Sabato 25 Ottobre 2025

Papa Leone XIV ristabilisce l'imposizione del Pallio nella solennità dei santi Pietro e Paolo

A volte ritornano. L’antica tradizione era stata messa da parte da Papa Francesco nel 2015

Leone XIV imposizione pallio
A volte ritornano. Stiamo parlando della tradizione papale di imporre il Pallio ai metropoliti, scorsa da dieci anni. Correva difatti l’anno 2015 quando Papa Francesco aveva voltato pagina, stabilendo che i Palli – delle ‘stole’ liturgiche di lana bianca ornate da sei croci nere, a rappresentare il legame speciale tra il Papa e gli Arcivescovi Metropoliti, in un vincolo di comunione - sarebbero stati benedetti nella solennità dei santi Pietro e Paolo, ma imposti successivamente nelle rispettive diocesi dai nunzi apostolici. Tale novità era a suo tempo stata voluta dal pontefice argentino con l’intenzione di valorizzare le Chiese locali, proposito che per certi versi può suonare condivisibile ma anche, sotto altri punti di vista, avrebbe potuto essere depotenziarle l’imposizione della sua dimensione simbolica universale. Del resto, stabilita da Papa Innocenzo I nel IV secolo e poi codificata con il tempo, la cerimonia dell’imposizione del Pallio era effettivamente divenuta un segno distintivo del potere pastorale dei metropoliti, consegnato dal successore di Pietro. Sta di fatto, tornando a noi, che a volte ritornano. Sì, perché Papa Leone XIV domenica 29 giugno, nella solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, presiederà proprio la Celebrazione eucaristica nella Basilica Vaticana e, durante la Messa, benedirà e imporrà personalmente i Palli ai nuovi Arcivescovi Metropoliti. Si tratta di un ritorno importante sotto molteplici punti di vista. Tanto per cominciare perché il rinnovato legame tra il Papa e i metropoliti consolida quel cammino di comunione ecclesiale che Prevost ha indicato fin dall’inizio, parlando d’una «Chiesa missionaria che costruisce ponti». In seconda battuta, il ritorno a un rito antichissimo è testimonianza di quanto la Chiesa, pur rinnovandosi, affondi sempre le sue radici nella storia bimillenaria del Cristianesimo. La consegna del Pallio nella Basilica di San Pietro - legata da sempre alla tomba dell’Apostolo - rafforza infatti il senso di appartenenza all’unica famiglia cattolica. Da questo punto di vista, anche i richiami all’«unità della Chiesa», echeggiati fin dall’omelia del Cardinale Giovanni Battista Re nella Messa pro eligendo Romano Pontifice e poi ripresi dallo stesso Papa Leone, si vedono concretizzati anche da gesti rilevanti. Inoltre, con questa novità si comprende l'importanza di salvaguardare aspetti centrali della vita liturgica. Pur omaggiando spesso Papa Francesco - e senza aver alcuna intenzione di contrapporsi, anzi, alla sua eredità -, Papa Leone XIV ha infatti già dimostrato di guardare con attenzione alla qualità simbolica dei riti e di non temere anche il recupero di tutta una serie di elementi (dalla mozzetta rossa, la stola pontificia e la croce d'oro al mio affaccio su San Pietro fino al riutilizzo degli appartamenti papali presso il Palazzo Apostolico) che parevano consegnati alla storia; e in tale filone si inserisce sicuramente anche il ripristino della tradizione papale di imporre il Pallio ai metropoliti. Che non significa, come abbiamo cercato di spiegare anche sulle pagine del Timone di giugno (qui per abbonarsi) a lui dedicato, che Papa Leone XIV sia da considerarsi “conservatore”, esattamente come non può essere bollato come “progressista”, per richiamare due grossolane ma note categorie: il pontefice americano è semplicemente sé stesso. E lo è anche dimostrando, con i fatti, che nella vita della Chiesa è sempre molto incauto pensare che «indietro non si torna». (Foto: Imagoeconomica/Infocatolica) ABBONATI ORA ALLA RIVISTA!

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