gli apostoli, convertiva ebrei e pagani, donava gioia, pace, sapienza, luce interiore. Possiamo, infatti, leggere di altre numerose occasioni in cui avvengono nuove effusioni dello Spirito, spontanee oppure legate alla imposizione delle mani e alla preghiera di fratelli nella fede. Mentre, al contempo, abbiamo più volte la possibilità di conoscere le conseguenze di questa pienezza di Spirito: carismi di ogni tipo, guarigioni miracolose fatte in nome di Gesù Cristo, ma anche il diffondersi dell’amore fraterno tra i cristiani e un sempre crescente slancio apostolico.
La Chiesa primitiva viveva, dunque, un rapporto intenso e vivo con il Soprannaturale, nella certezza che lo Spirito promesso davvero agisse, aiutando l’annuncio del Vangelo, cioè aprendo la strada a Gesù Cristo e alla sua buona novella. Ma anche sostenendo chi si faceva cristiano, perché davvero in lui morisse l’uomo vecchio e quello nuovo potesse realizzarsi sempre più.
Se lo sviluppo della Chiesa nei secoli successivi ha certamente creato una Tradizione che ha precisato e approfondito la fede, dando vita a tutta la ricchezza liturgica, sviluppando sempre di più la spiritualità in una miriade di forme bellissime, qualcosa di quella primitiva spontaneità, di quel rapporto così semplice a al contempo intenso con il Soprannaturale, di quella capacità di vivere lo straordinario come ordinario, qualcosa di tutto questo è andato attenuandosi.
Sta di fatto che, ad un certo punto della storia cristiana, poco dopo la fine del Concilio Vaticano II lo Spirito ha deciso di farsi di nuovamente non presente, perché tale è sempre stato, ma certamente più visibile ai nostri occhi per riattirare la nostra attenzione, per risvegliare i nostri cuori, per facilitare la nostra conversione. Tutto ciò non è stato dovuto ad una scelta fatta a tavolino, ad una decisione di qualcuno. Il Rinnovamento nello Spirito non ha avuto un fondatore. Alla base di tutto c’è stato un evento del tutto imprevisto che ha riguardato un gruppo di universitari in ritiro a Pittsburgh in Pennsylvania. Venticinque giovani cattolici che si erano raccolti in una casa chiamata, con un nome significativo, «L’arca e la colomba».
Il tema del corso avrebbe dovuto essere “Le beatitudini: come rimanere cristiani”. Ma all’ultimo era stato modificato in un altro: “Gli Atti degli Apostoli: ovvero come diventare cristiani”. Erano previste quattro meditazioni accompagnate dal Veni Creator Spiritus. Ricorda Patty Mansfield, una di loro: «Mi trovavo nella Cappella e rivolgevo un pensiero al Signore. Gli stavo dicendo che, se voleva ripetere ciò che negli Atti avevamo meditato, io ero lì. E all’improvviso successe quell’effusione dello Spirito che trasformò la mia vita e quella di molti dei miei giovani amici». Fu il risveglio. Un modo più diretto, cioè, contemporaneo, di guardare a quegli eventi della Chiesa primitiva che si erano ripetuti in quel piccolo angolo di mondo.
Era solo un inizio, da cui avrebbe preso vita un “rinnovamento nello Spirito” che riguarderà via via sempre più persone, che si espanderà – ma il processo continua – in duecentoquattro Paesi. E, con esso, la riflessione su come vivere al meglio questa nuova ventata di Spirito, come favorirla e sostenerla con scelte teologiche e pastorali adeguate. È un’esperienza che si è arricchita con il passare del tempo anche attraverso vicissitudini prevedibili, per forme di preghiera guardate all’inizio con sospetto. Ma, poi, il dialogo e la comprensione anche con la gerarchia, Papa in testa, si sono fatti sempre più facili e profondi. Diceva già nel 1980 Giovanni Paolo II incontrando i gruppi e le comunità italiane: «A questa effusione dello Spirito Santo noi sappiamo di essere debitori di una esperienza sempre più profonda della presenza di Cristo». Infine, nel marzo del 2002, arriverà l’approvazione definitiva da parte della Cei.
Uno dei punti fermi all’interno dei gruppi è proprio quello di formare le persone per sensibilizzarle e prepararle all’esperienza spirituale di “effusione dello Spirito”. Anche quando viene chiamato Battesimo nello Spirito – ma si preferisce usare il termine “effusione” proprio per evitare equivoci – non si tratta di un sacramento che vada abusivamente ad aggiungersi a quelli che già ci sono. È invece un cammino di approfondimento della fede, di presa di coscienza dell’importanza dei due sacramenti della iniziazione cristiana, cioè il Battesimo e la Confermazione, per mettersi nella condizione più propizia affinché di essi si manifestino con pienezza gli effetti. Per aiutare la comprensione di quali siano gli scopi di questa “effusione” e di come vengano preparati coloro che desiderano accedervi, può servire assai bene un recente sussidio in due volumi di Piergiorgio Merlo: “Vi darò un cuore nuovo” in cui l’autore presenta il seminario di preparazione alla effusione come un vero e proprio viaggio guidato dallo Spirito – con l’accompagnamento degli “anziani” del Rinnovamento – che ha lo scopo di condurre all’incontro personale con Gesù destinato a trasformare la vita.
Posso testimoniare di persona del valore di tutto questo. Anni fa ho avuto il dono di ottenere l’effusione dello Spirito assistita proprio da Patty Mansfield. Per grazia di Dio avevo già realizzato l’incontro con Gesù fin dalla mia giovinezza. Però quella ventata del Paraclito illuminò ancor di più la mia fede e la mia vita. E da allora una forza nuova accompagna i miei giorni.

VI DARO' UN CUORE NUOVO

Si intitola “Vi darò un cuore nuovo. Proposta per un seminario di vita nuova nello Spirito” (Ed. RNS, tel. 06-2310577) Il libro dell’avvocato Piergiorgio Merlo, delegato nazionale per la scuola e le metodologie di evangelizzazione del Rinnovamento nello Spirito Santo. L’autore illustra le tappe di una percorso di preparazione al termine del quale, con la preghiera della comunità, si chiede l’effusione dello Spirito Santo sui membri che desiderano far parte del Rinnovamento e riscoprire e attualizzare tutta la potenza della grazia ricevuta nel Battesimo. I numerosi riferimenti biblici che stanno a fondamento delle indicazioni metodologiche e pastorali, offerte in questo agile volume destinato principalmente ma non esclusivamente alle guide e agli animatori dei gruppi del Rinnovamento, testimoniano di una esperienza ecclesiale che si vuole radicata pienamente nella Sacra Scrittura.

IL TIMONE – N.60 – ANNO IX – Febbraio 2007 pag. 56-57

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