Dall’intervista esclusiva rilasciata a Tagepost raccogliamo le riflessioni di monsignor Georg Gänswein dopo la sua nomina a nunzio apostolico nei Paesi Baltici, a Vilnius, un incarico che era già stato indicato come altamente probabile ad aprile scorso. L’incarico è stato confermato due giorni fa, come si legge nel bollettino della Sala Stampa vaticana del 24 giugno: «Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Lituania, Estonia e Lettonia Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Georg Gänswein, Arcivescovo titolare di Urbisaglia, Prefetto emerito della Casa Pontificia».
Prima di ricevere questa nomina, l’arcivescovo ex segretario particolare di Benedetto XVI, in obbedienza alle disposizioni papali, era tornato nella sua città natale, una tappa inizialmente vissuta come una sorta di esilio, secondo le sue stesse dichiarazioni: «In effetti, non poche persone hanno avuto l’impressione che fossi stato mandato “in esilio”. A dire il vero, anch’io la pensavo allo stesso modo, ma ho seguito senza lamentarmi le chiare istruzioni del Papa che dovevo tornare nella mia città natale, Friburgo, anche se senza che mi fosse stato assegnato un nuovo incarico. È stata un’amara esperienza personale. Ma non mi sono lasciato scoraggiare e ho sperato e pregato che un giorno un nuovo compito mi aspettasse. Ora lei è qui. È molto probabile che ci fosse una logica divina dietro la nomina del Nunzio Apostolico, che si avvaleva della pedagogia papale».
La destinazione dei Paesi Baltici, a Vilnius, che ha assunto in questi ultimi, tormentati anni un peso geopolitico particolarmente critico, diventa un fronte particolarmente caldo e tutt’altro che periferico; monsignor Gänswein ne è consapevole ed esprime gratitudine per la fiducia che il pontefice gli ha accordato in questa nuova missione diplomatica: «(…) mi onora e mi fa piacere allo stesso tempo. La nuova missione mi porta in uno o più paesi che rappresentano una sfida delicata data l’attuale situazione politica. Sono di buon umore e mi avvicino con fiducia alla nuova missione diplomatica. Naturalmente devo prima familiarizzare con la nuova situazione.» Le repubbliche baltiche si trovano a ridosso della Federazione russa che minaccia la loro integrità e sicurezza: le popolazioni di quei paesi temono che la guerra possa toccarli da vicino. Il nunzio apostolico, riferisce ancora al Tagespost, si sta preparando insieme ai suoi collaboratori: «Prima di assumere l’incarico di Nunzio Apostolico nei Paesi Baltici, mi recherò in Vaticano e, molto presto, per ottenere dalle autorità competenti, in particolare dalla Segreteria di Stato, le necessarie informazioni, consigli, istruzioni, assistenza, ecc. , che dovrebbe essere considerata una prima utile preparazione. Con gli strumenti che abbiamo ricevuto lì e con molta fiducia in Dio, poi ci mettiamo al lavoro».
C’è da aspettarsi che in questa nuova tappa del suo cammino sacerdotale a Vilnius , di cui la nomina episcopale e quella a nunzio sono prolungamento senza soluzione di continuità, Georg Gänswein continuerà ad annunciare e difendere la fede intera, senza annacquamenti o indebiti adattamenti, un rischio che aveva visto correre soprattutto nella cosiddetta “chiesa tedesca”, e lo aveva denunciato a chiare lettere: non esiste alcuna chiesa tedesca, ma una sola chiesa cattolica, universale, che vive dove giunge la predicazione del vangelo e dove si propaga l’unico Corpo che la trasmissione apostolica ha portato nella storia dalla Pentecoste in avanti. (Fonte foto: Imagoeconomica)
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