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Si è spenta Adeleide Roncalli, che nel 1944 disse di avere ricevuto messaggi dalle Vergine alle Ghiaie di Bonate
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28 Agosto 2014

Si è spenta Adeleide Roncalli, che nel 1944 disse di avere ricevuto messaggi dalle Vergine alle Ghiaie di Bonate

di Andrea Tornielli

 

Si è spenta nel silenzio, a 77 anni, senza che la Chiesa abbia riconosciuto la veridicità delle apparizioni avvenute alle Ghiaie di Bonate, nel bergamasco: Adelaide Roncalli, che dal 13 maggio al 31 luglio 1944 disse di aver visto la Madonna e di averne ricevuto dei messaggi, venne costretta a ritrattare subendo una notevole violenza psicologica da un sacerdote.

Il caso, nonostante la guerra e i bombardamenti, provocò un’ondata ininterrotta di pellegrini nel piccolo paese e la notizia ebbe grande risonanza, non soltanto in Italia. Secondo i racconti della bambina, l'apparizione, oltre a preannunciarle una vita di sofferenze, parlò delle minacce che in quel momento incombevano su Pio XII – e Adelaide non poteva sapere che proprio in quel periodo Hitler aveva progettato di rapire il Papa – e indicò l'importanza della famiglia.

La storia della piccola veggente s'intreccia subito con quella di don Luigi Cortesi, giovane professore del Seminario di Bergamo, che di propria iniziativa si mise a indagare. Tenne la piccola Adelaide lontana da Ghiaie e diede ordine che nessuno potesse avvicinarla senza il suo permesso. Dopo averla sottoposta a forti pressioni, nel settembre 1945 riuscì a ottenere con l'inganno una ritrattazione scritta. L'anno successivo, una volta liberata dal peso opprimente di don Cortesi, la veggente dichiarò che la ritrattazione era falsa e gli era stata estorta. Ma il vescovo di Bergamo nel 1948 decretò che «non consta la soprannaturalità» proibendo ogni forma di devozione in quel luogo.

Nel 1949 la piccola Roncalli venne però ricevuta da Pio XII, al quale rivelò un segreto a lui dedicato. Ed è noto che anche Giovanni XXIII, il Papa bergamasco, aveva più di una perplessità sul modo in cui si era trattata la cosa, tanto da scrivere in una lettera riservata al vescovo di Faenza del luglio 1960: «Ciò che vale… è la testimonianza della veggente: e la fondatezza di quanto ancora asserisce a 21 anni e in conformità alla sua prima asserzione a 7 anni: e ritirata in seguito alle minacce, alle paure dell’inferno fattele da qualcuno. Mi pare che insista quel terrore di quelle minacce».

L'implicazione di elementi importanti del clero locale e la sentenza del vescovo confermata da tutti i suoi successori non fecero più riaprire ufficialmente il caso da parte dell'autorità ecclesiastica. Adelaide avrebbe voluto farsi suora sacramentina: a 15 anni ottenne dal vescovo il permesso, ma dopo la morte del monsignore qualcuno riuscì a strappare l'ordine di farla uscire dal convento. Ne soffrì moltissimo e si ammalò per questo. Sono in tanti a sperare che la sua vicenda sia finalmente oggetto di un'indagine seria e approfondita.

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