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I «Montagnard» ancora martoriati dai governi di Cambogia e Vietnam. Solo perchè cattolici
news
4 Marzo 2015

I «Montagnard» ancora martoriati dai governi di Cambogia e Vietnam. Solo perchè cattolici

Le autorità cambogiane hanno arrestato e deportato in Vietnam almeno 36 Montagnard, scomparsi in modo misterioso nei giorni scorsi durante il tragitto che separa le foreste nord-orientali della Cambogia dalla capitale, Phnom Penh. È quanto riferiscono attivisti pro-diritti umani e un testimone oculare, presente al momento del fermo. La polizia ha bloccato il gruppo in marcia e una persona che faceva loro da guida nella notte del 25 febbraio scorso nel distretto di Kon Mum, nella provincia di Ratanakiri. 

Gli arresti sono avvenuti nel contesto di una operazione congiunta delle forze di sicurezza di Phnom Penh e Hanoi, che intendono bloccare il flusso ininterrotto di profughi montagnard dal Vietnam alla vicina Cambogia. Nelle scorse settimane intere famiglie e singoli hanno lasciato il Paese di origine, in fuga dalle persecuzioni e alla ricerca di un luogo sicuro in cui rifugiarsi.  

Interpellato da Radio Free Asia (Rfa) un autista cambogiano ha affermato di aver condotto il gruppo nei pressi del confine con il Vietnam e di averli consegnati alla polizia di Hanoi, in un punto di frontiera della provincia di Gia Lai. Deportato anche la persona di nazionalità cambogiana, appartenente al gruppo etnico Charai, che li stava aiutando. 

Interpellate sulla vicenda, le autorità della provincia di Ratanakiri affermano di non avere informazioni in merito ad arresti e deportazioni. 

Nel 2001 e nel 2004 almeno 2mila montagnard – originari delle zone montuose del centro del Vietnam – sono emigrati in Cambogia per sfuggire alle violenze delle autorità di Hanoi; il regime comunista li perseguita e confisca i loro terreni per la fede cristiana, per il sostegno fornito alle truppe statunitensi ai tempi della guerra, e soprattutto per impossessarsi dei loro terreni. La maggior parte di loro ha ottenuto asilo politico, con Washington in prima fila nella concessione di visti.

Negli ultimi anni è ripreso l'esodo e sempre più famiglie tentano di attraversare la frontiera, in cerca di riparo nella vicina Cambogia. Con l'aiuto dell'Onu, alcuni hanno fatto richiesta di asilo politico, anche se molti esitano a contattare le autorità di Phnom Penh, nel timore di essere rimpatriati.

Nelle ultime settimane sono più di 50 i montagnard (fra cui diversi bambini) che hanno cercato riparo nelle foreste della Cambogia, costretti a lottare contro malaria e mancanza di cibo per poter sopravvivere.

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