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L’australopiteco «Lucy» era una scimmia e non c’entra nulla con l’uomo. Parola<br>di luminari evoluzionisti
NEWS 21 Aprile 2015    

L’australopiteco «Lucy» era una scimmia e non c’entra nulla con l’uomo. Parola
di luminari evoluzionisti

Gli anatomisti evoluzionisti di fama mondiale Lord Solly Zuckerman e Charles Oxnard dimostrarono che non solo Lucy, bensì tutta la specie Australopithecus fosse in realtà da escludere dal nostro albero genealogico.

Pur essendo egli stesso un evoluzionista, Lord Zuckerman, dopo aver trascorso 15 anni a studiare vari esemplari di Australopithecus con un team di cinque esperti sostenuti dal governo britannico, arrivò alla conclusione che questa fosse in realtà solo una specie di scimmia, incapace di camminare in posizione eretta.

Charles E. Oxnard, un altro evoluzionista famoso per le sue ricerche in questo settore, paragonò la struttura scheletrica degli Australopithecus a quella degli oranghi moderni. Per sostenere il bipedismo di questa razza gli evoluzionisti basarono principalmente le loro tesi sull’angolo portante. Gli esseri umani caricano il loro peso sui piedi perché l’unione delle ossa della coscia e della gamba formano approssimativa 9 gradi nel ginocchio. Nello scimpanzé e nel gorilla le ossa della coscia e dello stinco formano una linea retta con un angolo pari a 0 gradi. Questi animali riescono a portare il loro peso sui piedi oscillando da una direzione all’altra.

Gli evoluzionisti sostengono che ominidi con un alto angolo portante fossero in grado di camminare eretti su due zampe, e grazie a questa loro caratteristica poterono evolversi in esseri umani. La ragione per cui gli Australopithecus furono considerati come antenati dell’uomo è quindi dovuta all’ampiezza di questo angolo (pari a circa 15 gradi). Tuttavia questa caratteristica sta ad indicare unicamente l’attitudine di queste scimmie ad essere esperte scalatrici di alberi. L’angolo più grande riportato tra i primati viventi si trova nell’orango e nella scimmia ragno, ambedue ottimi arrampicatori. In altre parole, la proprietà anatomica che gli evoluzionisti ritraggono come prova della postura eretta di questi animali è in realtà un attributo comune presente ancora oggi nelle scimmie arboricole e non è indice di bipedismo.

Inoltre, le articolazioni del polso di Lucy dimostrano che questo animale camminasse sulle nocche. Brian G. Richmond e David S. Strait dell’università George Washington riscontrarono infatti, dall’analisi del reperto, ben quattro caratteristiche scheletriche del radio distale degli scimpanzé e dei gorilla. Con la TAC al labirinto osseo dell’orecchio interno, facente parte dell’apparato vestibolare, e responsabile dell’equilibrio compiuta dall’anatomista Dr. Fred Spoor e dai suoi colleghi dell’University College di Londra. Questi dimostrarono senza ombra di dubbio che le dimensioni del canale semicircolare nei crani attribuiti agli Australopithecus erano simili a quelle delle scimmie.