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9.12.2024

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Boom per l’album di bestemmie come antistress. Un triste “successo”
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19 Gennaio 2024

Boom per l’album di bestemmie come antistress. Un triste “successo”

Dal 1999 in Italia la bestemmia non è più reato, ma è considerata solo un illecito amministrativo. Qualcos’altro deve essere avvenuto nel frattempo nel senso comune se da peccato, offesa, grave manifestazione di intemperanza o espressione folkloristica in alcune regioni è passata al rango di “passatempo antistress”. Nella categoria “Linguistica” di Amazon, il libro più venduto è infatti un album da colorare, classificato come idea regalo per adulti. Innanzitutto classificare questo prodotto para-editoriale in “linguistica” grida vendetta al cospetto di Dio e questo va detto. Lo stile delle pagine da riempire di colori – non tutte a dire la verità, pare che l’autore abbia fatto un po’ il furbo e in molti casi si tratta di titoli da cartelloni in stile Festa del Ciao – è il mandala. Che brutta fine anche per questo più che degno simbolo di ciò che buddisti e induisti intendono per armonia dell’universo.

Il titolare di cotanta opera, che si nasconde e pavoneggia dietro il nom de plume (O. Male Detto), deve aver trovato un filone redditizio se cliccando sulla scheda che lo riguarda vediamo snocciolati altri titoli, che gli saranno sembrati simpaticissimi e vanno dall’enigmistica intrecciata alla bestemmia, all’annuario con tutte le imprecazioni rivolte a Dio, rigorosamente cristiano perché si sa che è quello più largo di manica, a un santo al giorno da insultare, passando per più generiche e inclusive raccolte di parolacce e volgarità, sempre da colorare e pronunciare con rinvigorita consapevolezza.

La caratteristica che sembra voler sottolineare già dalla breve presentazione è l’o-ri-gi-na-li-tà. Poverino, non lo sa che purtroppo ormai bestemmiano anche i bambini delle elementari e che alcune bambine sotto i dieci anni hanno incontrato, loro malgrado, le imprecazioni più classiche e offensive verso Dio e Sua madre al centro estivo in oratorio? Ricordo che una delle mie figlie ce ne diede un ingenuo e scioccante saggio una volta a tavola, pronunciandone una e chiedendo come mai i ragazzi più grandi (tutti comunque sotto i 16 anni) le dicessero così spesso. Non sa nemmeno che per poter bestemmiare sul serio c’è bisogno che un certo seppur vago senso di sacro rimanga saldo nei cuori dei suoi clienti, solo così la bestemmia mantiene il suo fascino di sfida al divino che le dà significato.

Non dico che quei cretinetti che lo hanno comprato, regalato, riempito pazientemente con fasci di colore ben steso dentro i margini debbano avere la statura di un Capaneo dantesco, ma così, ragazzi miei, che miseria. Bestemmiatori moderni che si arrabbiano solo perché non trovano parcheggio o la suocera insiste per venire a pranzo due domeniche di fila, questo il suo target dichiarato, insieme alla noia della routine quotidiana. Niente pugni alzati contro il cielo, solo bordi della mano destra sporchi di azzurro, rosa e verde. Niente sfida al padre di tutti gli dei, Zeus, che magari ha ancora qualche saetta nella sua faretra da recapitarvi più rapidamente di una consegna Prime, niente lacrime di rabbia e gola strozzata dal livore contro un Dio che tace davanti alle ingiustizie, solo risatine da adolescenti auto percepiti che credono di essere furbi perché il Don non li ha sentiti, ah ah ah, mentre assemblavano un nuovo insulto in direzione del Creatore.

Peccato; perché bestemmiare sul serio mantiene una sua perversa dignità e vi guadagnerebbe, magari, la preghiera di riparazione di qualche anima sveglia pronta a intervenire con invocazioni al Santissimo Nome di Gesù, non prima di avervi scosso-metaforicamente o meno- con un preciso rimprovero. A me è capitato qualche volta di farlo e non è andata malissimo. La prima con un manipolo di ragazzini in bicicletta in giro per il nostro paesello di campagna: «Ehi, perché bestemmi? non sai che offendi Dio e fai male a te stesso e ai tuoi amici? Adesso la smetti, vero?»: non so se per loro ero già oltre la staccionata che separa gli adulti dai vecchi brontoloni, sempre pronti a scuotere la testa per la gioventù di oggi e la decadenza dei costumi, fatto sta che quel poco più che bambino è rimasto interdetto, ma colpito. E mi ha assicurato con una sincerità favorita dalla soggezione che avrebbe smesso, chiedendo scusa e annuendo con la testa sudata e le guance arrossate. Un altro paio di bigotti brontoloni attenti all’educazione dei giovanidoggi sul suo cammino e potrebbe essersi già confermato nel suo cambiamento di vita.

La seconda volta con un signore che il cancello della terza età l’aveva già superato da un po’ e chiuso col lucchetto: la sua voce sovrastava il rumore del motore, ripetendo una ristretta varietà di espressioni, perché il terreno su cui doveva muovere il piccolo macchinario agricolo era fangoso e difficile da manovrare. Quelle continue ripetizioni non sembravano un ripasso a voce alta del manuale d’uso del veicolo, eppure erano perentorie, insistite come se per lui potessero avere un effetto risolutivo sul problema che lo stava crucciando: bestemmiava come un turco, sembrava tenesse il ritmo. Alla semplice e gentile richiesta di interrompere con le imprecazioni si è fermato, ha chiesto scusa e ha spiegato che lo faceva solo perché era stanco e arrabbiato. L’ho ringraziato per il lavoro faticoso che stava facendo e gli ho suggerito di chiedere una mano al ragazzo che era lì con lui e non sapeva più dove guardare dall’imbarazzo (come dargli torno, in effetti).

In ogni caso, lo dico a favore di adulti stressati a cui lo yoga non fa effetto e autori trasgressivi come una gonna appena sopra il ginocchio, per «chi viene colto a bestemmiare pubblicamente, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da cento a seicentomila lire», lo dice la Gazzetta Ufficiale, art 724 Codice Penale. Ai bestemmiatori seriali l’onere di convertire l’importo in euro o quello di sperimentare altre attività antistress. Una bella confessione, per esempio. Seguita dalla recita del rosario, completo, la conversione in preghiere ve la offro io: quattro volte cinque decine. Più una per le anime del Purgatorio, che male non fa. E tutte le Litanie Lauretane, Amen. (Fonte foto: Pexels.com)

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