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Gender e oblio dell’Occidente nel nuovo saggio di Giulio Meotti
NEWS 4 Dicembre 2023    di Fabio Piemonte

Gender e oblio dell’Occidente nel nuovo saggio di Giulio Meotti

«Il gender è il prodotto di una società il cui obiettivo è quello di condurre una guerra totale alla natura in modo tale che tutto, assolutamente tutto, diventi artefatto, prodotto, cosa, artificio, utensile. La sinistra aveva promesso di cambiare la società e ha fallito; ora si propone di cambiare l’uomo. Sopprimere la differenza sessuale con il pretesto che una differenza è una disuguaglianza è intraprendere la strada della costruzione di un nuovo essere umano, liberato dal suo sesso. La teoria del gender è il tentativo di liberare l’uomo e la donna dalla costrizione identitaria prima e ultima, quella della nascita. I transgender sono eroi del nostro tempo, incarnazione della dignità assoluta dell’uomo divinizzato che vuole disfarsi delle catene di ciò che siamo originariamente e autenticamente». Così scrive con grande acume Giulio Meotti nel suo recente saggio Gender. Il sesso degli angeli e l’oblio dell’Occidente (Liberliberi 2023, pp. 150).

Sembrava una moda passeggera e invece l’ideologia di genere «è diventata dogma e la libertà di pensiero e di espressione diminuisce man mano che si espande questo regno dell’irragionevolezza e dell’indottrinamento. È partito dalle accademie per arrivare al cuore pulsante della nostra società, con i suoi simboli, le sue aziende, le sue pubblicità, ossia con le immagini che ci mostrano ciò che vogliamo desiderare, ciò che vorremmo essere». Lo sanno bene le sue vittime illustri, come la Rowling ostracizzata per le sue esternazioni, e quelle comuni, come i genitori che, per esempio in Spagna, se si oppongono alla transizione di genere dei propri figli rischiano la denuncia dei servizi sociali.

Sul piano culturale invece il lavaggio del cervello lo fa la neolingua: persino l’Oxford Dictionary, accanto ai dizionari dei Paesi scandinavi, ha accolto il pronome personale di genere neutro. La scrittura inclusiva fa scuola anche negli ospedali. Al Brighton and Sussex University Hospitals Nhs Trust si parla ormai, contro ogni senso comune, di «allattamento al torace», «latte umano» e «genitore che partorisce». A New York la festa della mamma è diventata la festa «delle persone che partoriscono». Le più importanti riviste scientifiche a livello internazionale sono prone a tale ideologia al punto che The Lancet parla di «corpi con la vagina» al posto di donna; Nature si propone di rifiutare articoli con «punti di vista esclusivisti», quali quelli di quanti sostengono la binarietà dei sessi. Di qui, in barba alla genetica dei cromosomi, si arriva alle formule grottesche di slogan quali «Non solo le donne possono avere figli» o «I maschi trans sono donne».

Insomma, come rivela la finestra di Overton, un’idea dapprima ritenuta impensabile può divenire gradualmente condivisibile al punto da dettar legge. Coi suoi dogmi, precetti e riti, adepti e apostati, l’ideologia di genere si presenta ormai alla stregua di una nuova religione di matrice chiaramente gnostica che ha alle sue fondamenta la cancellazione del dato biologico e della differenza sessuale. Assume il dualismo cartesiano mente corpo, demonizza il corpo, all’insegna di un’assoluta fluidità di genere, allo scopo di «consentire ai bambini di considerare la loro identità di genere non correlata al loro sesso biologico; e anzi incoraggiarli in questa direzione; facilitare l’accesso dei bambini ai trattamenti ormonali, ai bloccanti della pubertà e agli interventi chirurgici che cambiano irreversibilmente i loro corpi; persuadere i giovani che le difficoltà tipiche dell’adolescenza – accettazione delle trasformazioni del proprio corpo, scoperta della propria sessualità, adattamento alla vita in società – sono principalmente causate dalla disforia di genere e possono essere risolte solo da un cambiamento di identità di genere; dare agli uomini che si dicono donne pieno accesso alle competizioni sportive, alle carceri e ai rifugi riservati alle donne», come osserva ancora Meotti.

Il credo gender ha i suoi «simboli, canti, bandiere, sfilate, ricorrenze; i suoi eretici omofobi e transfobici». I suoi acerrimi nemici sono i detransizionisti, ossia quanti «non aderendo più alla teoria, sono simili agli apostati». Relativamente all’insidiosità di tale ideologia Joseph Ratzinger, nel libro-intervista con Vittorio Messori del lontano 1984, puntualizzava con lungimiranza profetica: «Questo cosiddetto cambio di sesso non modifica in alcun modo il corredo genetico dell’interessato. É solo un artefatto esterno che non risolve alcun problema ma costruisce solo realtà fittizie». Intuendone i risvolti tragici sul piano pratico lo stesso fine teologo aggiungeva come «non sia un caso che le leggi si siano subito adeguate a tale richiesta. Se tutto è solo un ‘ruolo’ culturalmente e storicamente condizionato, e non una specificità naturale inscritta nel profondo dell’essere, anche la maternità è solo una funzione accidentale». Di qui, sottolinea infine Meotti, «quest’uomo sradicato è chiamato a diventare qualsiasi cosa, un ventre in vendita o un essere ibrido che genera se stesso, liberatosi dalla sua ingombrante umanità, e che si crede un piccolo dio». (Fonte foto: Pexels.com)

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