Il Timone ha dato ampiamente conto, nei giorni scorsi, di tutti quei vescovi – dalla Nigeria al Kazakistan, dall’Ucraina allo Zambia – i quali, sia pure con toni differenti, si sono smarcati da Fiducia supplicans, il documento dell’ex Sant’Uffizio che ha dato il via libera alle benedizioni delle coppie irregolari, comprese le coppie dello stesso sesso, sia pure operando una serie di distinzioni (su tutte quelle tra «coppie» e «unioni») che a tanti osservatori non sono parse convincenti. Ebbene, da ieri si è aggiunta un’altra voce di non poco conto tra quelle critiche verso il nuovo documento.
Si tratta di quella della Conferenza episcopale ungherese che, in una nota diffusa ieri centrata in modo chiaro su Fiducia supplicans, ha preso in modo netto le distanze da ogni forma di benedizione alle unioni gay. Questo il contenuto del comunicato: «La Dichiarazione del Dicastero della Dottrina della Fede sulla pastorale delle benedizioni, intitolata Fiducia supplicans, pubblicata il 18 dicembre 2023, non modifica la fede originaria e l’insegnamento della Chiesa cattolica sul matrimonio e sulla morale sessuale.
Tenendo conto della situazione pastorale del nostro Paese, la Conferenza Episcopale formula come guida per i pastori che si possano benedire tutte le persone individualmente, indipendentemente dalla loro identità di genere e dal loro orientamento sessuale, ma si debba sempre evitare di dare una benedizione comune alle coppie che insieme in una mera convivenza, in un matrimonio non valido in chiesa o in un’unione omosessuale». Che dire, sono parole decisamente chiare e che hanno un peso non trascurabile a livello ecclesiale.
Sì, perché l’Ungheria è un Paese – non è un mistero per nessuno – che sta particolarmente a cuore a Papa Francesco, che l’ha visitato con un viaggio apostolico non più tardi di qualche mese fa, tenendo anche discorsi di respiro europeo. Ne consegue come, agli occhi di Casa Santa Marta, che la Conferenza episcopale ungherese abbia voluto (in buona compagnia, come già detto) mettere in puntini sulle ì rispetto a Fiducia supplicans, ecco, non può non avere un suo peso. Di certo è un segnale; e per quanto sia presto per stabilire se avrà conseguenze, certamente possiamo affermare che non passerà inosservato (Fonte foto: Imagoeconomica).
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