Accade a San Marcos, in California: una squadra di football di una scuola superiore cattolica della California meridionale, lo scorso 12 settembre (giorno in cui la chiesa festeggia il Santissimo Nome di Maria) ha pubblicato un video sui social, in cui ha elevato il canto dell’“Ave Maria” in latino dopo una partita. Come ha sottolineato il capitano della squadra, si intende farne una tradizione dopo ogni partita, con lo scopo di “glorificare Dio” in tutto ciò che si fa. La squadra si chiama “I Crociati” e ha recentemente avviato una partnership con un’organizzazione dal nome “Virtù= Forza”, che è un «programma cattolico che coinvolge i cuori e le menti degli studenti, aiutandoli ad imparare le virtù, amare nostro Signore e a vivere la fede», come hanno chiarito in un’intervista.
Una partnership vincente, perché come affermano i leader di “Virtù= Forza”, in un articolo, commentando la decisione del team di unirsi in preghiera intorno alla Beata Vergine, la St. Joseph Academy «ha una straordinaria identità cattolica e ha creato un’atmosfera in cui gli studenti diventano veramente leader cattolici che amano nostro Signore, la nostra Beata Madre, la Messa e la nostra fede cattolica». L’idea di cantare l’Ave Maria sarebbe partita da uno dei giocatori, Paolo, motivata dalla volontà di «consacrare tutte le nostre azioni a Dio».
A lui fa eco il capitano della squadra: «Ecco perché giochiamo a calcio. Vogliamo glorificare Dio sul campo da gioco, attraverso le nostre azioni ed essere un’ottima squadra di calcio». Un impegno inciso anche sul retro delle loro maglie con l’acronimo “AMDG”, ad indicare la frase latina “Ad Majorem Dei Gloriam”, “A maggiore gloria di Dio”, che i ragazzi riportano anche su tutti i loro compiti scritti. Un impegno che non si riduce ad uno slogan, ma intende concretizzarsi nel quotidiano allo scopo di «raggiungere un livello di virtù più elevato», come ha spiegato uno dei ragazzi. Un programma che ha la sua base solida nella preghiera: infatti alla St. Joseph Academy si celebra la Messa quotidiana e si ha a disposizione una cappella per l’adorazione eucaristica.
L’esempio più grande di come la fede possa investire anche un aspetto apparentemente lontano, come lo sport, proviene proprio dall’allenatore della squadra che i ragazzi avrebbero visto impegnato nell’adorazione eucaristica più volte. Non certo un uomo serafico, sottolinea il capitano della squadra, perché la disciplina è alla base del loro impegno sportivo, ma altrettanto lo è la loro identità cattolica che ha contribuito, come afferma uno dei ragazzi della squadra, «a rendere tutti i membri del team cattolici migliori». (Fonte foto: screenshot, YouTube)
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