Lo stile di Papa Leone XIV è quello del «ruggito gentile». Lo abbiamo scritto – alla luce dei suoi primi discorsi - sulla copertina del Timone di giugno (qui per abbonarsi), interamente dedicata al nuovo pontefice, e ne abbiamo avuto conferma anche ieri. Sì, perché benché la notizia non abbia avuto molto risalto, eclissata da quella ben più rilevante della telefonata tra il Papa e Vladimir Putin, ieri è accaduto qualcosa di significativo, che non a caso non è sfuggito ai media francesi. Ci riferiamo alla frecciata che – pur senza nominarlo – Papa Leone XIV ha lanciato al presidente francese Emmanuel Macron.
L’occasione, a margine del ciclo di catechesi, è venuta con il saluto rivolto dal pontefice ai pellegrini di lingua francese, provenienti dalla Francia, dal Ciad e dal Camerun, in particolare quelli della diocesi di Boba e il gruppo dei Motards Chrétiens Notre-Dame. A costoro Papa Leone ha ricordato come «il nostro mondo» fatichi oggi «a trovare un valore alla vita umana, anche nella sua ultima ora». «Lo Spirito del Signore», ha aggiunto il pontefice, «illumini le nostre menti, affinché sappiamo difendere la dignità intrinseca di ogni persona umana».
Ora, queste sono parole apparentemente fuori contesto, che – rivolte a dei pellegrini di lingua francese - sembrano non avere molto senso, ma ne acquistano uno rilevantissimo alla luce di recenti sviluppi di cronaca. Risale a poco più di una settimana fa, infatti, l’avvenuta approvazione da parte dell’Assemblea Nazionale francese - con 305 voti a favore e 199 contro - della prima proposta di legge nella storia del paese sulla morte assistita. Un voto che, per quanto non definitivo dato che la stessa norma dovrà passare anche in Senato, era stato subito salutato come «tappa importante» dall’inquilino dell’Eliseo.
Ecco allora che, in questo attualissimo e delicato contesto, il richiamo di ieri di Papa Prevost a tutelare «a trovare un valore alla vita umana, anche nella sua ultima ora» appare una chiara tirata d’orecchi ad Emmanuel Macron. Che, da parte sua - forse ancora scornato dai pranzi con i cardinali francesi con cui forse sperava d'influenzare il conclave -, non risulta per ora aver rilasciato commenti a queste parole di Papa Prevost, ma che di certo le avrà notate. Proprio come le ha notate, come si diceva, la stampa francese, da La Croixa Le Pèlerin, che ha correttamente messo in rilievo l’eccezionalità del «ruggito gentile» papale all’indirizzo dell’Eliseo.
«È raro che un papa o il Vaticano si impegnino direttamente in un dibattito politico in corso in un Paese», ha infatti evidenziato proprio Le Pèlerin, subito aggiungendo: «Tuttavia, attraverso le loro parole, dichiarazioni e messaggi, i pontefici possono alludervi ed esprimere così la loro posizione […] È ciò che ha fatto Leone XIV, durante l'udienza generale tenutasi in Piazza San Pietro, in Vaticano». Povero Macron, dopo il ceffone della moglie Brigitte (ceffone che pure il Nostro ha provato malamente a negare) è arrivata pure una clamorosa tirata d’orecchi dal Papa. Tempi duri, questi, per lui (Foto: Imagoeconomica).
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