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In Trentino sarà introdotta la «culla per la vita»
NEWS 7 Giugno 2024    di Manuela Antonacci

In Trentino sarà introdotta la «culla per la vita»

«In un’epoca in cui la sostenibilità del nostro sistema vacilla in ragione dell’inverno demografico che caratterizza, da anni, il nostro Paese, è importante e urgente che – ad ogni livello – la politica si occupi del tema, assumendo misure strutturali di reale lotta alla denatalità, di sostegno alle famiglie e alla genitorialità. In questo senso stando ai dati ISTAT, rispetto ad altri territori, il Trentino-Alto Adige detiene il primato di fecondità più elevata in Italia con un numero medio di 1,42 figli per donna. Tuttavia, è anche la Regione con la variazione negativa maggiore rispetto al 2022 e quella con la più alta speranza di vita sia tra gli uomini che tra le donne. Questo significa che sui nostri figli pesano e peseranno: le pensioni di una società sempre più vecchia, i costi dei servizi di welfare necessari a rispondere alle esigenze di una popolazione prevalentemente anziana, un sempre maggiore isolamento sociale e un debito pubblico/persona crescente. Il tempo per tentare di invertire la rotta è scaduto. Bisogna agire».

Questa la premessa che non lascia spazio a dubbi con cui inizia la mozione approvata ieri dal Consiglio provinciale di Trento, passata con 29 sì e un astenuto e che vede come prima firmataria Eleonora Angeli, della lista Noi Trentino per Fugatti. La mozione impegna la giunta a garantire, in Trentino almeno uno di questi dispositivi. Il Timone ne ha parlato con la Consigliera Angeli.

Consigliera, com’è nata l’idea di questa mozione?

«Chiacchierando con un amico, mi parlava di queste culle per la vita che non sapevo cosa fossero. Mi ha lasciato un libricino. Dopodiché ho fatto una ricerca e ho visto che nella nostra provincia non c’erano e allora ho cercato di muovermi in questo senso».

Che circolo virtuoso si vuole innescare con questo provvedimento?

«Innanzitutto dare alla donna una vera libertà di scelta rispetto alla gravidanza e alla maternità, fornendole tutte le opportunità possibili affinché, anche una volta rinunciato alla maternità, il bambino rimanga in vita. L’aiuto che si fornisce, infatti, va in due direzioni: al bambino e alla gestante. Nel primo caso si evitano tutte quelle situazioni drammatiche di bambini abbandonati nel cassonetti dei rifiuti di cui la cronaca è piena, nel secondo caso si garantisce la libertà della donna che decide di non essere madre, dandole la possibilità di dare alla luce il bambino in piena sicurezza per entrambi. Il passo ulteriore è poi diffondere questa informazione così importante, perché ci sono casi di minorenni, di donne stuprate o situazioni complicate per vari motivi anche economici, donne che portano avanti gravidanze di nascosto ecc. che necessitano di un aiuto come quello che noi intendiamo fornire. Ho mandato anche una mail all’ azienda sanitaria della nostra provincia per capire quanti casi di abbondono ci sono stati da noi, ma il numero è relativamente importante, perché la vita umana non si quantifica».

Com’è stata accolta questa mozione dalle minoranze?

«La proposta è stata accolta, tranne per quanto riguarda il coinvolgimento del Centro all’Aiuto alla Vita di Trento. Nel senso che le minoranze hanno voluto votazione separata perché nella premessa e nel dispositivo parlavo dell’ associazione centro di aiuto alla vita. La motivazione sarebbe che una struttura sanitaria pubblica garantirebbe una maggiore sicurezza, ma viene da dire che anche i Centri di Aiuto alla Vita sono già messi in sicurezza. Anzi bisognerebbe ringraziare certe associazioni che si fanno in primis carico di queste situazioni. Come spiegato anche in aula, nella premessa non è individuato il gestore, viene fatto in premessa solo un inquadramento della situazione attuale sugli altri territori e della gestione prevalente su quei territori. Ma ho accettato votazione separata premessa e nuovo dispositivo per avere pieno consenso».

Che reazioni ci sono state da parte della sinistra?

«C’è stato un generale accordo, come emerge anche dalla votazione. Una consigliera dei Verdi si è tuttavia preoccupata di sottolineare che sebbene si fosse tutti concordi nel dare questa opportunità alla donna, tuttavia, un’altra opportunità importante sarebbe costituita dalla legge sull’aborto e dunque dalla possibilità di abortire. Mentre un esponente di Fratelli d’Italia si è astenuto perché a suo dire, il provvedimento avrebbe alimentato addirittura una “cultura dell’ abbandono”». (Foto: Facebook/Facebook/Pexels.com).

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