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Una Cuba senza comunismo, una meta da raggiungere senza violenza. Lo spirito di Oswaldo Payà¡ non muore
news
30 Luglio 2014

Una Cuba senza comunismo, una meta da raggiungere senza violenza. Lo spirito di Oswaldo Payà¡ non muore

Nato nel 1952 nel quartiere di El Cerro a L’Avana, Oswaldo Payá, laico cattolico di forte impronta sociale, fondò nel 1987 il Movimiento cristiano de Liberacion, movimento politico di ispirazione cristiana che postulava per Cuba una necessaria transizione verso la democrazia, ma senza l’uso di violenza, utilizzando le possibilità che – almeno formalmente – la Costituzione cubana garantiva di iniziativa politica da parte dei cittadini. Nacquero così il Proyecto Varela (sottoscritto, nonostante le intuibili difficoltà da 14mila cubani e stroncato quasi subito dal governo con un referendum a risultato naturalmente plebiscitario e accompagnato da un’ondata di arresti, la cosiddetta Primavera negra) e nel 2011 El camino del pueblo, piattaforma rivendicativa nel senso del Proyecto Varela, firmata da 70 organizzazioni e 1200 dissidenti. Mai arrestato, al contrario dei suoi collaboratori, ma fatto segno di continue minacce di morte (anche molto concrete, vedi un rischiato ‘incidente automobilistico’ premonitore), Oswaldo Payá perse la vita in un incidente automobilistico accaduto il 22 luglio 2012 vicino a Bayamo, a 700 chilometro da L’Avana. Con lui perì una ‘speranza’ del Movimiento cristiano de Liberacion, Harold Cepero. L’auto era guidata dal giovane democristiano spagnolo Angel Carromero (poi condannato a 4 anni di reclusione per “omicidio colposo” – rimandato in Spagna, sconta la pena a piede libero, ma con un braccialetto elettronico), accanto al quale sedeva Aron Modig, giovane democristiano svedese. I due avevano riportato ferite leggere nell’incidente. Carromero ha parlato ancora recentemente di un “giudizio-farsa”, descrivendo così lo strano incidente: “Eravamo in viaggio, quando fummo investiti da un’altra macchina che ci buttò fuori di strada. Immediatamente apparve dal nulla un furgoncino e mi portarono a un ospedale militarizzato. Però, se gli altri passeggeri stavano peggio di me, perché mi presero per primo?” Ancora: è credibile “che io guidassi a cento all’ora in una strada piena di buche”, come mi è stato imputato? Sullo stranissimo incidente è stata chiesta dalla famiglia Payá e anche da Carromero un’indagine internazionale, fin qui non concessa. Del secondo anniversario della morte di Oswaldo Payá e di Harold Cepero si fa memoria nelle sante messe previste tra l'altro a Cuba, negli Stati Uniti, in Spagna. A L'Avana la celebrazione è presso la chiesa dei Passionisti, mentre a Santiago di Cuba è stato vietato il ricordo promosso dal locale MCL.

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