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Costretto a «indagarsi» vescovo USA accusato di atti omosex. Un complotto perchè lui è anti-LGBT?
NEWS 8 Luglio 2014    

Costretto a «indagarsi» vescovo USA accusato di atti omosex. Un complotto perchè lui è anti-LGBT?

di Marco Tosatti

L’Arcivescovo di una importante città americana ha deciso di aprire un’inchiesta su un Prelato accusato di aver compiuto avances improprie nei confronti di altri preti, e di affidare la guida dell’indagine al vescovo ausiliare e a un’agenzia indipendente specializzata in questo genere di lavoro. Sarebbe tutto normale, e banale, se l’oggetto dell’indagine non fosse l’Arcivescovo stesso. Si tratta di John Nienstedt responsabile della diocesi di Saint Paul e Minneapolis.

L’iniziativa è stata annunciata con un comunicato da parte della diocesi stessa: “Sotto la mia direzione, l’arcidiocesi di Saint Paul e Minneapolis sta conducendo un’inchiesta interna che include accuse nei miei confronti – ha detto – Queste accuse sono assolutamente e interamente false. Tuttavia ho dato disposizione al vescovo Lee Piché di supervisionare un’inchiesta approfondita e indipendente e di affidarla a un’agenzia esterna, senza collegamenti con l’Arcidiocesi affinché compia l’inchiesta”.

Nienstedt ha poi voluto precisare che “le accuse non riguardano minori o membri laici, e non implicano nessun comportamento illegale o criminale. Fanno riferimento a eventi che affermano siano accaduti almeno dieci anni fa, prima che cominciassi a servire nell’arcidiocesi di Saint Paul e Minneapolis”.

L’agenzia scelta è una delle più quotate di Minneapolis, la Greene Espel. All’inizio dell’anno l’Arcivescovo, accompagnato dagli ausiliari si è recato in volo a Washington, per mettere al corrente il nunzio pontificio negli Usa, monsignor Carlo Viganò, della vicenda. Trattandosi di un’inchiesta interna, e senza nessuna ricaduta di carattere penale o civile, il compito dell’agenzia è quello di fornire alla fine dei lavori un rapporto all’Arcidiocesi. Una volta che questa fase sarà compiuta, il rapporto sarà presumibilmente consegnato al Nunzio pontificio negli Stati Uniti affinché possa informare sia il Papa che le Congregazioni interessate.

“Spero e prego che la verità emerga dai risultati dell’inchiesta”, ha dichiarato Nienstedt. Nel dicembre scorso Nientstedt si era auto-escluso dal ministero pubblico dopo essere stato accusato di aver toccato in maniera inappropriata il sedere di un minore durante una fotografia seguita alla Cresima. In marzo, dopo che il procuratore della contea lo aveva  scagionato completamente ha ripreso il suo ufficio.

Nienstedt è stato nominato vescovo ausiliare di Detroit nel 1996, e vescovo a New Ulm, Minnesota, nel 2001. Sei anni più tardi venne la nomina di coadiutore nell’arcidiocesi di St. Paul and Minneapolis. È Arcivescovo dal 2008, e si è reso noto soprattutto per le sue severe prese di posizione relative ai comportamenti omosessuali. Un elemento che sembra contrastare in maniera netta con le accuse elevate a suo carico.  “Quelli che incoraggiano attivamente o promuovono i comportamenti omosessuali… cooperanoformalmente in un male grave, e se lo fanno coscientemente e volontariamente, sono colpevoli di peccato mortale”, scriveva Nienstedt nel 2007.

In precedenza aveva messo in guardia contro Brokeback Mountain, la storia di due cowboys, sposati, che si innamorano l’uno dell’altro. Chiamava in causa Hollywood, e i produttori del film: “Di sicuro devono essere coscienti di aver girato le spalle a Dio e agli standard di Dio nella loro ricerca di far apparire il male così attraente”. Nienstedt ha preso posizione attivamente contro il “matrimonio” omosessuale, registrando l’introduzione a un dvd sul tema che è stato inviato e centinaia di migliaia di cattolici del Minnesota.