E’ contenuta in una lettera personale inviata a quattro donne laiche tedesche la preoccupazione che il Santo Padre manifesta rispetto alla direzione intrapresa dalla chiesa del paese che ha dato i natali al suo predecessore. Nella missiva del 10 novembre scorso il Santo Padre dichiara di condividere la «preoccupazione per i numerosi passi concreti che ora hanno fatto grandi parti di questa Chiesa locale e che minacciano di allontanarsi sempre di più dal cammino comune della Chiesa universale.»
Francesco si rivolge alle care Prof.ssa Westerhorstmann, Prof. ssa Fabbbro, Prof.ssa Gerl-Falkovitz, Signora Schmidt, ringraziandole per la loro missiva del 6 novembre, alla quale le firmatarie avevano affidato i loro fondati e circostanziati timori per il percorso intrapreso dalla chiesa tedesca e il passo serrato che questa sembra voler tenere ,nonostante tutto. Uno degli atti più decisivi e quindi pericolosi nella direzione che rischia di allontanare la chiesa cattolica tedesca dall’unica Chiesa universale, secondo le parole di Francesco, è «senza dubbio anche la costituzione del Comitato sinodale che lei ha menzionato (…)».
Tre delle destinatarie fanno parte di quel gruppo di donne che hanno volontariamente e pubblicamente abbandonato il sinodo tedesco prima della sua conclusione prevista per inizio marzo 2023, esattamente per il grande pericolo che ravvisavano, del quale non volevano in nessun modo essere corresponsabili, e che hanno deciso di non poter tacere; in particolare, si legge nelle loro dichiarazioni di cui abbiamo dato conto in questo contributo, denunciavano come il cammino sinodale tedesco stesse «mettendo in dubbio le dottrine e le credenze cattoliche fondamentali», ovvero quanto di più prezioso la Chiesa Cattolica abbia in custodia.
Secondo il Pontefice il frutto più insalubre che sta maturando sul ramo tedesco, che forse in molti dei suoi pastori non riconosce più il fusto da cui prende linfa, è proprio il «Comitato sinodale (che) deve preparare l’istituzione di un Consiglio sinodale. In questo organo, vescovi e laici vogliono continuare le loro consultazioni sui temi del potere, del ruolo delle donne, della morale sessuale e dello stile di vita sacerdotale.» Un approccio, prosegue il testo della lettera, che potrebbe allontanare i fedeli tedeschi dall’unità della Chiesa: un «organo consultivo e decisionale«, come quello che si sta preparando, «non può essere conciliato con la struttura sacramentale della Chiesa cattolica.»
Avvertenza della massima serietà che era già stata notificata ai vescovi tedeschi nel gennaio di quest’anno, senza però che questi ne abbiamo preso atto e tratto le attese conclusioni. Il Papa non aveva lesinato paterne e ferme ammonizioni, se si considera anche la Lettera al Popolo di Dio che peregrina in Germania ,nella quale ricordava ancora la necessità di conservare l’unità con la Chiesa universale per non vedere disseccare la vita stessa dei tralci che dall’unica vite di Cristo possono trarre nutrimento e vita:
« (…) le Chiese particolari vivono e fioriscono in e dalla Chiesa Universale, e se si trovano separate dall’intero corpo ecclesiale, si indeboliscono, appassiscono e muoiono. Da qui la necessità di mantenere sempre viva ed efficace la comunione con tutto il corpo della Chiesa, che ci aiuta a superare l’ansia che ci racchiude in noi stessi e nelle nostre particolarità per poter guardare negli occhi, ascoltare o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto sul ciglio della strada. (Fonte foto: Imagoeconomica)
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