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12.12.2024

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Papa: «Sbagliato esportare la democrazia»
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24 Ottobre 2023

Papa: «Sbagliato esportare la democrazia»

L’Occidente che pretende di esportare la democrazia porta avanti un piano pericoloso e fallimentare, parola di papa Francesco. È quanto dichiara il pontefice nel libro-intervista, da oggi nelle librerie, Non siete soli: sfide, risposte, speranze realizzato da Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin (Salani Editore) e anticipato oggi da La Stampa.

Il Papa, pur avendo confessato di essere «ignorante in termini di politica internazionale», tuttavia, anche alla luce della recrudescenza del conflitto in Medio Oriente, e quello in Ucraina, che sembrano non avviarsi verso una soluzione, non poteva non riprendere anche in questo libro, una delle preoccupazioni più importanti espresse sin dall’inizio del suo pontificato, quando affermava che stavamo vivendo una Terza guerra mondiale a piccoli pezzi «adesso penso che sia tutto un unico grande pezzo».

La colpa del disordine sia politico che istituzionale in cui versano molti paesi poveri o comunque sottosviluppati, deriverebbe, secondo quanto sostiene il Papa nel libro, anche «dal fallimento dell’Occidente nel suo tentativo di importare la propria tipologia di democrazia in certi Paesi con una cultura, non dico tribale, ma di stampo simile. Pensiamo alla Libia, che pare possa essere condotta soltanto da personalità molto forti come Gheddafi. Un libico mi ha detto che un tempo avevano un solo Gheddafi, mentre ora ne hanno cinquantatré…».

La guerra in Iraq, ha sottolineato il Santo Padre, «sarebbe stata una vera vergogna» e «una delle peggiori crudeltà». «Saddam Hussein non era certo un angioletto, anzi», ha detto Francesco, «ma l’Iraq era un Paese abbastanza stabile». Il pontefice ha, tuttavia, specificato come il suo intento non sia quello di difendere Gheddafi o Saddam Hussein, ma di mostrare come «l’anarchia organizzata e altre guerre» sarebbero state l’unico frutto di quei conflitti. Perciò, sostiene che «non dobbiamo esportare la nostra democrazia in altri Paesi, ma aiutarli a sviluppare un processo di maturazione democratica secondo le loro caratteristiche». Il papa ha sottolineato che alcuni paesi, retti dalla monarchia, «probabilmente non accetteranno mai una democrazia», ma le nazioni «possono aiutare a garantire che ci sia maggiore partecipazione in quei casi». Ha poi toccato un altro tema a lui caro, legato ai conflitti internazionali: quello dell’immigrazione.

Pur mostrandosi ben consapevole delle grosse difficoltà legate ai flussi immigratori ingenti, ha dichiarato: «Insisto nel dire che la chiave sta nell’integrazione e nel portarla a termine. È vero che l’ideologizzazione dell’elemento religioso è un problema e rappresenta una perversione della religiosità perché l’islam, in verità, è una religione di pace e la maggior parte dei suoi membri sono pacifici. Come dicono loro, o si è terroristi o si è musulmani». «Nei Paesi africani in cui non sono filtrate organizzazioni come l’Isis – sostiene il pontefice – di solito la convivenza è molto buona. In alcuni, a Natale, i musulmani fanno regali ai cristiani. E i cristiani fanno regali ai musulmani per il Ramadan o per la festa del Sacrificio. Un nunzio destinato a un Paese africano mi ha raccontato che, nella cattedrale della sua capitale, si forma una lunga coda per varcare la Porta Santa e ottenere indulgenze giubilari e che tra i cristiani ci sono molti musulmani che poi si dirigono all’altare dove si trova l’immagine della Madonna perché Maria è venerata nell’islam».

Non bisogna infine dimenticare, come sostiene una delle autrici del libro, Francesca Ambrogetti, che la guerra è stata molto presente nella famiglia del Santo Padre. «Il Papa – dice Ambrogetti- nel capitolo sulla famiglia racconta di non aver mai dimenticato l’emozione con la quale accolsero la notizia della fine della seconda guerra mondiale». «Ricordo anche che in più di un’occasione ci ha detto che non solo pativa le ferite altrui nell’anima ma che sentiva nel suo anche quelle del corpo – conclude -. Con profonda sofferenza e preoccupazione ma anche con fede, speranza e tutto il suo impegno per contribuire al raggiungimento della pace». (Fonte foto: Facebook)

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