Venerdì 24 Ottobre 2025

Wrestling diplomatico tra Trump e Zelensky ma la pace passa anche da qui

Scontro nello studio ovale di Washington, il presidente Trump a Zelensky: «Stai giocando d'azzardo con la Terza Guerra Mondiale». Modi da "villanzone", ma la notizia potrebbe essere non cattiva per la pace. Il leader ucraino accompagnato alla porta

trump zelensky ansa
Si andrà in piazza per l’Europa, come vuole il buon Michele Serra. Si leggeranno le articolesse di pensosi editorialisti à la Massimo Giannini. Va bene. Si faranno tutte queste cose, ma lo spettacolo andato in onda dallo studio ovale di Washington tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il suo vice JD Vance e il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky dice una cosa abbastanza chiara: nel 2025 in Ucraina cambieranno le cose e probabilmente il conflitto troverà una fine. Anche a Bruxelles dovranno prenderne atto. Per chi pensa come noi che la guerra sia sempre una sconfitta ci sembra una discreta notizia. Forse anche del tutto buona. «Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si rifiuta di riconoscere la realtà pratica di questa guerra», ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt dopo lo scontro nello studio ovale. «Va avanti da anni, i suoi connazionali stanno morendo e le persone che hanno finanziato questo sforzo - il popolo americano - sono stufi di pagare il conto». Trump nello scontro nello studio ovale aveva detto a Zelensky: «Senza le armi americane la guerra finiva in due settimane. O firmi l'accordo o noi ci chiamiamo fuori. Stai giocando d'azzardo con la Terza Guerra Mondiale». E infine di fatto lo ha accompagnato alla porta: «Torni quando è pronto alla pace». Modi da «villanzone», come lo ha descritto la nostra Costanza Cavalli nel libro “Il ciuffo di Trump. Morte e rinascita dell’incubo delle élite”, certo, ma la Terza Guerra mondiale a pezzi è una realtà, non una fiction. E va scongiurata. Proprio papa Francesco, che in queste ore sta soffrendo al Gemelli, ebbe il coraggio di dire che «è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. Oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà?». Zelensky, che si è presentato a Washington sapendo che l’unica sua carta di sopravvivenza è trovare «garanzie» dagli Stati Uniti ha provato a tirare la corda, ma questa volta si è rotta. Può cinicamente sperare in una spaccatura tra Usa e Ue, raccogliendo la solidarietà di Ursula Von der Leyn e compagni, ma sa molto bene che sulla capacità di mobilitazione dell’Europa può contare fino a un certo punto per continuare questa guerra. Sarà una «pace giusta»? L’accordo sulle terre rare che doveva essere firmato a Washington è saltato, quella che Zelensky considerava come una controparte sufficiente per continuare a garantirsi le forniture di armi yankee, appare oggi come una specie di trappola in cui è caduto. Zelensky in questo 2025 è molto probabile che sparisca dalla scena. Dopo lo scontro allo studio ovale la pace ha delle armi che prima non aveva, con buona pace dei giornalisti e dei politici con l’elmetto sempre in testa, ma pronti a mandare al fronte popoli altrui. (Foto Ansa)

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