Dopo aver raccontato in Cosa è la Messa? la celebrazione eucaristica nel suo dinamismo di “salite” e “discese” come «uno stare nella Sua presenza, una partecipazione al suo essere in movimento, un continuo dare la vita per ricevere la vita, riconoscere la morte per sperimentare la resurrezione», padre Ricardo Reyes Castillo affronta in Cosa è la preghiera? (Cantagalli 2024, pp. 96) il tema della relazione con Dio. C’è un ragazzo che pone le domande e un macaco che dà le risposte. Con un linguaggio chiaro e alcune significative illustrazioni di suor Eleonora Maria Calvo, il volume edifica così nella fede anche i più giovani, come egli stesso spiega.
Padre Ricardo, cosa l’ha spinto a scrivere questo libro?
«Questo libro nasce dal desiderio di spiegare la bellezza della preghiera nel solco di quanto insegnato da santa Teresa di Gesù e san Giovanni della Croce, utilizzando la metafora del cammino in montagna, nel quale è necessario analizzare luogo, percorso, grado di difficoltà, durata, presenza o meno di rifugi per riposare e altri elementi che concorrono al raggiungimento della vetta. La preghiera è un dialogo pieno di tenerezza che avviene nell’intimità tra noi e Dio, che fa crescere la relazione col Padre singolarmente e come membro di una cordata; è una profonda, autentica e vera relazione d’amore da vivere attraverso i nostri sensi: ascoltare, vedere e toccare».
Nel libro scrive che il luogo per eccellenza per incontrare Dio e dialogare con Lui è il cuore, la propria interiorità ma anche il proprio corpo. Come dunque imparare a pregare col cuore?
«La relazione con Dio deve essere nel nostro cuore, il luogo per eccellenza della preghiera. Spesso rischiamo di restare superficiali nel pregare, mentre è fondamentale salire nell’alto della nostra esistenza, cioè nel nostro cuore. Isacco il Siro diceva: “La scala che porta al Regno è nascosta nella vostra anima”. È necessario un cuore limpido che accetta le proprie povertà, un cuore fiducioso nelle parole del Signore, nel fatto che il Padre concede ogni cosa ai suoi figli, esaudendo le preghiere di ciascuno nella misura in cui concorrono al vero bene della persona e dei fratelli. Nel dialogo con Dio possiamo infatti sentire la nostra solitudine, i nostri bisogni e ascoltare la voce di Colui che parla nel segreto del nostro cuore».
Perché è importante pregare?
«Pregare è saper ascoltare la voce dello Spirito Santo che ci parla nell’intimo, atto fondamentale per sperimentare l’amore di Dio ed essere un tutt’uno con Lui, con noi stessi e con gli altri. Ognuno di noi ha bisogno di vivere questa relazione ogni giorno della vita per trovare la pace e la pienezza, quella sensazione di essere nel posto giusto, di essere capiti, ascoltati e amati».
Quali strumenti potenti Dio pone a nostra disposizione per procedere nella vita di preghiera?
«Proseguendo nella similitudine della preghiera come salita in montagna individuo quattro “rifugi” fondamentali che il Padre ci dona per rafforzarci lungo il cammino: i Salmi; Maria; il Crocifisso, dinanzi al quale imparare a pregare in silenzio, e soprattutto la Messa, in cui partecipiamo del presente del Risorto. La Santa Messa è la preghiera per eccellenza perché richiesta e compimento: “Vieni Signore Gesù”. È il mantenimento della promessa del suo restare in mezzo a noi, è quella finestra verso il cielo che dà senso alla nostra esistenza. La Messa è il senso della mia vita. Io riesco a vivere solo se posso sperimentare l’eternità di Dio».
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