Mercoledì 05 Novembre 2025

La Rai senza padroni di Ettore Bernabei

Accusato di fare una televisione bigotta, la voleva, invece, libera da pressioni politiche. Era guidato da valori autentici, per mandare «a dormire gli italiani sereni e soddisfatti»

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Sui giornali italiani si è tornato a parlare nei mesi scorsi di Ettore Bernabei (1921-2016) e del suo percorso esistenziale e professionale per la pubblicazione dei suoi diari, curati dal giornalista Piero Meucci (Ettore Bernabei. Il primato della politica, Marsilio), che contengono molte informazioni assai interessanti sul mondo politico degli anni che vanno dal 1956 alla metà dell’Ottanta. Ne esce il ritratto di un uomo di straordinaria intelligenza e perspicacia, che si è trovato a vivere in prima persona momenti cruciali della storia del Novecento (come quando, in Usa per questioni Rai, fece da ambasciatore informale della Santa Sede e dell’Italia nella crisi dei missili di Cuba nel 1962), e che ha interpretato la sua vita come “vocazione”, come una chiamata non a mettersi in vetrina, ma a rendersi utile alla società... Per leggere l'articolo acquista Il Timone o abbonati

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