Apostolorum apostola, mandata dal Signore risorto a portare la notizia centrale di tutta la storia: la morte è vinta, il Signore vive. Ecco le parole che le rivolge Gesù riportate da Giovanni (20, 17-18). "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro". Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore" e anche ciò che le aveva detto. Lei che aveva assistito alla crocifissione e alla deposizione di Gesù, il primo giorno dopo il sabato va al sepolcro quando è ancora buio e si trova testimone anche della Sua avvenuta resurrezione, cardine e pilastro della fede cristiana che abbiamo approfondito più volte sulla nostra rivista cartacea (alla quale proprio in questi giorni ci si può abbonare con sconti speciali)
Investita da una sovrabbondanza di misericordia, Maria Maddalena è una figura che la Chiesa il 3 giugno del 2016, per espressa volontà di papa Francesco durante il Giubileo della Misericordia, ha deciso di celebrare con una festa liturgica, il 22 luglio. Un gigante, la Maddalena, la cui memoria ha visto proliferare leggende infondate, via via più pruriginose fino alle versioni contemporanee che non val tanto la pena approfondire (vedasi il Codice da Vinci di Dan Brown). Forse perché, come ricordava Wojtyla nel suo Amore e responsabilità, quando una virtù è troppo ardua, l'animo umano tende a disprezzarla, coprendola di fango. Secondo la liturgia romana, che si appoggia alla tradizione inaugurata da papa Gregorio Magno, Maria Maddalena è identificata come la peccatrice perdonata (vedi Lc7, 37-50), come una delle donne che seguono stabilmente il Maestro e anche come Maria di Betania, la sorella dell'amato Lazzaro (Lc, 10, 38-42).
Resiste, in senso etimologico restando in piedi fino alla fine, lungo la via dolorosa del Calvario e davanti al corpo esanime di Cristo. La prima a vederlo glorificato, che non lo riconosce fino a che Lui non la chiama per nome: «Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: "Maria!". Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro!». (Gv 20, 14-16). Ancora prima che la sua memoria liturgica fosse elevata al rango di festa, anzi come compimento di questa consapevolezza presente fin dagli albori, la Chiesa delle origini le ha riconosciuto grande importanza come discepola di Cristo e testimone dell'annuncio gioioso della Pasqua.
Capace di accogliere il perdono del Signore che finalmente la guarisce e le rivela la sua altissima dignità, mostra fortezza di fronte al dolore e al buio di ciò che sembra la fine, anche a lei: al sepolcro era andata per ungere un corpo, voleva dare tutto ciò che poteva al suo Maestro defunto, ma si è lasciata di nuovo riportare in vita e questa volta in maniera ancora più alta dal nuovo incontro col Signore: Colui che ha sconfitto il grande nemico dell'uomo trapassando la morte da parte a parte. Annunciatrice del vangelo agli stessi evangelizzatori ancora afflitti e sgomenti per la morte di Gesù, è detta da san Gregorio, “testis divinae misericordiae”. Modello di discepola e testimone per tutti i credenti annuncia con la propria vita cambiata da Cristo che una vita nuova è possibile per chiunque accolga il Signore nella propria. (Foto: screenshot Universal Pictures International, YouTube)
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