Il sangue degli innocenti, come quello dei martiri, diventa seme di nuovi cristiani o comunque sempre seme di bene. È un pensiero che viene spontaneo accostando queste due storie, nei due Paesi che oggi riscoprono motivi antichi di contrapposizione, per usare un eufemismo.
Scriveva AsiaNews pochi giorni fa: «La chiesa ortodossa costruita a Beslan, Ossezia del Nord, sul luogo della strage dei bambini della scuola n° 1, ha ora la sua croce sulla cupola più alta. La cerimonia di benedizione e posa della croce – presieduta dall'arcivescovo di Vladivkavkaz, Zosima – si è svolta il 3 ottobre, in concomitanza con una commemorazione religiosa delle vittime dell'attentato, in cui nel 2004 rimasero uccisi oltre 180 bambini. "E' un evento che ha un grande significato storico", ha detto l'arcivescovo parlando agli abitanti di Beslan riunitisi sul luogo di quella che era la palestra della scuola, dove i terroristi per tre giorni tennero in ostaggio oltre mille persone. "Nel luogo dove dieci anni fa fu versato il sangue di bambini innocenti, grazie alla buona volontà di molte persone, è stata costruita una chiesa – ha detto ancora l'arcivescovo – La croce che oggi vi viene posta proteggerà Beslan e l'Ossezia da ogni male. Dio vi benedica"».
Negli Stati Uniti, invece, per la precisione a Lansing, nel Michigan, una clinica per aborti è stata chiusa grazie agli sforzi della locale parrocchia cattolica. La comunità aveva organizzato per cinque volte di fronte all’edificio i «40 days for life», quaranta giorni di preghiera per le vittime innocenti e per la conversione di tutte le persone coinvolte nella loro mattanza. Alla fine, è riuscita a convincere l’affittuario della struttura, con una proposta per lui più vantaggiosa, a non rinnovare più il contratto di locazione alla WomanCare Clinic che l’aveva in uso, ma a concederla appunto alla parrocchia. Ora, là dove migliaia di vite non hanno mai visto la luce, verranno aperti degli uffici e splenderà il lumicino di un tabernacolo, perché nascerà una cappella.
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