XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
“Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli unici verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda…” Queste parole paoline, come tante altre del Nuovo Testamento, chiunque le può sottoscrivere, desiderare e vivere, perché esse corrispondono a noi stessi molto più che il resto.
Il problema è però uno: nessuna di queste virtù può essere acquisita se non considerando la parte finale di questa citazione: “…come Dio ha perdonato a voi in Cristo”. Quel modo di vivere è possibile veramente se si crede in quello che Cristo ha fatto. Infatti ritorna anche questa domenica l’invito di Gesù: “chi crede ha la vita eterna”. Il credere è oggi il vero problema, noi possiamo condividere tutto quello che Cristo ha detto, ogni sua indicazione, ma se non crediamo in ciò che Lui ha fatto, la vita, morte e risurrezione, rimarremo tutta la vita appesi, insoddisfatti: come mangiare una torta senza gustarne la crema.
Si ripropone allora la domanda di Dostoevskij: un uomo colto, un europeo dei nostri giorni, può credere, credere proprio, alla divinità del Figlio di Dio, Gesù Cristo?
Da una parte penso alla tanta gente che riesce a credere ai tarocchi, ai maghi, a certi medium. Dall’altra le distrazioni alle quali siamo sottoposti continuamente pongono la nostra attenzione su ogni forma di inutilità. Pensate a tutti gli sport, serie TV, divertimenti, giochi, programmi, medie, tecnologie e attività che si possono fare oggigiorno. Esse possono essere usate con saggezza ma molto spesso diventano solo fonte di distrazione.
Pensate con cosa Cristo invece rende presente il suo corpo: il pane, l’alimento base, l’essenziale, semplice, di tutti i giorni. Non qualcosa di mirabolante e straordinario, ma con l’essenziale, di cui noi non ci accorgiamo perché spesso viviamo nella ricchezza o negli agi.
Termino questa riflessione chiedendo con forza quello che Cristo stesso dice oggi: che il Padre attiri nuovamente a sé l’umanità spensierata e così sazia di sé stessa. Che torni a credere davvero nell’Unico che dà la vita, abbandonando le zavorre che ci fanno solo sopravvivere.
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