Ieri la promozione a «padre sinodale», oggi – secondo quanto rivelato da Panorama – il finanziamento con fiumi di quattrini dalle diocesi italiane, domani la canonizzazione? Non è una provocazione ma una semplice curiosità relativamente all’atteggiamento ecclesiale oggi tenuto verso Luca Casarini – anche al di là del fatto che quanto rivelato da Panorama sia del tutto legale o meno (cosa da appurarsi nelle sedi opportune) e pur riconoscendo come sacrosanto l’impegno di dover salvare le vite dei disperati al largo delle nostre coste.
Ciò che per noi rileva più di ogni altra cosa, infatti, è la notevole attenzione, a quanto pare perfino economica, che parte del mondo ecclesiale riserva, appunto, a Luca Casarini, ex (?) no global oggi fondatore dell’Ong Mediterranea Saving Humans, attiva con operazioni di salvataggio di migranti in mare. Beninteso: non si può che rallegrarsi per il fatto che Casarini abbia ritrovato la fede sulla via del Mediterraneo («Quando sei in mare, in quel punto tra vita e morte», ha dichiarato a Repubblica, «abbracci una persona e la salvi, senti che ti sta succedendo qualcosa dentro»).
Certo, sarebbe bello sentire qualche sua parola di condanna del suo passato da no global, e magari pure sull’«utero in affitto» e sull’«aborto, indebitamente presentato come diritto, viene sempre più banalizzato» – per citare l’ultimo messaggio della Cei per la Giornata per la Vita 2024. Ma magari è solo questione di tempo, chissà. Intanto il punto qui è un altro, e cioè che l’attivista resta una figura ultrapoliticizzata e divisiva, che in nulla somiglia a quel modello di carità concreta ma non sbandierata, quotidiana ma non polemica, cui come cristiani siamo chiamati. Perché quindi larghi e significativi settori del mondo ecclesiale sembrano aver preso una cotta per lui?
Che cosa ha Casarini da insegnare alla Chiesa che la Chiesa non possa – con i suoi millenni di storia e la sua schiera di santi attivi molto più di lui nel sociale -, invece insegnargli? La sensazione, speriamo sbagliata ma che avvertiamo, è che oggi certo mondo cattolico abbracci con entusiasmo (e pure con quattrini) figure più o meno vicine perché…non crede più in sé stesso. Quanti religiosi, infatti, quanti missionari ma anche semplici fedeli assistono migranti o addirittura danno la vita direttamente in Africa, per aiutarli nel concreto e nella loro patria? E quanti semplici preti faticano a far quadrare i conti delle bollette delle loro chiese e delle loro canoniche? Siamo proprio sicuri che, anziché finanziare Luca Casarini, non si possa far del bene diversamente? Almeno il dubbio, consentiteci, è lecito. (Foto: Imagoeconomica)
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