«La maternità deve diventare di nuovo cool. Dobbiamo fare sì che le ragazze di 18, 20 anni vogliano sposarsi e vogliano mettere al mondo dei figli». Non si può dire che a Lavinia Mennuni, senatrice di Fratelli d’Italia, manchino il coraggio e la chiarezza; e queste sue parole, scandite mentre era ospite di Coffee break su La7, ne sono la riprova. Naturalmente, le polemiche sono fioccate subito. E ci sarebbe stato da stupirsi se non fosse avvenuto. Sì, perché ormai pare debba esser non solo legittimata ma perfino incoraggiata ogni istanza femminile – quella di diventare ricca e famosa, di diventare influencer, perfino di diventare uomo -, fuorché quella della maternità.
Siamo infatti nell’epoca in cui a 18, 20 anni è naturale bramare viaggi e tatuaggi, follower e felicità instagrammabile, ma un figlio…ecco, quello no. Perché ogni altra cosa è «desiderio», mentre un figlio oggi è «una scelta»: come dire, oh cara te lo sei voluto tu. E chi, come la senatrice Lavinia Mennuni, dissente da questo stupidario della denatalità, ha lamentato la senatrice M5S Barbara Floridia, presidente della commissione di vigilanza Rai, diffonde idee «pericolose perché vede la donna esattamente come 100 anni fa». Ora, la concezione della donna del 1923 era certamente arretrata, per carità. Ma se penso a quella del 2023 – che pretende di tenere assieme i diritti e lo schiavismo dell’utero in affitto, il femminile e gli asterischi, l’identità sessuale e il gender -, scusatemi, ma più che un balzo avanti ne vedo uno verso il baratro (Screenshot La7, Coffee break)
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