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12.12.2024

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«Ero ateo, poi ho letto il Catechismo e l’ho trovato logico. Ora credo»
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7 Novembre 2023

«Ero ateo, poi ho letto il Catechismo e l’ho trovato logico. Ora credo»

Era ateo, anzi era “ateo militante”, dedito alla meditazione buddista, ma dopo aver letto santa Teresa d’Ávila la sua visione cambiò radicalmente. È la storia di un novello san Paolo, folgorato sulla via di Damasco mentre era tutto impegnato in una sua personale persecuzione contro il cattolicesimo. Parliamo di Joseph Calvert che aveva talmente in odio il cristianesimo che, negli anni ’80, mentre studiava all’università e lavorava in un fast food, arrivò a risparmiare 100 dollari per acquistare diverse copie di Perché non sono cristiano di Bertrand Russell, da distribuire gratuitamente a chiunque passasse nel suo campus.

Fu al college, dove studiò inglese e ingegneria che Joe abbracciò l’ateismo militante. Come spiega a ReligionEnLibertad furono le lezioni seguite che lo portarono lontano da Dio: «Durante le lezioni di storia, letteratura e filosofia, non ci hanno detto nulla di buono sulla Chiesa cattolica o sul cristianesimo. Ci hanno parlato solo dell’Inquisizione spagnola, di un paio di Papi corrotti e di duemila anni di sottomissione delle donne attraverso la religione. D’altro canto, i pensatori atei venivano presentati come gli illuminati che ci facevano uscire dalla prigione della religione organizzata».

In quel periodo la “Bibbia” di Calvert fu il libro del matematico Bertrand Russell che lapidariamente dichiarava: «Affermo deliberatamente che la religione cristiana, così come organizzata nelle chiese, è stata, ed è tuttora, il principale nemico del progresso morale del mondo». D’altro canto, il nostro novello san Paolo era cresciuto in una famiglia protestante e l’unico cattolico che conosceva era suo nonno, che andava a Messa tutte le domeniche, ma non si comunicava perché era sposato con una divorziata battista. Joe notava che era una persona umile, generosa, convinta della pari dignità di tutte le persone. Fu il suo primo approccio positivo col cattolicesimo.

Tuttavia un grande pregiudizio lo condizionava nei confronti della Chiesa: «Secondo me i cattolici erano dei pezzenti che non pensavano, che credevano alle superstizioni solo perché erano state trasmesse loro dai genitori. La Chiesa cattolica era solo un’altra entità desiderosa di potere e ricchezza. Pensavo che il Papa, che allora era San Giovanni Paolo II, fosse solo un divulgatore di superstizioni e lo prendevo in giro quando parlavo di lui». Tuttavia del Papa santo Calvert ammirava l’aver saputo ergersi davanti all’ONU e al presidente Clinton, contro il controllo delle nascite, l’aborto e altre questioni: «Avevo una certa ammirazione per la sua forza nel dissentire. La sua forza e coerenza sarebbero state una delle cose che avrebbero poi contribuito alla mia conversione».

Tuttavia Calvert era legato al buddismo e ad un ramo che considerava il Buddha semplicemente «un abile insegnante, che diagnosticò la grande malattia dell’umanità, ovvero l’egoismo». E per rimuovere ogni forma di egoismo dal pensiero era necessaria la meditazione a cui, perciò, si dedicò regolarmente. Ma Dio scrive dritto sulle righe storte: Joe fu aiutato, in questo suo sforzo, dai testi di Ecknath Easwaren, un indiano che aveva fondato il Blue Mountain Meditation Center in California. Easwaren consigliava, per la meditazione, una serie di poesie di mistici, tra cui il testo famoso di Santa Teresa d’Avila: «Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, solo Dio basta».

Questo lo spinse a leggere altri libri di santa Teresa e capì per la prima volta che «La sua vita e i suoi scritti erano inconciliabili con ciò che mi avevano insegnato nelle università sulla Chiesa. Mi avevano detto che la Chiesa ha schiacciato le donne per duemila anni. Ma qui avevamo una donna intellettuale brillante, fortissima, e proprio della Spagna, del tempo dell’Inquisizione, piena di gioia e di amore per la vita e per la Chiesa. Fu questo il primo serio colpo – ammette- contro il muro apparentemente impenetrabile del mio orgoglio intellettuale».

I cattolici, da quel momento cominciarono a riacquistare dignità ai suoi occhi, capì, infatti che nel loro ambiente: «avevano una genialità interna». Il suo cuore condusse il suo intelletto a esplorare le dottrine cattoliche. «Così ho letto il Catechismo dall’inizio alla fine e non ho trovato nulla che non fosse logico o affidabile». E poi ha riflettuto sul tema dell’aborto e della contraccezione, prendendo spunto dall’enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II. «La sua argomentazione logica, a favore della sacralità di ogni vita umana è stata devastante per il mio orgoglio e la mia apatia, per le bugie della cosiddetta libertà riproduttiva».

Finalmente, il 23 dicembre 1995, all’età di 35 anni, Calvert entrò pienamente nella Chiesa cattolica con il sacramento della Cresima. «Lascio andare le mie ultime obiezioni, niente porta più tranquillità e gioia che fare la volontà di Dio», ha affermato. «Mi sono sentito molto più leggero dopo essermi purificato da decenni di peccato col sacramento della Penitenza. Durante la Cresima ho sentito lo Spirito Santo passare attraverso di me e riempirmi come fosse un liquido. Era una luce guaritrice e fortificante che mi attraversava». Oggi Calvert è diacono permanente e sottolinea come nessuno gli abbia mai offerto una vera conoscenza della fede cattolica e pensa che i cattolici dovrebbero uscire per evangelizzare: «Gesù non ha detto “Sii semplicemente un buon cattolico e occupati dei tuoi affari”. Ha detto: “Andate ed evangelizzate tutti i popoli” ». (Fonte foto: Screenshot The Coming Home Network International, YouTube)

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