Lo spettacolo “Bernadette de Lourdes” è un musical che ha debuttato nel 2019 e continua a riscuotere enorme successo di pubblico. L’opera mette in scena, senza romanzarla, la storia della giovanissima veggente e, come spiega uno dei due produttori ad Aleteia Francia, Roberto Ciurleo, «non danneggia in alcun modo la laicità, poiché è soprattutto una pagina della storia della Francia che raccontiamo», dal momento che la sceneggiatura si basa su verbali e testimonianze dell’epoca.
Eppure il 13 ottobre la commissione del Pass Cultura, iniziativa nata dalla partnership tra Ministero della Cultura e Ministero dell’Istruzione, ha laconicamente ma categoricamente rifiutato di inserire lo spettacolo nell’offerta rivolta a giovani tra i 15 e i 18 anni, perché non rispetterebbe la carta della laicità, entrata in vigore nel 2013, sotto il ministro Peillon, che l’ha voluta affissa, e con una certa solennità, in tutte le scuole pubbliche del paese.
La motivazione del rifiuto infatti non è argomentata, ma semplicemente comunicata in termini asciutti: l’opera non proporrebbe, secondo la commissione, un approccio rispettoso dei tre pilastri previsti per essere inseriti nell’offerta culturale accessibile con il Pass Cultura, che sono «l’acquisizione della conoscenza, la pratica artistica e scientifica e l’incontro con opere, artisti e altri professionisti.». E, concludono, «il rispetto della carta (sic) della laicità pone inoltre delle questioni».
L’esperienza diretta e la conoscenza dei mestieri coinvolti nella realizzazione dell’opera artistica sono senza dubbio garantite dai momenti di incontro e discussione previsti dalla produzione tra gli studenti e la troupe del musical, assicurano i responsabili dello show. In merito al tema del mancato rispetto della laicità, Ciurleo replica, per ora invano, che è una critica del tutto infondata:
[…] la sceneggiatura del musical si basa su verbali d’epoca. Ci sono le tracce scritte lasciate dal cancelliere che assisteva agli interrogatori di Bernadette e che si recava alla grotta di Lourdes per scrivere ciò che vedeva durante le apparizioni, così come le note del procuratore imperiale. Il punto di vista adottato è molto più quello dello Stato che della Chiesa.
Il sospetto è che il rifiuto sia basato non tanto sulla reale conoscenza dell’opera ma sulla semplice lettura del titolo, ipotizzano dalla produzione. È profondamente indignato, Ciurleo, sia perché molti luoghi di culto, di tutte le religioni, sono stati inseriti nell’offerta culturale del Pass, sia soprattutto perché la figura della piccola Bernadette parla con forza al cuore dei giovani di oggi, tutti e non solo i credenti.
«Ha subito la presa in giro, le molestie, la diffamazione, è stata messa al bando dalla società. Queste sono cose a cui i giovani sono sensibili oggi, anche quando non sono credenti. Persone di tutti i ceti sociali vengono a vedere Bernadette di Lourdes perché è, precisamente, universale».
Lo dimostrano i numeri degli spettatori fino ad ora raggiunti, 200.000 dal suo lancio, quattro anni fa, e dalle numerose città toccate dalle tappe del tour: dopo il debutto a Lourdes, sono seguite Parigi, Lille, Lione, Strasburgo e molte altre in tutta la douce France. La redazione dell’edizione francese di Aleteia ha contattato la Delegazione Accademica all’Educazione Artistica e all’Azione Culturale di Versailles (DAAC) che però ha rifiutato di dare ulteriori spiegazioni, poiché «ritiene che “la commissione si è pronunciata e il rifiuto è chiaro, non abbiamo la vocazione di commentarlo”».
La produzione intanto ha presentato ricorso. Più che di vera laicità sembra che si tratti di laicismo imposto come religione di stato, un pensiero che pretende di essere neutrale e rispettoso di tutte le identità, a patto che queste ultime siano deboli, silenziose e non rechino troppo disturbo, in pieno stile relativista, il più insidioso degli assolutismi. (Fonte foto: Screenshot Bernadettedelourdes.fr)
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