di don Dwight Longenecker
C'è gossip a volontà nel piccolo mondo della Chiesa universale. Dopo che il cardinale statunitense Raymond L. Burke è stato trasferito dalla Segnatura Apostolica all'incarico onorario di patrono del Sovrano Ordine Militare di Malta, le voci su un presunto scontro tra il prelato arciconservatore e il pontefice “progressista” (sic) si moltiplicano. Ma non è così.
È indubbio che il cardinale Burke sia un conservatore. Sostenitore della Messa in latino e noto per il fatto di indossare i simboli tradizionali di un cardinale, Burke sembrerebbe l'antitesi del papa argentino, che veste e parla in modo molto semplice. Il fatto che il porporato sia stato in prima linea nella reazione conservatrice al recente Sinodo straordinario sulla famiglia, che critichi apertamente la fazione liberal guidata dal cardinale Walter Kasper e che papa Francesco lo abbia già rimosso dall'influente Congregazione per i Vescovi nutre le voci per le quali ci sarebbe una faida tra i due uomini.
Tra coloro che vogliono vedere una faida in Vaticano ci sono sia conservatori che progressisti. I secondi sono deliziati dalla situazione, mentre alcuni dei primi dipingono Burke come una vittima. A mio avviso, tutti dovrebbero però fare un respiro profondo e mettere insieme tutti i fatti.
Papa Francesco favorisce l'atteggiamento più liberale su alcune questioni? La risposta dev'essere “sì”. I suoi punti di vista contrastano con quelli del cardinale Burke? Sembrerebbe che sia così. Il suo stile di insegnamento e di celebrazione della liturgia contrasta con lo stile più conservatore e da “Chiesa di alto livello” del cardinale Burke? Sicuramente. I punti di vista di Papa Francesco sulla politica e l'economia sono in disaccordo con quelli del cardinale Burke? È possibile. C'è uno scontro culturale tra il cardinale nordamericano dei sobborghi e quello sudamericano delle baraccopoli? Probabilmente.
Questo significa che tra i due è in corso una faida? Che il card. Burke è pronto a guidare uno scisma “tradizionalista”? Che c'è un piano ideato dal Pontefice per epurare la Chiesa dai conservatori? No, ed ecco perché.
Chi contesta la teoria della faida sottolinea che se il card. Burke è stato trasferito, non si tratta di una reazione da parte di papa Francesco all'opposizione da parte di Burke al Sinodo. Questo “rimpasto” vaticano era sulla carta da mesi. Può essere parte di un cambiamento di direzione più ampio e intenzionale da parte del pontefice, come ha osservato padre Mark Drew in un articolo eccellente sul Catholic Herald britannico, ma contrario a questa opinione è il fatto che il cardinale Burke aveva completato l'incarico quinquennale previsto per i prefetti della Segnatura Apostolica. Chi scrolla le spalle di fronte ai gossip sulla faida dice: “Non è niente di eccezionale. Un trasferimento era programmato”. In risposta a chi suggerisce che il trasferimento di Burke sia un tentativo deliberato da parte del Papa di mettere a tacere i suoi nemici, quelli che scrollano le spalle direbbero: “Mettere a tacere Burke? Il suo nuovo compito come patrono dell'Ordine di Malta virtualmente non gli dà responsabilità, dandogli invece una base a Roma e il tempo per viaggiare, pronunciare interventi, scrivere ed esprimere i propri punti di vista. Piuttosto che mettere a tacere il cardinale Burke, può essere che papa Francesco gli stia dando voce incoraggiando quindi in modo sano l''opposizione leale'”.
Un'argomentazione ulteriore è che altri noti conservatori non sono stati sostituiti. Il card. George Pell è un esempio di spicco. Membro chiave del gruppo di otto cardinali a cui è stato affidato il compito di consigliare il Pontefice, Pell è stato scelto da Francesco per riformare la banca vaticana. Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, alla guida della potente Congregazione per la Dottrina della Fede, è un'altra voce conservatrice vicina a Papa Francesco. Sia Müller sia Pell si sono espressi chiaramente a favore della fazione conservatrice al Sinodo. Quanti sospettano che una faida tra Papa Francesco e il card. Burke faccia parte di un'epurazione più ampia devono riconoscere che le prove sono esigue. È vero che il Papa sta cercando di attuare la sua agenda riformista, ma non è vero che sta cacciando via chiunque non sia d'accordo con lui.
Se Papa Francesco ha indubbiamente opinioni "progressiste" su alcune questioni e si diverte a “fare confusione”, capisce il ruolo del pontefice. Ha detto in modo memorabile che deve essere il Papa per chi vuole accelerare e per chi vuole frenare. Il suo discorso dopo il Sinodo ha messo in guardia in modo sincero i leader ecclesiali sui pericoli delle correnti di pensiero sia liberali che conservatrici. Ha ringraziato i Padri sinodali per il dibattito aperto e franco, riconoscendo che (pur se teso) è stato il modo per compiere dei progressi. Ha affermato il ruolo tradizionale del papa e ha sfidato i Padri sinodali ad andare avanti senza tuttavia abbandonare le verità eterne del Vangelo di Cristo.
Una faida tra Papa Francesco e il cardinale Burke? Sicuramente entrambi sono al di sopra di questo, e il gossip, gli allarmisti e i giornalisti guidati da ideologie laiciste dovrebbero cercare di vedere il quadro più ampio e di capire che è attraverso le personalità diverse, lo scontro di culture e l'opposizione di opinioni che vediamo le antiche verità sotto un'altra luce scoprendo così un modo nuovo per andare avanti.
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