Inserire nella Costituzione la tutela del diritto alla vita fin dal concepimento. Indire un referendum nazionale per approvare la modifica della Carta fondativa dello Stato. Vietare l’aborto, con pene per chiunque sia coinvolto nella soppressione della vita non nata, dai medici alla gestante, e mettere fuori leggere i metodi contraccettivi-abortivi come la pillola del giorno dopo.
E’ quanto chiede ufficialmente un gruppo di 400 personalità – tra parlamentari della Duma, governatori di Regione, medici, intellettuali – che si è riunito nei giorni scorsi alla Cattedrale di Cristo Salvatore di Mosca, sotto l’egida appunto del patriarcato di Mosca. Una cosiddetta “lobby pro-life” di alto profilo, che si muove in sintonia con la gerarchia ortodossa, e che punta a fare della Russia una forza controcorrente, tra Oriente e Occidente, nell’affermazione e difesa della santità della vita.
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