15.12.2024

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Vescovi del Triveneto sul suicidio assistito: «Curare, non far morire»
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26 Ottobre 2023

Vescovi del Triveneto sul suicidio assistito: «Curare, non far morire»

Su impulso dell’Associazione radicale Luca Coscioni, diverse Regioni d’Italia stanno avviando l’iter per legiferare sul suicidio assistito. In un comunicato stampa del Network “Sui tetti”, che raccoglie molte associazioni laiche del mondo cattolico, si tratta di «accelerazioni ideologiche di alcuni consigli regionali, quali quelli del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, che sembrano fare a gara su chi si ergerà per primo a paladino della cultura dello scarto e di morte proposta, o meglio, imposta dall’associazione Coscioni». Su questo tema sono intervenuti i vescovi del Triveneto con una nota, intitolata Suicidio assistito o malati assistiti, diffusa il 18 ottobre scorso.

«Il suicidio assistito, come ogni forma di eutanasia, si rivela una scorciatoia», scrivono i vescovi. «Il malato è indotto a percepirsi come un peso a causa della sua malattia e la collettività finisce per giustificare il disinvestimento e il disimpegno nell’accompagnare il malato terminale. Primo compito della comunità civile e del sistema sanitario è assistere e curare, non anticipare la morte. La deriva a cui ci si espone, in un contesto fortemente tecnologizzato, è dimenticarsi che lo sforzo terapeutico non può avere come unico obiettivo il superamento della malattia quanto, piuttosto, il prendersi cura della persona malata».

La nota dei pastori del Triveneto pone il dito nella vera piaga, quando avverte che «una società capace di cura evita lo scarto e costruisce cammini di speranza non solo per le persone assistite ma anche per chi se ne prende cura, non lasciando sole le famiglie e rinsaldando il vincolo sociale di solidarietà di fronte a chi soffre. In tutto questo le comunità cristiane sono chiamate a fare la loro parte». Quindi, in merito al quadro normativo e giuridico, dicono i vescovi, «si rimane molto perplessi di fronte al tentativo in atto da parte di alcuni Consigli regionali di sostituirsi al legislatore nazionale con il rischio di creare una babele normativa e favorire una sorta di esodo verso le Regioni più libertarie. Destano anche preoccupazione i pronunciamenti di singoli magistrati che tentano di riempire spazi lasciati vuoti dal legislatore».

«È compito delle Regioni promuovere politiche sanitarie che favoriscano la diffusione della conoscenza e l’uso delle cure palliative, la formazione adeguata del personale, la presenza e l’azione di hospice dove la persona malata in fase terminale trovi un accompagnamento pieno, nelle varie dimensioni del suo essere, cosicché sia alleviato il dolore e lenita la sofferenza».

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