L’istituto del padrino e della madrina «è molto importante – dice il vescovo di Massa Carrara – È un accompagnamento alla fede della persona che si accinge a entrare nella Chiesa. Quindi da una parte è irrinunciabile ma dall’altra è necessario che sia interpretato da chi può sostenere fortemente il percorso di fede». Così si è espresso Mons. Mario Vaccari con un decreto vescovile datato 3 dicembre 2023. La norma entrerà in vigore il 7 gennaio 2024 e stabilisce, leggiamo su Toscana Oggi, la sospensione “ad experimentum” per tre anni della figura dei padrini e delle madrine nella celebrazione dei sacramenti del battesimo e della confermazione sia per i bambini che per gli adulti, in vista di una revisione dell’attuale prassi sacramentaria.
La prassi consolidata, infatti, è quella di scegliere persone che siano legate alla famiglia da semplice affetto o vicinanza, senza considerare adeguatamente quanto queste persone possano ottemperare al principale obbligo a cui li vincola questo compito: accompagnare il cresimando nel cammino di vita cristiana. Un tempo, poiché la fede e la pratica consapevole erano largamente condivisi, questa sovrapposizione poteva avvenire con buona approssimazione: lo zio, la nonna o l’amico, legati da vincoli di parentela e/o affetto, erano quasi certamente in grado di vigilare e sostenere il cammino di crescita spirituale del giovane che avrebbero accompagnato al rito della Confermazione. Oggi non è più così, l’intero tessuto sociale che si propagava intorno alla famiglia e alla comunità parrocchiale è pieno di sfilacciature e falle, e occorre tenerne giusta considerazione.
Lo scollamento tra fede e vita, tra la dichiarazione di essere cattolici e la realtà è ampiamente avviato; anche l’Italia, ahinoi, può vantare una diffusa impreparazione o incertezza in merito ai principali contenuti di fede, basti ricordare come ben il 10 per cento di coloro che si dichiarano praticanti ritengano Cristo non il Figlio di Dio, Seconda Persona della Trinità, ma un semplice uomo ispirato da Dio o, peggio, un mito. Potremmo quasi concludere, dunque, che nel caso della celebrazione dei sacramenti, non possa più bastare una semplice “autocertificazione”, se le carenze sono proprio sui fondamentali e non vengono nemmeno percepite come tali.
Secondo il titolare della Diocesi di Massa Carrara è quindi imprescindibile restituire al ruolo di padrini e madrine la piena portata educativa di accompagnamento nel cammino della vita cristiana senza ridurre questa importante istituzione alla semplice presenza liturgica. Se ci rifacciamo al CCC al punto 1311 leggiamo: Per la Confermazione, come per il Battesimo, è conveniente che i candidati cerchino l’aiuto spirituale di un padrino o di una madrina. È opportuno che sia la stessa persona scelta per il Battesimo, per sottolineare meglio l’unità dei due sacramenti. 137 Nelle premesse del Rito della Confermazione la figura del padrino è dettagliata nei suoi doveri e nelle qualità che deve possedere:
Il padrino dovrà accompagnare il figlioccio a ricevere il sacramento, presentarlo al ministro della Confermazione per la sacra unzione, e aiutarlo poi a osservare fedelmente le promesse del Battesimo, corrispondendo all’azione dello Spirito Santo, ricevuto in dono nel sacramento. Se il padrino o la madrina saranno lo stesso del Battesimo sarà meglio espresso il nesso che esiste tra i due sacramenti dell’Iniziazione cristiana, resta comunque possibile scegliere per la Cresima, o Confermazione, un padrino diverso; può anche darsi il caso che siano i genitori stessi a presentare i loro bambini.
Al sacerdote spetta verificare che padrino o madrina siano spiritualmente idoneo all’ufficio che assume, e abbia queste qualità:
a) sia sufficientemente maturo per compiere il suo ufficio;
b) appartenga alla Chiesa cattolica e abbia ricevuto i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana:
Battesimo, Confermazione ed Eucaristia;
c) non abbia impedimenti giuridici per il compimento del suo ufficio di padrino.
Il decreto vescovile si articola specificando come sia necessario provvedere a questa imprescindibile necessità di accompagnamento in modo che sia recuperata la sua reale e piena portata spirituale e pedagogica: «Studieremo in che modo ciò possa essere fatto, potrebbero ricoprire questo ruolo diaconi, referenti delle comunità o i parroci stessi nelle realtà più piccole ma anche catechisti. Dobbiamo trovare percorsi alternativi». Compito dei parroci sarà anche illustrare adeguatamente ai fedeli le ragioni pastorali che hanno indotto a prendere questa decisione, immaginando, forse, rimostranze in merito alla novità che non tutti saranno pronti ad accogliere con animo docile, proprio in forza di quelle prassi consolidate e ritenute sufficientemente valide mentre invece, secondo la ratio del decreto, sono proprio queste ultime ad offuscare il significato più profondo del ruolo di padrino e madrina.
Chiediamo di ripensare una vicinanza forte per aiutare in questo processo di crescita nella fede, un cammino che ha bisogno di una base. E se mancano le basi difficilmente si sta in piedi, si legge ancora nel testo. La vera accoglienza, così come la intende la Chiesa infatti, non può mai significare annacquamento della Verità e revisione indebita dei doni di grazia che amministra. È esattamente per amore dei credenti e dell’alto compito di trasmissione della fede (esiste forse dono più prezioso che la possibilità della Salvezza?) che occorre essere fermi sui fondamentali e recuperare il compito anche educativo che la Chiesa, non solo Madre ma anche Maestra, è chiamata a compiere in ogni tempo e in ogni condizione. Persino quella attuale, attraversata da cambiamenti turbolenti e accelerati, da sfide inedite e scenari che non sempre sappiamo immaginare, perché di una cosa restiamo certi, che entro qualsiasi orizzonte, anche il più imprevedibile o apertamente anti-cristiano, il cuore dell’uomo resta lo stesso e così la redenzione che Cristo solo continua a portare. (Fonte foto: Diocesi di Massa Carrara, YouTube)
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