Ce l’hanno fatta, giustizia è compiuta! Stati Uniti, Distretto del Colorado: il giudice John Kane ha emesso una sentenza definitiva, con la quale ha riconosciuto piena tutela a quanti, in nome della propria fede, non intendano assecondare il diktat liberticida, che il Dipartimento Salute e Servizi Sociali intendeva loro imporre. Diktat, per il quale qualsiasi datore di lavoro – che sia cattolico o meno – sarebbe stato costretto ad estendere la copertura assicurativa per i propri dipendenti anche alle pratiche di sterilizzazione ed agli anticoncezionali, abortivi compresi. Salate le multe previste per gli inadempienti, ma ottemperare alla normativa avrebbe significato calpestare la propria coscienza, oltre alla Costituzione americana.
Da qui, la decisione assunta dai titolari delle Hercules Industries – Christine Ketterhagen con William, Paul e James Newland – di presentare ricorso contro tali direttive, aiutati dall’organizzazione Alliance Defending Freedom, ma anche e soprattutto dalle preghiere e dall’appoggio di molti fedeli e di molte famiglie. Ed i fatti hanno dato loro ragione: «Ciò ha dimostrato che abbiamo fatto bene a porre Dio al primo posto e a proteggere il nostro diritto a vivere e lavorare in armonia con la nostra fede – ha commentato William Newland – I tesori spirituali vengono prima degli strumenti del business». La sua è un’azienda, che produce impianti di riscaldamento, ventilazione ed aria condizionata. Tutto lo staff dirigenziale è dichiaratamente cattolico, non ne fa mistero e non intende assolutamente porre tra parentesi i principi non negoziabili in cui crede.
Questa sentenza, come detto definitiva, ha posto fine alla diatriba, ribadendo per gli imprenditori cattolici piena tutela in virtù della legge sulla libertà religiosa, vigente negli Stati Uniti d’America. Non solo: rappresenta un’importante vittoria legale contro l’arroganza abortista, manifestata ancora una volta dall’amministrazione Obama.
Commentando positivamente la decisione del giudice, il legale di Alliance Defending Freedom, Kevin Theriot, ha precisato come non si possa «essere liberi, quando le convinzioni restino confinate nella propria mente». Ad oggi, oltre 300 ricorrenti han fatto appello alla libertà di coscienza e quindi all’istituto dell’obiezione contro il Dipartimento federale. Di questi, oltre 100 sono organizzazioni senza fini di lucro.
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