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Ascensione, oltre la nostra immaginazione
NEWS 12 Maggio 2024    di don Alessandro Galeotti

Ascensione, oltre la nostra immaginazione

La predica corta della domenica, in maggio l'omelia di don Alessandro Galeotti

«Il Signore Gesù […] oggi è salito al cielo tra il coro festoso degli angeli. […] Non si è separato dalla nostra condizione umana, ma ci ha preceduti nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è lui, capo e primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria» (Prefazio dell’Ascensione del Signore I). Così canta il prefazio della S. Messa di oggi. L’Ascensione non è una semplice apparizione del Risorto, seppur peculiare nella scena, che anticipa di dieci giorni la grande solennità di Pentecoste. Al contrario, è l’evento che rivela il pieno significato della Pasqua e manifesta il senso per l’umanità del dono dello Spirito Santo.

La Pasqua infatti trova il proprio compimento proprio nell’Ascensione di Gesù al cielo e corona la Sua missione: «quale pastore che vuole ricondurre le pecore all’ovile. […] È per noi che è disceso dal Cielo ed è per noi che vi è asceso, dopo essersi fatto in tutto simile agli uomini, umiliato fino alla morte di croce, e dopo avere toccato l’abisso della massima lontananza da Dio. Proprio per questo il Padre si è compiaciuto in Lui e Lo ha “sovraesaltato”, restituendoGli la pienezza della sua gloria, ma ora con la nostra umanità. Dio nell’uomo – l’uomo in Dio» (Benedetto XVI, Regina cœli, 4 maggio 2008).

Con l’Ascensione di Gesù, la nostra umanità è già “in Cielo”, in Dio. Tutto viene ricondotto all’unità con Dio Padre, anche la Sua umanità insieme alla Sua divinità.
La Pentecoste è in funzione dell’Ascensione in noi: Gesù ci dona con lo Spirito gli strumenti di Grazia per essere trasformati in Cristo ed ascendere al Padre. Egli ci ha preceduti e noi – una volta risorti anche nella carne – saremo riuniti totalmente in Dio: saremo “in Cielo”. Ci insegna il Catechismo: «Dio nella sua onnipotenza restituirà definitivamente la vita incorruttibile ai nostri corpi riunendoli alle nostre anime, in forza della risurrezione di Gesù. […]

Il “modo con cui avviene la risurrezione” supera le possibilità della nostra immaginazione e del nostro intelletto; è accessibile solo nella fede. Ma la nostra partecipazione all’Eucaristia ci fa già pregustare la trasfigurazione del nostro corpo per opera di Cristo» (CCC, 997.1000).
Nel mese di maggio il nostro sguardo non può che correre a colei che contempliamo come segno di sicura speranza: Maria Santissima. In lei l’Ascensione si è già compiuta totalmente con l’evento dell’Assunzione, mentre noi attendiamo che il dono di Cristo risorto e asceso al Cielo giunga al suo pieno compimento.

Chiediamole di sostenerci nel tempo della preghiera e dell’attesa, mentre gioiamo con lei nella certezza che la nostra umanità già è stata introdotta nel mistero di Dio, per sempre.


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