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13.12.2024

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Johnny e George, i due gemelli siriani ordinati sacerdoti lo stesso giorno
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12 Luglio 2024

Johnny e George, i due gemelli siriani ordinati sacerdoti lo stesso giorno

Uno voleva fare il medico, l’altro il regista. La vita sacerdotale era probabilmente l’ultima cosa che avevano in mente; di certo, mai avrebbero pensato di ritrovarsi a viverla insieme. Eppure, si sa, la Provvidenza ha traiettorie tutte sue, spesso imperscrutabili a viste umane anche se poi, con il tempo, tutto diventa chiaro, anzi luminoso…e felice. Felice come certamente, per venire a noi, era lo stato d’animo di Johnny e George Jalloff due gemelli siriani già francescani e ora uniti anche nel sacerdozio.

L’ordinazione sacerdotale dei due francescani è avvenuta il 6 luglio nella chiesa di San Francesco d’Assisi, ad Aleppo, la città più popolata del Paese, mediante l’imposizione delle mani del vicario apostolico dei latini di Aleppo, Hanna Jallouf, che è pure zio degli ordinati. Johnny, 28 anni, era adolescente quando scoppiò la guerra e gli venne per la prima volta l’idea di farsi prete. Educato nella fede e nella preghiera in famiglia, negli anni il suo desiderio originario di diventare medico per alleviare i corpi si è trasformato, anzi è evoluto in un proposito simile: quello di diventare medico dell’anima.

«Molte persone si sono avvicinate a me per confessare ma non potevo», racconta Johnny – che ha un versetto nella Genesi nel cuore («Dammi le persone; i beni prendili per te» (Gen 14,21) – ripensando ai suoi anni di formazione e potendo aggiungere che ora, con l’ordinazione sacerdotale, tutto è cambiato: «Dedico tutta la mia vita alle anime, per condurle a Cristo». Anche suo fratello George, essendo cresciuto nella medesima famiglia, ha potuto respirare sin da giovanissimo un clima di fede forte e vissuta nel quotidiano; il suo percorso è stato però lievemente diverso.

Infatti, pur avendo anche George (che aveva avvertito la sua vocazione tra i 13 e i 15 anni) un legame profondo con il Signore – che lo ha portato a frequentare la Santa Messa tutti i giorni, durante la guerra – si sentiva come diviso tra quelli che erano i suoi sogni e la chiamata di Dio. Un dilemma che ha potuto risolvere attraverso un episodio particolare: quello dell’incontro con una donna malata. Un incontro che per il giovane è stata la risposta di Dio, che non disegna, anzi, il manifestarsi nella fragilità, ai suoi pensieri: «Avevo chiesto a Dio: perché mi hai scelto? Ma mi sentivo indegno».

Tornando all’ordinazione dei due giovani sacerdoti, va detto come, secondo un’antica usanza ripresa in varie parti del mondo, sia Johnny sia George – che hanno raccontato la loro storia a EWTN – si sono avvicinato alla madre, la quale ha sciolto amorevolmente il telo liturgico, ne ha asciugato l’olio e ha baciato le loro mani consacrate; questa usanza prevede che la madre custodisca il panno preso al figlio e sia sepolta con esso; così, quando Dio chiederà: «Ti ho dato la vita, tu che cosa mi hai dato?» possa rispondere, consegnando il telo sacro: «Ti ho dato mio figlio come sacerdote». Una frase che la mamma dei due gemelli siriani potrà con orgoglio ripetere due volte (Fonte foto: Johnny e George Jalloff, EWTN)

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