Niente restrizioni alla legge sull’aborto. A dirlo è stato il presidente conservatore polacco Andrzej Duda, che ha promesso di porre il veto al disegno di legge proposto dal governo guidato da Donald Tusk. Quest’ultimo vorrebbe depenalizzare il reato di chi aiuta una donna a ottenere un aborto illegale fino alla 12a settimana di gravidanza. La legge attuale prevede una pena di tre anni di carcere.
Intervistato da una tv nazionale – a Washington, dove il capo dello Stato polacco si trova insieme ad altri esponenti internazionali per partecipare al vertice della Nato -, Duda ha risposto che non firmerebbe la proposta del governo «perché per me l’aborto equivale all’uccisione di persone». Durante l’intervento ha sottolineato a più riprese che le donne che accedono a un aborto illegale non dovrebbero essere «in nessun modo punite», come nel caso della legge attuale. «Tuttavia», ha proseguito, «per quanto riguarda le altre persone che in qualche modo partecipano a questa procedura, in modo illegale, la questione della loro penalizzazione è tutta un’altra storia», ha aggiunto. Nel corso della stessa intervista gli è stato anche chiesto se avrebbe firmato il disegno di legge sulle unioni civili per le persone omosessuali. Ha risposto di aver bisogno di «vedere la legge nel dettaglio».
Le forti parole del presidente in merito all’aborto si inseriscono nella settimana in cui Sejm, la camera bassa del Parlamento polacco, sta esaminando il nuovo disegno di legge che dovrebbe depenalizzazione dell’aborto fino alla dodicesima settimana di gravidanza. La legislazione attuale consente l’interruzione volontaria della gravidanza solo nel caso di pericolo per la vita materna e in quello in cui la gravidanza sia l’esito stesso di un reato, come lo stupro o l’incesto. Una normativa che è anche l’esito di una sentenza: quella emessa il 22 ottobre 2020 – ed entrata in vigore il 27 gennaio 2021 – del Tribunale costituzionale polacco, che ha eliminato la «malformazione grave e irreversibile del feto o malattia incurabile che minacci la vita del feto» dalle cause legittime per abortire. Fino ad allora il 90% dei 1.000 aborti all’anno del Paese erano praticati proprio per questo tipo di cause.
«Voteremo per depenalizzare l’aborto. Voteremo per le unioni civili come progetto di governo, anche se non tutti ne sono convinti. Abbiamo finito con le discussione, è il momento delle decisioni», così Donald Tusk risponde su X. Non è chiaro, tuttavia, se la proposta otterrà il sostegno della maggioranza dei parlamentari. Il membro più conservatore della coalizione di governo, il Partito popolare polacco (PSL) di centro-destra, ha espresso riserve sul disegno di legge. Ad aprile, sette parlamentari del PSL hanno votato contro il permesso di procedere in commissione mentre altri 15 si sono astenuti.
«È un segnale di ragionevolezza e di enorme speranza per una Europa in piena crisi esistenziale e dominata da autodistruttive ideologie di morte», così commenta Antonio Brandi, presidente di pro Vita & Famiglia onlus, «è compito di una società giusta, equa e civile accogliere e proteggere con cura l’esistenza dei bimbi non ancora nati. Siamo certi che il Presidente Duda resisterà con coraggio alla furia mediatica e politica che siamo sicuri si abbatterà ora su di lui da parte della sinistra polacca e dall’establishment dell’Unione europea».
Guardando a quest’Europa persa e svenduta, come non pensare oggi che si celebra il Santo patrono d’Europa, Benedetto, alle parole che papa Benedetto XVI aveva dedicato a un’udienza generale del 2008: «Oggi l’Europa […] è alla ricerca della propria identità. Per creare un’unità nuova e duratura, sono certo importanti gli strumenti politici, economici e giuridici, ma occorre anche suscitare un rinnovamento etico e spirituale che attinga alle radici cristiane del Continente, altrimenti non si può ricostruire l’Europa. Senza questa linfa vitale, l’uomo resta esposto al pericolo di soccombere all’antica tentazione di volersi redimere da sé. […] Cercando il vero progresso, ascoltiamo anche oggi la Regola di san Benedetto come una luce per il nostro cammino. Il grande monaco rimane un vero maestro alla cui scuola possiamo imparare l’arte di vivere l’umanesimo vero». (Fonte foto: Imagoeconomica)
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