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«Fidiamoci di Dio, la sua Provvidenza è infallibile»
NEWS 12 Aprile 2024    di Manuela Antonacci

«Fidiamoci di Dio, la sua Provvidenza è infallibile»

In un’interessante riflessione pubblicata su InfocatolicaMons. Erik Varden propone un concetto di libertà molto diverso da quello a cui ci ha abituati “il mondo” e che ben si sposa con la fede nella Provvidenza.. Una «perfetta libertà» – dice –  che si raggiunge quando lasciamo che sia Dio ad agire  e che pertanto, trascende necessariamente le nostre nozioni limitate. Tutto il contrario di quello che ci insegna la nostra società secolarizzata che ci propone una vita improntata al libertinaggio, un approccio che Varden definisce «falso e noioso».

«Ricorda – sottolinea il prelato – che Dio non ci chiede mai l’impossibile. Se ci invita a cercare la libertà perfetta, quella libertà ci è accessibile. Non dipende dalle condizioni esterne. Nasce da dentro di noi». La vita monastica è per Varden, scuola di libertà per eccellenza e non è  rivolta solo ai religiosi. Si tratta, infatti di una “pedagogia” che possono vivere tutti, in qualunque stato di vita e che si compone di varie fasi.

Innanzitutto la  presa di coscienza del reale. Bisogna accettare la propria vita e la propria storia così com’è : «E’ la famosa umiltà benedettina[…] ciò che limita la mia libertà non è, infatti, il reale, ma i miei sogni febbrili su come avrebbe dovuto essere il reale. Queste illusioni mi chiudono in me stesso (una tenebrosa prigione), mentre l’abbraccio del reale mi apre all’azione di Dio, Creatore del cielo e della terra, e quindi Signore sovrano di tutto ciò che è. La seconda fase mi porta a confidare che Dio può fare qualcosa di meraviglioso con questa realtà concreta».

«La sua provvidenza è infallibile. Può fare miracoli con qualsiasi cosa, anche la sofferenza e la malattia, anche il peccato, se diamo a Dio la libertà di agire. Questo è l’atteggiamento di abbandono che il monaco o la monaca desiderano praticare: l’applicazione concreta del Suscipe [«Suscipe me, Domine, secundum eloquium tuum, et vivam, et non confundas me ab expectatione mea» – «Accoglimi, Signore, secondo la tua parola e avrò vita, non deludermi nella mia speranza» (Sal 118[119],116) – che hanno cantato il giorno della professione [Regola di San Benedetto (cap. 58) col quale il monaco emette la sua professione, ndr]».

In realtà, sostiene Varden, Dio può anche compiere miracoli in modo diretto e intervenire in maniera straordinaria nella nostra vita. «Ma questo non è il suo metodo preferito» – sottolinea il prelato- «normalmente si comporta come il giardiniere o il contadino delle parabole evangeliche. Seminare, innaffiare e diserbare. Applicare un buon fertilizzante in quantità abbondanti. Un metodo che richiede da parte nostra la volontà di aspettare. Questo atteggiamento non è spontaneo per la maggior parte di noi, ammettiamolo. Il nostro desiderio di cambiamento immediato può essere prepotente».

Per questo, la terza tappa del metodo pedagogico di Dio è proprio la pazienza, «quella splendida virtù che, secondo san Benedetto, ci permetterà di scoprire dal di dentro il mistero pasquale e di verificare l’efficacia dei rimedi pasquali». Sottomettendoci a questa pedagogia, «conosceremo sempre più intimamente Gesù Cristo, la Verità che ci rende liberi». Ecco il cuore del concetto di “libertà” per il cristiano. Ma è importante dice Varden,  «cercarlo dov’è e non ridurlo alle nostre dimensioni insignificanti».

Un messaggio che secondo il vescovo, è contenuto anche nel vangelo della resurrezione: «Le parole rivolte a Maria Maddalena nel giardino: “Non mi stringere!”, ci mettono in guardia contro la nostra tendenza a circoscrivere l’azione salvifica e la realtà stessa di Dio». «La nostra ricerca della libertà perfetta – chiosa il vescovo-  corrisponde alla grazia perfetta che riceviamo quando siamo incorporati al Corpo di Cristo mediante il battesimo». Dunque non una libertà facile e superficiale, ma perfetta perché consente a Dio di agire nella nostra vita e in noi (Fonte foto: Screenshot, Katolsk no, YouTube ).

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