In una tragedia come quella del terremoto in Nepal, dove tutto viene sconvolto e squarciato, vengono alla luce anche altre tragedie quotidiane, che possono sembrare insignificanti rispetto all’enormità dell’accaduto e che pure devono fare riflettere. Come il fenomeno dell’utero in affitto.
Il quotidiano britannico Guardian informa che il governo di Israele ha iniziato le operazioni per riportare in patria coppie di connazionali dello stesso sesso, i loro bambini nati da madri surrogate nepalesi e le donne stesse che si sono prestate a questa operazione. Molte sono infatti le coppie gay e lesbiche che da Tel Aviv volano a Kathmandu per usufruire di una pratica che in Israele è vietata.
Per la precisione, tre neonati hanno potuto viaggiare su un piccolo aereo dell'aviazione dello Stato ebraico che aveva portato in Nepal un team di dottori per i soccorsi alla popolazione. Il ministro degli esteri israeliano ha poi precisato che il rimpatrio riguarderà altri 22 bambini, i loro“genitori”, qualsiasi cosa questo termine voglia ancora dire, e quattro madri surrogate.
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