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12.12.2024

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Vangeli dell’infanzia: è storia
31 Gennaio 2014

Vangeli dell’infanzia: è storia

 

 

 

 

Nuove riflessioni di carattere apologetico di fronte al tema della storicità dei Vangeli: la data della nascita di Gesù, il censimento, la congiunzione fra Saturno e Giove, la veridicità della “strage degli Innocenti”.
 
 
 
Le vicende storiche collegate con il Natale di Gesù Cristo sono state oggetto di recente della accuratissima indagine giornalistica condotta da Andrea Tornielli, che ha sintetizzato molto bene e con un linguaggio accessibile per tutti problemi estremamente complessi su cui storici ed esegeti hanno versato fiumi di inchiostro.
C’è innanzitutto il problema delle fonti, costituite, a parte gli Apocrifi ricchi di particolari fantasiosi e novellistici, dai primi due capitoli di Matteo e dai primi due capitoli di Luca, i cosiddetti Vangeli dell’infanzia, che molti esegeti, anche fra quelli che ammettono la sostanziale storicità dei Vangeli, tendono spesso a spiegare solo in chiave teologica e ricorrendo a simboli e a richiami dell’Antico Testamento. Ciò è dovuto alla natura miracolosa degli avvenimenti narrati (la nascita verginale, l’annuncio angelico ai pastori, la stella che guida i Magi) che un certo razionalismo moderno preferisce evitare, senza tener conto che la ricostruzione storica deve fondarsi non sul verosimile che può essere falso, ma sul probabile, che è ciò su cui si possono portare testimonianze attendibili.
E i due Vangeli dell’infanzia, così diversi nei particolari riportati e nei punti di vista, e così concordi nella impostazione di fondo e tali da presupporre testimoni diversi ed esperienze diverse, ma non contrastanti (i parenti di Giuseppe e l’esperienza personale di Maria) costituiscono la perfetta verifica di quello che Tucidide (460 a.C. ca – 395 ca) affermava come presa di coscienza dello storico contemporaneo secondo cui testimoni oculari diversi raccontano in modo diverso gli stessi fatti (Tucidide, I,22). Per chi esclude per principio la possibilità del miracolo e dell’intervento di Dio nella storia è chiaro che l’annuncio angelico, la nascita verginale, la stella guida dei Magi, anche se testimoniati da contemporanei e in modo indipendente, devono essere rifiutati: ma si tratta di una precomprensione filosofica e ideologica, non di una corretta applicazione del metodo storico, che non può partire dall’esclusione dogmatica della possibilità di un intervento divino, ma deve valutare correttamente l’attendibilità delle testimonianze che lo attestano.
Lasciando ora da parte gli aspetti più apertamente miracolosi dei vangeli dell’infanzia, vale la pena di soffermarsi su quelli che riguardano più direttamente gli storici: innanzitutto il problema cronologico costituito dalla data della nascita di Gesù. Matteo (2,1) e Luca (1,5) sono d’accordo nel collocare la nascita sotto Erode, re di Giudea: si tratta di Erode, detto il Grande, la cui morte, in base alle Antichità giudaiche di Flavio Giuseppe, spetta al 4 a.C. Gesù nacque dunque prima della morte di Erode e il tentativo ricorrente (e ripreso anche di recente da qualche storico) di correggere il dato di Flavio Giuseppe e di convalidare la nascita dell’anno 0, affermata nel VI secolo d.C. da Dionigi il Piccolo, non trova riscontro nei Vangeli e non è accolto dalla maggior parte degli storici. Luca, che aderendo ai metodi scientifici della storiografia classica dà molto peso alla precisione cronologica, parla di un censimento voluto da Augusto per tutta l’ecumene e pone questo censimento mentre era governatore (eghemoneuontos) Quirinio, precisando che si trattava del primo censimento (Luca 2,2 apographè próte).
Sappiamo da Flavio Giuseppe che Publio Sulpicio Quirinio fece un censimento in Siria e in Giudea come governatore della Siria nel 6 d.C. e ci sono studiosi che pensano a una confusione di Luca; ma l’evangelista parla di “primo censimento” rivolto non alla sola Siria e alla Giudea, ma a tutta l’ecumene, cioè all’impero e ai regni vassalli, e sembra pertanto consapevole della distinzione. D’altra parte Tertulliano (Adversus Marcionem 4,19) parla di un censimento fatto in Giudea da Senzio Saturnino e sappiamo che quest’ultimo fu governatore di Siria fin verso il 7 a.C. e che fu poi impegnato, con ogni probabilità, nella guerra di successione per il trono di Armenia, seguita alla morte di Tigrane III. L’ipotesi che il censimento sia stato effettivamente cominciato da Senzio Saturnino e continuato poi da Sulpicio Quirinio, quando questo, che certamente prima del 6 a.C. aveva finito la guerra contro gli Omonadensi, una tribù del Tauro, reggeva temporaneamente la legazione di Siria, sembra la più probabile.
La nascita di Gesù dovrebbe pertanto spettare al 6/7 a.C. A quest’epoca ci porta anche la triplice congiunzione fra Saturno e Giove, un evento previsto dagli astrologi orientali e tale da spiegare la venuta dei Magi. Con questa venuta e con l’attesa di un re messianico, presente in questi anni in tutto l’Oriente, è collegata in Matteo la strage degli Innocenti, compiuta da Erode nei confronti dei bambini di Bethlem, «nati dai due anni in giù» (Matteo 2,16), in base al calcolo dei Magi. Anche di questo fatto, di cui non parlano altre fonti, si è dubitato, in nome del solito concetto dell’inverosimiglianza: ma, a parte le stragi terribili compiute e progettate da Erode negli ultimi anni della sua vita e che facevano dire ad Augusto che era meglio essere un porco di Erode piuttosto che un suo figlio (con palese allusione all’uccisione dei figli Alessandro e Aristobulo e la somiglianza, in greco, dei termini indicanti figlio e porco), c’è una interessante notizia di Lulius Marathus, liberto di Augusto e autore di una sua biografia, citato due volte da Svetonio (Vita di Augusto, 79,2 per la statura dell’imperatore e 94,3 per un prodigio avvenuto pochi mesi prima che annunciava la nascita di un re): in questo secondo caso, Marathus ricorda che il Senato, spaventato, aveva stabilito che nessun maschio nato in quell’anno fosse allevato, ma aggiunge che i senatori che avevano le mogli incinte avevano impedito la pubblicazione del senatoconsulto. La notizia di Marathus è certamente falsa, per quel che riguarda il senatoconsulto: a Roma certe cose non avvenivano. Ma è interessante osservare la singolare coincidenza dei due racconti. Per chi ritiene che i Vangeli siano elaborazioni tarde, il racconto di Marathus potrebbe essere il modello di Matteo, come, in passato, qualcuno aveva ritenuto che la unzione di Betania di Marco fosse stata imitata da un particolare della cena di Trimalcione di Petronio. In questo caso, però, è stato dimostrato il contrario. Nel caso di Marathus, un Orientale, probabilmente originario della Siria o della Palestina, il modello non è certo Matteo, ma potrebbe essere un fatto reale che – a mio avviso – egli sapeva avvenuto all’epoca di Augusto, dalle sue parti, sotto Erode.

BIBLIOGRAFIA

 

Giulio Firpo, Il problema cronologico della nascita di Gesù, Paideia, 1983.
Andrea Tornielli, Inchiesta su Gesù bambino. Misteri, leggende e verità sulla nascita che ha diviso in due la storia, Gribaudi, 2005.

 

 

 
 
 
IL TIMONE – N. 48 – ANNO VII – Dicembre 2005 – pag. 28 – 29
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