XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
Cristo vuole risvegliare la fame nel cuore degli uomini. Questo diceva don Roberto de Meo domenica scorsa!
E se era vero domenica scorsa nel pieno del Miracolo della moltiplicazione, quanto è più vero oggi nel vangelo ascoltato. Per le prossime quattro domeniche avremo tutto il capitolo sesto di Giovanni da poter meditare e contemplare, un capitolo eucaristico, un capitolo sostitutivo dell’ultima cena.
Giunto a Cafarnao, Cristo non abbassa il tiro anzi continua in questo climax, continua col provocare costantemente i suoi interlocutori giocando su questa ambiguità di fame, di domanda, di ricerca. E questa fame non trova altra risposta se non in un credere in qualcosa di ben più grande di quello che i nostri occhi possono vedere e contemplare.
Provocare di questi tempi non è qualcosa di esattamente corretto, politicamente corretto. Molto spesso la provocazione viene quasi intesa come insulto, prevaricazione e porta molto spesso a scontri, se non addirittura a querele. Eppure ritengo che quando il cuore dell’uomo è appiattito, insuperbito, incapace di comprendere tutto ciò che lo circonda, la provocazione rimanga un’arma veramente utile, anzi probabilmente l’unica arma adatta a smuoverlo dalla propria condizione di mediocrità. Provocare molto spesso significa creare scandalo e infatti Cristo in tutto questo capitolo provocherà scandalo nei Giudei. E se Cristo ha scandalizzato, in un modo sano e santo ovviamente, non dovrà la sua Chiesa continuare a farlo?
Quale scandalo più grande in un tempo come il nostro se non quello di rimettere l’attenzione, l’adorazione, la fedeltà, l’amore verso la santissima Eucaristia? Nulla deve esserne anteposto e per lei tutto bisogna spendere. Quali opere sono state fatte e create per onorare l’Eucarestia? Ori, pietre preziose, marmi, decorazioni tra le più meravigliose sono state create per degnamente servire ed adorare Dio. Oggi molti se ne vergognano. Ma San Francesco il poverello, colui che sposò Madonna Povertà, disse: “la povertà deve finire ai piedi dell’altare”. l’Eucarestia è fonte e culmine della vita cristiana, dice il concilio Vaticano II. È scandaloso rimanere qualche minuto, qualche ora ai piedi di un altare, di una tavola di marmo con sopra un pezzo di pane e dire e credere che quello è Dio. Provochiamo il mondo, che ha manifestato nelle Olimpiadi a Parigi l’odio verso la santa Eucaristia. Prima o poi qualcuno arriverà ad aprire il cuore verso la verità di Cristo.
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