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E’ Natale. «Scrivete dunque, o mio Salvatore, sul mio povero cuore il vostro potentissimo nome di Gesົ
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25 Dicembre 2014

E’ Natale. «Scrivete dunque, o mio Salvatore, sul mio povero cuore il vostro potentissimo nome di Gesົ

 

Erravi sicut ovis quæ periit,
quære servum tuum.

Signore, io sono la pecorella, che per andare appresso ai miei piaceri e capricci, miseramente mi son perduta; ma Voi, o Pastore insieme ed Agnello divino, siete quello che siete venuto dal cielo a salvarmi, con sacrificarvi qual vittima sulla croce in soddisfazione dei miei peccati.

Ecce Agnus Dei,
ecce qui tollit peccatum.

Se dunque io voglio emendarmi, di che debbo temere? perché non debbo tutto confidare in Voi, mio Salvatore, che siete nato apposta per salvarmi?

Ecce Deus Salvator meus, fiducialiter agam, et non timebo.

Qual segno maggiore potevate darmi di misericordia, o mio dolce Redentore,… che darmi Voi stesso!
Caro Bambino, quanto mi dispiace di avervi offeso!…   Ma se Voi siete venuto a cercarmi, io mi butto ai piedi vostri; e benché vi veda afflitto ed avvilito in questa mangiatoia, steso sulla paglia, io vi riconosco per mio sommo Re e Sovrano. Sento già che quei vostri dolci vagiti m'invitano ad amarvi e mi domandano il cuore. Eccolo, Gesú mio, ai piedi vostri oggi lo presento; mutatelo ed infiammatelo Voi, che siete a questo fine venuto al mondo, per infiammare i cuori del vostro santo amore.

Sento già che da questa mangiatoia Voi mi dite: Diliges Dominum Deum tuum ex toto corde tuo.
Ed io rispondo: Ah Gesú mio, se non amo Voi che siete il mio Signore e Dio, chi voglio amare? Voi vi chiamate mio, perché siete nato per darvi tutto a me; ed io ricuserò di esser vostro? No, amato mio Signore, io tutto a Voi mi dono e vi amo con tutto il cuore.…  Deh accettatemi in questo giorno, e non permettete che io abbia mai piú a lasciare di amarvi.
Regina mia Maria, vi prego per quella consolazione che aveste la prima volta che miraste nato il vostro Figlio, e gli deste i primi abbracci, pregatelo che mi accetti per suo e m'incateni per sempre col dono del suo santo amore.

* * *
 
Oh vi avessi sempre invocato, o Gesú mio, ché non sarei stato mai vinto dal demonio! Io ho perduto miseramente la vostra grazia, perché nelle tentazioni ho trascurato di chiamarvi in aiuto.
Or io spero tutto nel vostro santo nome: Omnia possum in eo qui me confortat.
Scrivete dunque, o mio Salvatore, scrivete sul mio povero cuore il vostro potentissimo nome di Gesú, acciocché io avendolo sempre nel mio cuore con amarvi, lo abbia poi sempre nella bocca con invocarlo in tutte le tentazioni che mi apparecchia l'inferno, per tornare a vedermi suo schiavo e separato da Voi.
Nel vostro nome io troverò ogni bene: se sarò afflitto, esso mi consolerà, pensando quanto Voi piú di me siete stato afflitto per amor mio; se mi vedrò sconfidato per i miei peccati, esso mi darà coraggio, ricordandomi che Voi perciò siete venuto al mondo per salvare i peccatori; se sarò tentato, il vostro nome mi darà fortezza, ricordandomi che Voi potete piú aiutarmi che non può abbattermi l'inferno; se finalmente mi troverò freddo nel vostro amore, esso mi darà fervore, ricordandomi l'amore che Voi mi avete portato.
Vi amo Gesú mio. Voi siete, e spero che sempre avete da essere l'unico amore mio. A Voi dono tutto il mio cuore, o mio Gesú; solo Voi voglio amare; e voglio invocarvi quanto piú spesso potrò. Voglio morire col vostro nome in bocca, nome di speranza, nome di salute, nome di amore.
O Maria, se mi amate, questa è la grazia che avete da impetrarmi: fatemi sempre invocare il nome vostro e del vostro Figlio; fate che i vostri dolcissimi nomi siano il respiro dell'anima mia, e che io sempre replichi in vita, per replicarlo nell'ultimo fiato che avrò in morte:
Gesú e Maria, aiutatemi;
Gesú e Maria, io vi amo;
Gesú e Maria, a voi raccomando l'anima mia.

 

sant'Alfonso M. de' Liguori, Natale, Meditazioni, Letture, Poesie, Ed. Paoline, Roma, 1965

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