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Destinatari della Sua bontà, possiamo essere suoi strumenti
NEWS 29 Ottobre 2023    di don Luca Mele

Destinatari della Sua bontà, possiamo essere suoi strumenti

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

L’ennesima trappola per Gesù, un ulteriore lezione per noi. Il maestro non abbocca, va oltre, e i nemici rinunciano ad interrogarlo ancora. Anche quella di questa domenica è una risposta che ci serviva… Se gli ebrei non riuscivano a ricordare le centinaia di norme e precetti, un riassunto è utile anche per chi ha dimenticato pure solo i dieci comandamenti, i quali proprio così strutturati: l’amore per Dio, per gli altri, per se stessi.

Più che una sintesi, altrimenti si accetta l’idea che si tratti di un elenco moralistico di precetti, la prospettiva è più profonda: cosa caratterizza il credente, in cosa si distingue il cristiano, quale la sua identità, se non in relazione a Dio Amore?

L’amore è il centro da cui tutto deriva o «dipende», oltre il legalismo o l’esteriorità; amare è l’unica legge della vita. Ma quanto questa parola, ieri come oggi, è esposta a fraintendimenti? Ne paga anche Agostino, vescovo d’Ippona, quando la sua affermazione «ama e fa’ ciò che vuoi», viene ripresa egoisticamente a seconda delle situazioni.

È prossima nella narrazione matteana la notte del 14 di nisan e Gesù vuole e deve farsi capire, anche per spiegare il momento più alto e sublime dell’amore: amate «come io ho amato voi». Un «come» che prima di spronare all’imitazione, dice anzitutto il fondamento: sul fondamento di come io vi ho amato, potete amarvi anche voi. Amore come virtù teologale, non solo come sentimento umano; e con la fede e la speranza (citate nella preghiera di colletta), esserne «ben radicati e fondati» in esso e così «in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza».

Di spunti per imparare ad amare e crescere nella carità è piena la Sacra Scrittura e specialmente il Vangelo e il Nuovo Testamento, innumerevoli le testimonianze dei santi e infinito il magistero della Chiesa. Tanti elementi per cui anche il battezzato del terzo millennio attenderebbe una sintesi; oltre la malizia del fariseo protagonista nella pericope odierna o la saggezza dello scriba di cui parla l’evangelista Marco raccontando un incontro quasi identico, conta maggiormente incarnare il perché e il per chi.

Rimaniamo in Lui, più ci riscopriamo destinatari della sua bontà, più possiamo diventare strumenti d’amore.


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