La grande attrice della cosiddetta “fabbrica dei sogni”, la partner cinematografica di Elvis Presley, un giorno lasciò tutto per darsi totalmente a Cristo. La sua storia, affascinante, è stata raccontata da Alessandra Nucci su La Bussola Quotidiana all’inizio del 2011. Eccola.
In un’epoca come la nostra in cui bene e male si fanno coincidere con ciò che fa piacere e ciò che dispiace trovare un modello di vita imperniata sullo spirito di sacrificio che sia credibile agli occhi dei giovani sembrerebbe un’impresa impossibile. Ecco invece che lo Spirito Santo interviene quando il mondo meno se lo aspetta e riporta all’attenzione del mondo un’attrice di Hollywood che 47 anni fa, all’apice di una carriera di successo, abbandonò le gioie terrene che tutti le invidiavano per ritirarsi in un convento di clausura.
In un intervista televisiva trasmessa dal canale televisivo statunitense EWTN, Eternal Word Television Network, si è ripresentata al vasto pubblico Dolores Hart, l’attrice che nel 1963 aveva rinunciato a soldi, carriera, successo e onori per dedicare la vita soltanto a Dio.
Madre Dolores veste l’abito delle benedettine, ma a 73 anni i suoi lineamenti spiegano ancora perché al suo debutto fosse stata soprannominata “la nuova Grace Kelly”. L’intervista, disponibile sul canale YouTube dell'emittente EWTN (al 28esimo minuto della puntata del programma World Over, condotto da Raymond Arroyo, trasmessa il 20 agosto scorso), è punteggiata dagli spezzoni dei suoi film accanto a miti come Elvis Presley e Montgomery Clift.
Dolores Hart, oggi priora del monastero benedettino dove vive da quasi mezzo secolo, fu la prima attrice a dare un bacio cinematografico a Elvis. Di lui regala un ritratto non inedito ma poco conosciuto: era un “southern boy”, racconta, un ragazzo del Sud, allevato nella religione cristiana battista, e nei lunghi intervalli passati con lei fra una ripresa e l’altra leggeva la Bibbia. Le sottoponeva i versetti che lo colpivano e le chiedeva: «What do you think of this?»: “che te ne sembra?”.
Elvis era già l’idolo delle ragazzine, per girare le scene in cima a un grattacielo, racconta Madre Dolores, lo dovevano raggiungere passando per dei ponteggi da un palazzo all’altro perché le strade erano intasate dalle fan. Però, conclude la religiosa, «sono contenta di essere fra i pochi ancora al mondo che possono testimoniare di che persona perbene che era».
Toccante e di peso anche la testimonianza del fidanzato, abbandonato alle soglie del matrimonio per il convento. Don Robinson, benestante uomo d’affari, ancora adesso aitante, non si è mai sposato. Quando vide che la sua bellissima Dolores cominciava a essere assorta in pensieri che non lo includevano, fu lui a dirle di fare chiarezza dentro di sé. Ciononostante, l’annuncio della sua decisione lo colse alla sprovvista e non ha difficoltà a ricordare che scoppiò a piangere, dicendole subito però «questa cosa la devi fare, e io ti sarò accanto». Da allora è stato di parola, dalla California va a trovarla almeno due volte all’anno, nel Connecticut, dall’altra parte degli Stati Uniti, e quando occorre è di aiuto al convento. Dice: «non è detto che tutti gli amori debbano finire davanti all’altare».
Rovistando nella vita di Dolores Hart emergono ancora altre testimonianze di persone famose. Una è Patricia Neale, premio Oscar nel 1964 per il ruolo di protagonista accanto a Paul Newman nel film Hud il selvaggio.
Quando entrò in crisi dopo il divorzio dallo scrittore di fiabe per bambini Roald Dahl, cercò conforto al convento benedettino da Madre Dolores. Ce la portò la figlia di Gary Cooper, Maria, nonostante la Neale fosse stata in anni passati l’amante di suo padre, del quale era rimasta incinta e aveva abortito. Madre Dolores chiosa così il gesto di Maria Cooper: «Se si è perdonato davvero, allora al perdono deve seguire l’azione, per questo Maria l’ha aiutata nel momento del bisogno».
Questo avveniva vent’anni fa. Successivamente Patricia Neale ha creato un teatro all’aperto adiacente al monastero e ha voluto essere sepolta sul terreno delle suore, essendosi convertita al cattolicesimo quattro mesi prima di morire.
Alla domanda se le manchino mai il mondo e le amicizie di Hollywood la religiosa sgrana gli occhi ed esclama: «Ovviamente! Fare l’attrice coronava il sogno che avevo avuto da quando avevo sette anni! Ero felicissima a Hollywood! La mia esperienza non facile fu una prova lunga e durissima. Ma lo Spirito Santo ci aiuta sempre a compiere quello che siamo chiamati a fare. E mi resi conto che la mia ricerca di Dio era una ricerca sponsale.
C’è una promessa legata a ogni vocazione che va al di là dei sogni più stravaganti. È un dono che il Signore ti offre, e il Signore è di parola. La mia vocazione mi ha gratificato completamente».
A chi deve decidere oggi della propria vita Madre Dolores spiega che «per ogni generazione la chiamata è diversa, perché i bisogni della Chiesa sono diversi. I giovani che cercano Dio al giorno d’oggi devono ascoltare il proprio cuore. Questa epoca deve avere la propria testimonianza».
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