Domenico Giani, 52 anni, aretino, comandante della Gendarmeria Vaticana, ha la responsabilità di garantire la sicurezza del Papa. Per lui si tratta niente meno che di una missione spirituale.
«La minaccia esiste», dice. «Questo è ciò che emerge dai colloqui che ho con i colleghi italiani e stranieri. Ma una cosa è l’esistenza di una minaccia, altra cosa la pianificazione di un attacco. Al momento posso dire che non siamo a conoscenza di piani di attacco al Vaticano o al Santo Padre». E ancora: «Il livello di attenzione è costantemente alto, sempre adeguato alle circostanze. Non esistono solo le minacce dell’Isis, ma anche i rischi di azioni solitarie, che sono più pericolose perché imprevedibili. Penso a fanatici, a disturbati mentali, a mitomani, oppure semplicemente a individui che potrebbero decidere di agire in Vaticano per la rilevanza mediatica che se ne può ricavare»
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