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A pregare si impara pregando, lungo la giornata. L’invito del Papa a riscoprire l’Abc della fede
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16 Dicembre 2014

A pregare si impara pregando, lungo la giornata. L’invito del Papa a riscoprire l’Abc della fede

di Corrado Maggioni

 

«Quando prego, Dio respira in me». Provare per credere! È questa l’esperienza siglata in apertura del tascabile intitolato Preghiere, donato da Papa Francesco ai fedeli riuniti per la recita dell’Angelus nella terza domenica di Avvento, segnata dal convenire di bambini e ragazzi in piazza San Pietro per la benedizione del bambinello.

Poiché l’ossigenazione dello spirito è frutto della preghiera, il Papa ha rilanciato, anche in tal modo, l’invito a pregare ogni giorno e non solo di domenica a Messa, sapendo che a pregare si impara pregando. E quando non si è capaci di trovare le parole, sono le formule scritte, le preghiere appunto, che allenano il cuore alla preghiera.

In copertina c’è la figura dell’orante con le braccia aperte, un affresco risalente al secolo III custodito nelle catacombe di Priscilla, venerando testimone visivo che la preghiera autentica “crocifigge” con Cristo. Aprire le braccia a forma di croce infatti, come spiegava già Tertulliano, è il modo di esprimere con il corpo il desiderio del cuore di assomigliare a Colui che «stendendo le braccia sulla croce» ci ha insegnato che cosa vuol dire pregare. Ossia consumare la vita, giorno dopo giorno, per mettere in pratica il volere del Padre che è nei cieli. Senza paure inutili, ma con coraggio. Senza pressioni esteriori ma con libertà interiore. Senza dover imbonire un dio nemico dell’uomo, ma sapendo di affidarsi a un Padre che è preoccupato, più di noi, del nostro vero bene. Non a caso pregare con le braccia aperte a forma di croce è tradizionale nella Chiesa ed è ancora il modo con cui nella Messa il sacerdote si rivolge a Dio, a nome di tutto il popolo, per Gesù Cristo, nella potenza dello Spirito Santo.

Il libriccino raccoglie formule di preghiera conosciute, brevi, facili da imparare a memoria per far respirare i giorni e le ore del giorno, il mattino e la sera, il risveglio e il riposo notturno, il momento del pasto, le situazioni ed i bisogni particolari, senza dimenticare nessuno. Lo ricorda, anche graficamente alle pagine 32-33, il disegno di una mano che richiama le intenzioni di preghiera suggerite dal Papa a partire dalle cinque dita: il pollice ci fa pensare a chi è più vicino a noi, i nostri cari; l’indice a chi ha il compito di dare indicazioni ad altri; il medio a chi tiene in mano le sorti della società; l’anulare a quanti soffrono nel corpo e nello spirito; il mignolo, il più piccolo, a chiedere l’aiuto divino per noi stessi.

La preghiera per eccellenza del cristiano è il Padre nostro, insegnata da Gesù e consegnataci nel battesimo: perciò è posta all’inizio, al primo posto! Seguono alcune preghiere bibliche, come il Magnificat, canto di lode a Dio salvatore, ed alcuni versetti del salmo 51 (Pietà di me, o Dio, nel tuo amore), del salmo 130 (Dal profondo a te grido, Signore) e del salmo 139 (Sei tu che mi hai tessuto nel grembo di mia madre).

Ci sono poi formule brevi e assai note, apprese a memoria fin dall’infanzia, quali il segno di croce, il Gloria al Padre, l’Ave, o Maria, l’Angelo di Dio e L’eterno riposo. Un atteggiamento caratteristico di chi prega, oltre alla lode e al ringraziamento, è la supplica: sono indicati esempi di invocazione a Gesù Cristo, allo Spirito Santo, a Maria (Salve regina, Sotto la tua protezione, le litanie lauretane, una preghiera di Papa Francesco).

I cardini della giornata, segnati dal sorgere del sole e dal suo tramonto, sono momenti propizi per volgere gli occhi a Dio: «dall’aurora io ti cerco» recita il salmo 63, guidando a porre nelle mani del Signore ogni giorno che incomincia, offrendogli gioie e dolori, attività e progetti. Anche quando scende la sera, il cuore si apre al ringraziamento e alla richiesta di perdono, ravvivando in noi la coscienza che quando i nostri occhi si chiudono nel sonno, il Signore veglia su di noi.

Poiché anche il cibo è dono elargito dalla Provvidenza, sono indicate sobrie formule da recitare prima e dopo il pasto. Tra le innumerevoli preghiere composte da santi e sante, sono riportati celebri testi di san Francesco, di santa Teresa di Gesù Bambino, e dei beati John Henry Newman, Charles de Foucauld e Teresa di Calcutta.
Non potevano mancare preghiere caratteristiche della tradizione orante del popolo di Dio, come l’Angelus Domini, il rosario, la Via crucis e, in anni recenti, la coroncina alla divina misericordia promossa da santa Faustina.

La proposta di questo tascabile è completata da esempi di preghiere da recitare prima della confessione e dopo la comunione eucaristica. Non mancano suggerimenti per lodare e supplicare il Signore in circostanze particolari, come la benedizione dei figli da parte dei genitori, la preghiera per i coniugi e i fidanzati. Contro il potere delle tenebre, pronto ad aggredirci ed impedirci di fare il bene, vi sono anche brevi formule di invocazione a Cristo, a Maria e all’arcangelo Michele.

Le fonti da cui provengono i testi sono la sacra Scrittura, i libri liturgici, il Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica, il manuale delle indulgenze, e la tradizione spirituale.

I destinatari sono tutti coloro che, piccoli e grandi, giovani e anziani, malati e sani, gioiosi e tristi, desiderano percorrere giorni e spazi del pellegrinaggio terreno senza perdere di vista la fonte della vita. La preghiera aiuta a non smarrirsi dietro a fonti inquinate che non dissetano l’animo. Invitando a coltivare, oltre alla preghiera liturgica anche l’orazione individuale e domestica, il Papa ci esorta a fare esperienza che «quando prego, Dio respira in me». Lo esprimeva anche sant’Agostino, con queste parole: «Respira in me tu, Santo Spirito, perché siano santi i miei pensieri. Spingimi tu, Santo Spirito, perché siano sante le mie azioni».

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